La differenza tra me e te

Ognuno elabora il lutto a modo proprio. Io reagisco ad una cocente delusione sportiva come quella di giovedì non parlandone, non ascoltando niente, non rivedendo immagini, non partecipando alle discussioni. Però ci penso, eccome se ci penso. Poi non dico che passi però si va avanti, si deve andare avanti, con la consapevolezza che, di sicuro non sarà la stessa cosa, ma dopo un 12 Dicembre ci sarà sempre un 5 Maggio. E questo mi conforta.

Senza entrare nel merito della vicenda, sia perché, in qualche modo, già ne parlavo dopo i primi due clamorosi pareggi, quando affermavo, e scrivevo, che la Champions è solo una questione di mentalità e che la Juve, evidentemente, non ce l’ha, mentre il Milan, con la squadra che si ritrova, ce l’ha eccome, qui basti dire che se giochi 5 partite in un girone normale, nè facile nè difficile, e sei la Juve e vinci una sola partita su 5 allora scuse ne puoi accampare ben poche. Non puoi arrivare a Istanbul a giocarti la qualificazione quando hai dimostrato di potertela giocare alla pari con il Real Madrid.

Ma è andata così e quindi è inutile parlarne. La fossa ce la siamo scavata da soli e in inverno può capitare che nevichi, anche in Turchia. Punto.

Però è interessante pensare a come avrebbero reagito i tifosi, e i media vicini ad essi, nel caso in cui una situazione del genere fosse capitata al Milan, all’Inter, al Napoli o alla Roma.

CAMPO gALATASARAYPer giocare in Champions ci sono dei severi parametri da rispettare, degli standard qualitativi che comprendono anche la sicurezza e la qualità del terreno di gioco. Mercoledì sera, lo abbiamo visto tutti, la situazione non era così grave da non consentire lo svolgimento della partita. Bastava qualche spalatore in più ed il gioco era fatto. Però non è potuto fare perchè la neve diventava ghiaccio a causa del mal funzionamento del sistema di riscaldamento del terreno di gioco. Il giorno dopo la situazione era peggiore, con il terreno di gioco impraticabile in parte e, si è scoperto dopo, rovinato ad arte nella zona di campo in cui avrebbe attaccato la Juventus.

Tutto chiaro, tutto ovvio, ho sentito tanti tifosi sportivi e onesti ammettere che la situazione era clamorosa. Eppure, per quanto su 14 milioni di tifosi ci siano anche stati quelli che se la sono presa con l’Uefa, con Platini e con la scorrettezza turca, la maggior parte ha pensato agli errori commessi dalla Juve nel corso del cammino di Champions quest’anno. Tanti hanno poi concluso che tra la Juve e la Coppa dalle Grandi Orecchie non c’è feeling. E’ evidente, non puoi accampare scuse, sempre. Una volta si è sfortunati, così tante volte significa che qualcosa non funziona.

Lasciando stare i cretini che festeggiano 3 volte l’anno e solo per le sconfitte della Juve che poi sono gli stessi che affermano che in Italia la Juve vince perché ruba mentre in Europa il giochino non funziona, possiamo invece pensare a cosa sarebbe successo se Istanbul 2013 fosse capitata a tifosi di altre squadre.

Di sicuro se la sarebbero presa con l’Uefa, capitanata, guarda un po’, da quel gobbo di Platini. Una federazione internazionale incapace di far rispettare le regole. Una federazione che, evidentemente, odia l’Italia e cerca di affondarla calcisticamente parlando. E vai poi di dietrologie, sospetti, voci indiscrete e possibili congiure varie.

Poi se la sarebbero presa con la sfortuna: la neve a Istanbul, il ghiaccio, il riscaldamento rotto: cose che possono capitare solo a noi.

Avrebbero proseguito con gli aspetti tecnici, analizzando gli errori commessi dall’arbitro, la mancata ammonizione di questo o quel giocatore, il tempo di recupero troppo corto e molto altro ancora.

E, il tutto, confortati da tutti gli organi di stampa presenti nel Paese, con tanto di aperture di Tg e quotidiani sportivi. Si sarebbero minacciate ripercussioni, boicottaggio di prodotti turchi e, perchè no, francesi e si sarebbero paventate iniziative atte a far recuperare all’Italia il potere perduto all’interno dell’Uefa.

Invece è accaduto che tutta la vicenda, sui media, a parte il solito Tuttosport, sia stata affrontata in modo chiaro ma superficiale. Anche la Gazzetta ha parlato di campo impraticabile e di scorrettezza turca ma poi, tutto sommato, la si è chiusa in un articolo solo o quasi. Come probabilmente è giusto che sia, si parla di calcio, che diamine!

Ma l’occasione era poi troppo ghiotta per lasciarsela scappare e così, dal giorno successivo, sui media, anche quelli in teoria vicini alla Juve come La Stampa (articolo di Marco Ansaldo del 13 Dicembre), è scattato lo sciacallaggio contro la Juve. Una società che, causa eliminazione prematura dalla Coppa, è praticamente sul lastrico, senza più ambizioni e possibilità economico-sportive. Conte partirà, Vucinic via già a Gennaio, poi sarà la volta di Pogba, Vidal e, chi lo sa, lo stesso Pirlo potrebbe andar via, schifato. Per non parlare della possibilità, paventata dal Corriere dello Sport, che la Juve patisca il colpo e perda anche il campionato, hai visto mai!

Noi, per fortuna, siamo fatti diversamente. Ci piace prendercela prima con noi stessi, magari anche scagliandoci contro giocatori, mister e società che pur stanno svolgendo un lavoro egregio pur di capire il perché di un’altra, l’ennesima, delusione europea. Ci piace pensare che occorre vincere, sul campo, sempre, in modo che non si debba arrivare a giocarsi il tutto per tutto a Istambul o a Perugia. Ci piace pensare che sia sempre perlopiù colpa nostra. Per gli altri, invece, la colpa è sempre della politica, della Fiat, dei poteri forti, della sfortuna, della troppa onestà. La differenza tra me e te…

 

Comments

  1. Mino says

    Sperando che in futuro non si trovi Collina fra i piedi. Ha già festeggiato a Perugia e Istambul Sembra sia stato lui a costringere la ripetizione su quel campo, costi quel che costi.

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