Bilancio Juve: così si torna grandi (non con mercati faraonici)

Dal sito ufficiale della Juventus FC riportiamo: “Il Consiglio di Amministrazione della Juventus, riunitosi oggi a Torino sotto la Presidenza di Andrea Agnelli, ha approvato il progetto di bilancio per l’esercizio chiuso al 30 giugno 2013 che, pur consuntivando una perdita di € 15,9 milioni (che sarà coperta mediante l’utilizzo di riserve disponibili), evidenzia un significativo miglioramento (+67,3%) rispetto alla perdita di € 48,6 milioni dell’esercizio precedente, principalmente dovuto all’incremento dei ricavi (+32,8%) derivanti dalla partecipazione alla UEFA Champions League. Il Consiglio di Amministrazione ha deliberato di convocare l’Assemblea ordinaria degli Azionisti per il 25 ottobre 2013 ore 10.30, in unica convocazione, presso lo Juventus Stadium

Il progetto di bilancio al 30 giugno 2013 della Juventus FC dimostra quanto la società guidata da Andrea Agnelli stia proseguendo nella strada del risanamento economico finanziario senza tralasciare non solo i risultati sportivi ma anche, e soprattutto, gli investimenti. Già, perchè se fino a qualche anno fa tutti noi tifosi potevamo sentirci in diritto di chiedere alle proprietà delle nostre squadre di allestire la miglior rosa possibile, oggi anche il più becero dei tifosi capisce che le cose sono cambiate.

cobolliIl tifoso medio lo capisce ma poi, talvolta, non comprende ciò che non solo la crisi economica e il fair play finanziario ma anche una nuova visione di un calcio in cui le società sono delle vere e proprie aziende che devono auto finanziarsi impone. Il calcio moderno sancisce la fine del macenatismo, quello per il quale i Presidenti, per narcisismo personale e/o per un ritorno in termini di immagine, attingono dal patrimonio personale al fine di mantenere una squadra di calcio ai massimi livelli consentiti. E lo si capisce nel momento in cui si vede che i presidenti mecenati per eccellenza, in Italia, ossia Moratti e Berlusconi, hanno smesso di finanziare con denaro proprio le rispettive squadre di proprietà. Addirittura Moratti, dopo un ventennio di spese forsennate (oltre un miliardo di Euro) è ora costretto a vendere. E, nota polemica che però è utile al discorso che intendo fare, Moratti vende anche perchè è più facile fare così piuttosto che innestare quei meccanismi virtuosi che possono portare un club all’autosussistenza economica.

La Juventus, dopo aver chiuso con una perdita di 95,4 milioni nel 2011, e una di 48,7 nel 2012, chiuderà, nel 2013, a - 15,9 milioni. Un risultato giudicato importante dal consiglio di amministrazione della società torinese poichè in linea con le aspettative e con la speranza, entro il 2015, di raggiungere l’agognato pareggio di bilancio. Un risultato eccezionale e vedremo tra poco il perchè.

agnellielkannPrima, occorre dire che sono stati i ricavi da record a consentire questo ottimo risultato. Ricavi a 283,8 milioni (fortemente influenzati dall’estemporaneo incasso record di diritti tv per la Champions League), un record che supera quello dell’ultimo anno pre-calciopoli, il 2006, quando i ricavi furono di 251 milioni. La Juventus dunque, dopo essere tornata competitiva in campo, sta per farlo anche in ambito finanziario. Non era facile: la Serie B, l’esclusione dalle Coppe, la ricostruzione societaria e sportiva tentata dapprima dal trio delle meraviglie Cobolli Gigli – Blanc – Secco (quelli della Juve simpatica) che han causato ulteriori buchi di bilancio e richiesto un aumento di capitale da parte della proprietà con 120 milioni; riportare la Juve ad essere vincente e finanziariamente solida è un risultato esaltante.

Non entriamo nei dettagli del bilancio poichè non abbiamo la competenza per farlo, però possiamo tranquillamente affermare come oggi essere tifosi della Juve è senza dubbio un buon investimento dal punto di vista emotivo. La Juve, infatti, è una società che sta mettendo a posto i conti, che presto arriverà al pareggio di bilancio, che ha uno stadio di proprietà che entusiasma e mette i brividi, che sta per incrementare il proprio patrimonio immobiliare con la realizzazione del progetto della Continassa  e che è riuscita a fare tutto ciò vincendo due scudetti e due supercoppe italiane oltre che raggiungendo i quarti di finale di Champions League nel 2012/2013, con la speranza di fare bene anche questa stagione. Inoltre, la Juve sta ottenendo questi risultati sportivi senza dover vendere nessuno dei propri campioni e, anzi, rinforzando la squadra pur senza poter fare follie (anzi…).

E’ chiaro, a chi non piacerebbe poter tifare per una squadra che può permettersi colpi di mercato tipo Neymar, Bale o Lewandovski? E, ancor di più, viene da chiedersi perchè società quali Manchester City, Monaco o PSG non si pongano il problema del fair play finanziario mentre tutte le altre se lo pongono eccome. Ma intanto è bene capire che, prima o poi, davvero le società potranno spendere limitatamente al proprio fatturato, e poi, davvero vorremmo una proprietà diversa da quella che abbiamo? Una proprietà che, sì, è disposta a spendere cifre folli ma poi potrebbe liberarsi del giocattolino quando si è stufi. Cosa accadrà quando sceicchi ed emiri si vorranno liberare di City, PSG o Monaco? Cosa ne sarà di quelle società?

Ben altro discorso è quello relativo ad altre società che appaiono come spendaccione, come Barcellona, Real Madrid, Bayern Monaco e Manchester United. Sono società che hanno alle spalle proprietà solide (Barcellona e Real sono ad azionariato popolare, cosa che consente loro anche di ottenere sconti fiscali e finanziamenti a tassi agevolati in virtù di specifiche leggi spagnole) e, soprattutto, fatturati stellari. La Juventus, prima tra le società italiane, ha compreso che per competere nel calcio delle grandi deve ricorrere ad un aumento dei ricavi. Aumenti che passano sì per i diritti tv (la partecipazione alla Champions è indispensabile) ma anche per i redditi da Stadio e attività collaterali, dal merchandising, dalla ricontrattazione dei contratti di sponsorizzazioni, perlopiù stipulati quando il brand Juve valeva meno, in Italia, di quelli Inter e Milan e, ancora, dagli investimenti immobiliari. La Juve, sicuramente, non potrà raggiungere i 500 milioni di fatturato del Real Madrid, ma superare i 300 è cosa fattibile, riducendo al contempo i costi e aumentando il valore patrimoniale della società.

E quando, come capita spesso, ci si imbatte in discussioni con tifosi le cui opinioni sono anche tenute molto in considerazione che sostengono che la nuova Juve, quella di John Elkann al posto dell’Avvocato e del Dottore, è destinata al fallimento poichè al giovane rampollo di casa Agnelli nulla interessa della Juve (così come nulla interessa della Fiat al punto che la sta fondendo con Chrysler al fine di portarla fuori dall’Italia) ci si rende conto di come troppe persone abbiano un’idea del calcio che appartiene ad un periodo irripetibile.

Che debba essere la proprietà a foraggiare il mercato con robusti inntesti di capitale è cosa fuori da ogni logica. Non funziona così e dobbiamo capire che non sarebbe neanche così utile perchè sì, forse avresti una squadra più forte, ma quando poi la proprietà davvero dirà basta alle iniezioni di capitali o quando le regole del Fair Play Finanziario davvero si applicheranno a tutti, allora saremo messi davvero male, perchè non solo non otterremo vittorie sul campo ma non avremmo neanche la speranza di poterle ottenere nuovamente.

Questa mentalità mi ricorda un po’ quella, tipica italiana, relativa al ruolo dello Stato in economia. Uno Stato che deve creare lavoro mediante assunzione di dipendenti pubblici anzichè innescare quei meccanismi virtuosi che consentano uno sviluppo naturale dell’economia di mercato o, ancora, uno Stato che deve tenere in vita aziende senza alcun futuro pur di salvaguardare i posti di lavoro, anzichè sviluppare nuovo lavoro, come accade a quei paesi che hanno una situazione finanziaria migliore della nostra.

Prima o poi ci si dovrà rendere conto che il calcio è cambiato e che è una fortuna avere la speranza di continuare a recitare in esso un ruolo da protagonista. Attenzione, però, a fine anno Conte andrà via perchè non hanno utilizzato i soldi ricavati dalla Champions per comprare nuovi giocatori…

 

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