Quando la Juve sfruttava i giocatori e poi li scaricava

Buffon e Del PieroDisse una volta un ex giocatore della Juve (Di Livio, credo, ma non ho trovato l’intervista, NdA) che la società bianconera sa essere subdola: prende il meglio da un giocatore e poi lo scarica quando ha dato il meglio di sè. Senza andare troppo indietro nel passato, ricordo le cessioni di giocatori dai nomi altisonanti, che tanto avevano dato ai colori bianconeri: da Boniek a Tardelli, senza scomodare Sivori e Baggio, passando poi anche per Gentile, Marocchi, Carrera, fino ad arrivare alla gestione che di questa politica faceva quasi un modus vivendi, quella della Triade, che cedeva Vialli, il capitano della vittoria in Champions League, Ravanelli, Di Livio, Torricelli, Tacchinardi, Inzaghi, Zidane, Paulo Sousa. Certo, in alcuni casi i giocatori ceduti non erano proprio a fine corsa, come capitato a Baggio, Zidane e Inzaghi, però il concetto era quello.

Non c’era né crudeltà né mancanza di rispetto dietro questo modo di fare ma, semplicemente, la consapevolezza che si vince in Italia e in Europa solo se si ha la squadra più forte possibile e perché lo sia è evidente come non ci possa essere spazio per sentimenti quali la riconoscenza o l’affetto. I giocatori sono professionisti e vengono lautamente pagati come tali. Se questi, scaricati dalla squadra alla quale hanno dato tanto, sono convinti di poter dare ancora molto al calcio, sono liberi di farlo altrove, magari proprio contro la Juve. A volte capitava magari che il destino si accanisse contro questo modo di operare, basti pensare alla sconfitta in Champions contro il Borussia Dortmund che schierava Kholer, Reuter, Moeller e Sousa, tutti ex juventini scaricati perché ritenuti a fine corsa o quasi. Però il concetto vale comunque; certi sentimenti devono appartenere al tifoso, la società deve prendere delle decisioni, anche difficili e dure.

Oggi purtroppo il calcio è cambiato, quello italiano più di tutti gli altri, e capita che i giocatori si sentano immuni da certe valutazioni, forti del consenso che gli viene concesso da parte dei tifosi e pretendano di giocare nella squadra che li ha resi grandi fin quando lo ritengono opportuno. E questo è sbagliato, perché deve essere la società a stabilire quando un giocatore è ancora utile alla causa.

Nel calcio moderno invece viene vissuto come un tradimento verso il giocatore e verso i tifosi il pensionamento di Alex Del Piero, oppure l’operazione svecchiamento che Inter e Milan hanno compiuto negli ultimi anni nei confronti di giocatori ormai piuttosto stagioni quali Julio Cesar, Pirlo, Seedorf, Nesta e altri ancora. Ancor oggi ci sono tifosi della Juve che ritengono che Alex Del Piero dovrebbe fare parte della Juve nonostante basti guardare le reti che realizza nel campionato semi-amatoriale australiano confermino la bontà delle scelte effettuate da parte dei dirigenti bianconeri. (si leggano i commenti al mio recente post sull’argomento).

Oggi è il caso di Buffon. Facile parlare della crisi del portiere della Nazionale in questo momento, quando è ormai evidente lo stato di difficoltà in cui egli versa. Il sottoscritto ritiene di poterne parlare poiché è stato uno dei primi a farlo, in tempi non sospetti, sia in questo blog che nel corso della trasmissione de I Faziosi. Buffon non è più un portiere in grado di giocare in una grande squadra però non lo si può mettere in discussione perché lui ha dato tanto alla Juve e alla nazionale. Questo è un modo di ragione privo di logica per alcuni semplici motivi:

1. Buffon è il giocatore più pagato della Juve (6 milioni di euro a stagione fino alla scorsa stagione, contratto rinnovato a 4,5 milioni). Non gioca quindi gratis o solo per l’amore verso il colori bianconeri.

2. Una squadra di calcio che ambisce a vincere non è una squadra che può tenere in squadra qualcuno solo per quello che ha fatto nel passato, altrimenti sarebbe una squadra di vecchie glorie (perché allora non Pavel Nedved?)

3. Criticare un giocatore professionista titolare della Nazionale e della squadra Campione d’Italia non significa mettere in discussione quanto di grande ha fatto in passato.

Alcuni citano l’esempio di Totti a conferma della non fondatezza delle mie tesi ma purtroppo dimenticano che da un lato Totti è ancor oggi un giocatore di altissimo livello, considerato come tale anche dai tifosi avversari e, dall’altro, il capitano della Roma ha giocato alcune stagioni da fermo in una squadra che non ha vinto praticamente niente. Al tifoso romanista se chiedi se baratterebbero uno scudetto con il ritiro del loro capitano ottieni come risposta che “er capitano nun se tocca“.

Oggi il calcio italiano è in crisi e lo è anche per la debolezza delle società di calcio. Quel che meraviglia però è che anche una società come la Juventus, che tanto coraggio sta avendo da quando Andrea Agnelli ne è diventato Presidente, non abbia avuto la capacità di vedere le difficoltà che il portiere titolare aveva già durante la passata stagione. Perché siccome il sottoscritto è solo un appassionato e per vivere fa altro eppure ha compreso che c’era un problema portiere nella Juventus, chi di professione fa il Presidente, il Direttore Generale o l’allenatore della Juve certe cose dovrebbe vederle prima di trovarsi in una situazione del genere.

L’unica spiegazione accettabile, nel caso di Buffon, è quella relativa al contratto pesante del portiere che, quindi, non poteva essere sostituito con un portiere di alto livello da pagare in modo adeguato. Ma sono praticamente sicuro che non sia questo il caso. E, comunque, se anche così fosse, la società avrebbe dovuto ingaggiare un portiere giovane da poter eventualmente lanciare nel caso la situazione precipitasse.

C’è poi da sottolineare, ancora una volta, l’incapacità e l’incompetenza da parte dei media italiani, pronti a difendere Buffon fino a che è stato possibile difenderlo. Fino ad un Carlo Genta qualunque che, dai microfoni di Radio 24 (Tutti Convocati), dichiara, dopo l’ennesima papera del Gigi Nazionale (quella contro il Chievo sul gol annullato a Paloschi), che Buffon è ancora un grande portiere ed è in grado, l’unico in Serie A, di mettere paura all’avversario. Giuseppe Rossi sembra immune a tali poteri.

Una situazione triste, perché un Campione come Buffon non si merita un finale di carriera così indecoroso e perché, ancor di più, una società come la Juve non può compromettere una stagione per l’incapacità di fare certe scelte o, ancor peggio, per l’incapacità di prevedere certe situazioni tecniche.

So di spararla grossa, però è più grave la scelta fatta dalla Juve nel confermare Buffon titolare quest’anno rispetto a quella fatta dal Milan tre anni fa quando decise di liberarsi di Andrea Pirlo. Sì perché anche se Pirlo era ancora un campione la società si era data una linea da seguire, che era quella di proporre contratti annuali ai giocatore ultra trentenni. Una scelta che non ha pagato ma che è stata coerente.

Mi piacque molto la forza con la quale Andrea Agnelli pensionò anticipatamente Del Piero. Fu un segnale forte nei confronti di tutti e non solo nei confronti di Del Piero. So che questa frase mi farà meritare insulti da parte dei delpieristi ma a me poco interessa (del resto, me li son presi ad Agosto per Buffon, quando pronosticai almeno 10 papere durante la stagione da parte del portiere, stima chiaramente errata per difetto) ma forse se si leggesse tra le righe delle dichiarazioni di Ferrara si capirebbe come un giocatore così importante è in grado di condizionare tutto lo spogliatoio, fino a portarlo a giocare contro il mister.

La mia amarezza oggi è grande e non mi importa essere stato uno dei primi a scrivere certe cose (anche perché non se ne è accorto quasi nessuno…), ed è grande perché vedo che il calcio italiano continua a precipitare, tra una Federazione ridicola, un Commissario Tecnico democristiano e quasi imbarazzante quando cerca di difendere il suo giocatore più forte, assurde sanzioni contro i cori dei tifosi, Presidenti che si contendono le briciole anziché pensare al futuro, società deboli nei confronti di tifosi e giocatori e, infine, organi di stampa faziosi, incompetenti e asserviti o a chi li paga o al tifo. Siamo messi male eppure io penso che la Juve sia diversa e spero lo dimostrerà già a Gennaio.

 

Comments

  1. Michele says

    Beh forse su Buffon hai toppato.
    Quest’anno ha fatto tanti interventi che ci hanno dato punti.
    Ovvio che non sia più il portiere del 2000 sono passati anche 15 anni però non credo che ci sia in italia uno superiore.
    Abbiamo Leali di cui tutti parlano molto bene, ma anche lui qualche papera la fa…e lo stesso Neuer considerato il più grande del mondo qualche papera la fa…quindi se togliamo Courtois, Neuer, e forse De Gea non mi pare ci siano tanti portieri più bravi…Sirigu e Perin sono buoni portieri ma non eccezionali io Buffon ancora non lo pensionerei onestamente e non lo avrei fatto neanche l’anno scorso quando qualche papera l’ha fatta…

  2. Michele says

    Per quanto riguarda Del Piero ( che premetto a me dall’infortunio non è più piaciuto e avrebbero dovuto darlo via molti anni fa, secondo me ci ha fatto perdere tante partite) non è la questione di sfruttarlo oppure no.
    Capisco che lui avrebbe avuto sempre un peso nello spogliatoio però ormai te lo sei tenuto per 20 anni qualche altro anno e fargli finire la carriera da bandiera sarebbe stato bello.

  3. roberto says

    Ma cosa state dicendo? Buffon è ancora una sicurezza, ricordatevi che goal ha preso storari con la Lazio in coppa italia? Per quanto riguarda del piero anche qui la penso esattamente all’opposto. È vero che il primo anno dopo l’infortunio Alex non si è mai visto ma dopo eccome se si è visto, goal per tutti i gusti e punizioni più belle di quelle di Zico,Alex per me viene subito dopo messi e Pelé. La mia classifica dei 10 calciatori più grandi della storia è la seguente: 1messi 2 Pelé 3 del piero 4 van basten 5 maradona 6 crujf 7 g. Best 8 c.Ronaldo 9 Ronaldo 10 di stefano

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