Milan – Torino, Ventura e il 5-3-2… Era ora!

cairo-venturaUn noto proverbio dice che sbagliare è umano e lecito, ma perseverare è diabolico… Una volta ancora questo proverbio riguarda il Torino, che di perseveranza negli errori commessi a tutti i livelli, ne sa qualcosa. Ad esempio, dovrebbe saperlo, il signor Urbano Cairo che dal 2005 continua imperterrito a commettere i medesimi errori nella gestione della società, puntando sempre su giocatori in svendita,  o “bolliti”, sperando che quel poco di investimento fatto,  consenta alla squadra di arrivare alla soglia dei 40 punti per salvare la faccia.

Altro vizietto di perseveranza del presidente è quello di aspettare sempre fino al termine delle finestre di mercato per “rinforzare” la squadra con il risultato evidente che spesso e volentieri si puntino gli occhi su un giocatore, si facciano parole, discussioni e trattative per  acquistarlo “alle condizioni di Cairo“, e magari in due giorni una diretta concorrente arrivi coi soldi in mano e getti alle ortiche intere giornate di estenuanti trattative, vedi ad esempio il caso Maxi Lopez. Purtoppo il nostro presidente dovrebbe capire che per restare stabilmente in serie A è necessario fare degli investimenti e non solo andare alla ricerca dell’affare a tutti i costi, e invece come ogni anno,  ci si ritrova a tre giornate dalla fine, invischiati nelle zone meno nobili della classifica sperando che si riesca, con i denti e con le unghie, a fare i punti necessari per arrivare alla quota salvezza.

Perseverare significa anche  continuare a mandare in campo gli stessi giocatori utilizzando sempre lo stesso modulo indipendentemente dagli avversari che si incontrano, ed ecco che Ventura ormai da mesi, forse da anni e non solo al Torino, sia un affezionatissimo sostenitore del “suo 4-2-4“, un modulo che vede una mediana di rottura supportata dagli attaccanti che fanno la spola a tutto campo per difendere e attaccare, col risultato che specialmente contro le “grandi” difendono male ed offendono ancor peggio.  Lo si è visto contro Juventus, Napoli, Fiorentina,  Roma e Milan nel girone di andata, e nelle stesse gare del girone di ritorno eccezion fatta che per la gara di ieri contro il Milan. Nel girone di andata contro queste 5 squadre il Torino ha subito 12 reti, segnandone 5 mentre al ritorno, le reti al passivo, contro le sopracitate sono state 14 contro le 8 segnate.  Un bilancio da brividi che avrebbe dovuto far riflettere un po’ prima il timoniere Ventura, perchè subire 26 goal in dieci partite, seppure contro formazioni di alta classifica è  da media retrocessione.

Il 5-3-2 messo in campo ieri contro il Milan ha dimostrato, come il Torino abbia buttato via punti fondamentali per la classifica, giocando da “kamikaze” partite in cui l’umiltà avrebbe dovuto essere d’obbligo e  soprattutto la consapevolezza di non essere ai livelli delle big e quindi giocare da provinciale,  come i granata hanno fatto ieri, creando paradossalmente più occasioni di quando la squadra provi a giocare “da grande“.

Il mister dovrebbe entrare nell’ottica di idee che con Barreto, Meggiorini, Masiello, Di Cesare, Gazzi, ecc. non si possa giocare da grande squadra, ma sarebbe necessario traverstirsi da operaia, anzi da umile operaia e provare a raccattare punti con le grandi anche giocando male, e magari chiudendo le partite anche con il più squallido degli 0-0. Probabilmente l’umiltà non è una delle qualità di Giampiero Ventura, e tutti i tifosi del torino si augurano che non sia proprio la retrocessione a far tornare umile il mister granata!

 

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