Le pagelle del 2013 della Juventus

Il 2013 si chiude esattamente come si era chiuso il 2012, ossia con la Juventus saldamente in vetta al campionato di Serie A. Ma 12 mesi sono lunghi e densi di alti e bassi ed è il caso, a mio parere, di assegnare ad ognuno dei protagonisti della Juve, un voto globale relativo all’anno solare.

Ecco, nel dettaglio, i voti che ho assegnato a tutta la rosa della Juventus:

Gianluigi Buffon: 6,5. Bene ad inizio e a fine anno, meno bene durante i mesi centrali. In particolare, il finale della stagione passata e l’inizio della attuale sono stati a tratti disastrosi. Ma lui è un campione e le risposte le dà sul campo, anche e soprattutto ai critici più feroci, come il sottoscritto.

Giorgio Chiellini
: 7. Incarna alla perfezione l’anima della Juve contiana. Quando c’è da mettere il fisico lo mette, quando si tratta di beccarsi le critiche lo fa promettendo maggior impeto.

Martín Cáceres
: 6,5. Un rincalzo di lusso, uno che quando viene chiamato a dare il proprio contributo lo dà senza creare problemi e risultanto, talvolta, determinante.

Paul Pogba
: 7,5. Sul suo conto si è detto già tutto. Rappresenta uno degli investimenti più azzeccati della storia ultracentenaria della Juventus. Oggi è il presente del centrocampo bianconero, domani sarà in grado di garantire, con la sua probabile cessione, risorse per poter costruire una squadra ancor più vincente.

Simone Pepe
: SV. Dicono, e noi ci crediamo, che sia importantissimo il ruolo che svolge all’interno dello spogliatoio. Noi lo aspettiamo sul camp0, perché del giocatore Pepe anche questa Juve ha assoluto bisogno.

Claudio Marchisio
:  5,5. Lo so, pare brutto assegnare un voto negativo ad un giocatore così importante e, soprattutto, contravvenendo allo spirito natalizio. Ma io sono cinico e, francamente, me ne infischio. Anche perché da Marchisio ci si aspetta di più di un lavoro oscuro da 6 in pagella. Io ci credo ancora e spero di essere smentito quanto prima.

Mirko Vučinić
: 6. Il voto è dato dalla somma di quanto ha fatto, bene, la scorsa stagione e quanto non ha fatto, causa infortuni, durante quella attuale. Non dimentichiamo che era lui, nel primo biennio dell’era Conte, il leader dell’attacco. Però da un giocatore con quel potenziale è doveroso aspettarsi di più. L’impressione è che il suo futuro sia lontano da Torino e la cosa mi dispiace molto.


juve 2013

Paolo De Ceglie: 5. Dico la verità, a me Paolo piaceva non solo come deejay. Perché le sue sgroppate sulla fascia, la sua corsa veloce, il suo dinamismo mi sembravano, anni fa, tali da lasciar sperare che, prima o poi, sia la fase difensiva sarebbe divenuta accettabile, sia che i suoi cross potessero finalmente giungere ad un attaccante anziché al raccattapalle. Credo che concluderà la sua carriera in modo dignitoso, in Serie A, ma lontano da Torino.

Sebastian Giovinco
: 5,5. Diciamoci la verità, se non fosse stato dapprima parzialmente regalato al Parma e poi ricomprato a peso di platino, saremmo tutti un po’ meno severo nei suoi confronti. Purtroppo non è da Juve e questo è sempre più evidente. Quando l’attacco della Juve era formato da Vucinic, Quagliarella, Bendtner e Anelka lui si riusciva a ritagliare un po’ di spazio. Nel momento in cui sono arrivati due attaccanti di livello internazionale come Tevez e Llorente la sua presenza è superflua.

Federico Peluso
: 5. Gennaio si avvicina e tutti noi siamo preoccupati perché questo è il mese dei Padoin, dei Peluso e degli Anelka. E’ un giocatore che saprà dignitosamente dimostrare di essere degno della massima serie del campionato italiano, non però da Juve. Talvolta disputa sprazzi di gare di alto livello ma non basta.

Andrea Barzagli
: 7,5. Se nel trio difensivo delle meraviglie capita, di tanto in tanto, che Bonucci e Chiellini sbaglino qualcosa, anche in modo clamoroso, lui non sbaglia praticamente mai. Comprato per un tozzo di pane, sta scrivendo la storia della Juve.

Nicklas Bendtner
: 7. Diventato un mito pur senza aver quasi mai messo i suoi piedi in campo. Talmente mitico da essere ancora rimpianto. Ovviamente non per quel che ha fatto sul campo.

Nicolas Anelka
: SV. Marotta, perché?

Leonardo Bonucci
: 7. Pensare che prima dell’arrivo di Conte l’avremmo volentieri regalato a qualunque altra squadra. Oggi è una colonna della Juve e della Nazionale.

Simone Padoin
: 5. Nulla di personale, ma non è un giocatore da Juve e lo dimostra ogni volta che viene chiamato in causa.

Andrea Pirlo
: 7. E’ invecchiato ed ha attraversato periodi di appannamento, dai quali si è ripreso. Diventato ancor più micidiale nelle punizioni, il gioco della Juve senza di lui diventa molto più prevedibile.

Kwadwo Asamoah
: 6,5. Peccato per il finale della scorsa stagione, quando arrivò annientato dalle fatiche della Coppa d’Africa. Non è un fuoriclasse ma è un giocatore prezioso.

Arturo Vidal
: 8. Il top player che tutti ci invidiano, un giocatore fenomenale che ha da poco convintamente rinnovato il contratto che lo lega alla Vecchia Signora. Sta bene a Torino e a Torino rimarrà a lungo, nonostante quel che scrivono certi (un tempo) prestigiosi quotidiani.

Emanuele Giaccherini
: 6,5. Diventato il simbolo della politica di sacrificio della Juventus. Per poter comprare Ogbonna e Tevez occorreva un sacrificio e Giaccherinho è stato ceduto al Sunderland. Non era un titolare ma un giocatore che è sicuramente meglio avere in rosa piuttosto che doverlo cedere.

Stephan Lichtsteiner
: 6,5. Qualche infortunio ne ha limitato le presenze ed anche il rendimento. Resta un giocatore molto importante per questa Juve.

Fabio Quagliarella
: 6. Trova meno spazio di quel che meriterebbe anche se, talvolta, dopo una prestazione convincente ottenuta dopo essere partito dalla panchina, da titolare delude. Se accetta ancora il ruolo di riserva resta una risorsa utile.

Marco Storari
: 6. Poco impegnato, è il portiere di riserva ideale in una squadra che non può, o non vuole, mettere in discussione il ruolo di titolare.

Alessandro Matri
: 6. Ceduto al Milan dopo aver soffiato proprio ai rossoneri Carlos Tevez. Direi che non ci sono dubbi su chi ha fatto l’affare. In bianconero però ha spesso segnato reti decisive.

Mauricio Isla
: 5. Seppur in crescita, è un giocatore che ha profondamente deluso, in particolare chi quest’anno ha rifiutato di cederlo confidando in una sua affermazione. Oggi è un giocatore spesso schierato titolare che però si limita a cercare sempre la giocata più semplice in modo da non commettere errori. Suo l’errore che, forse, è costato l’eliminazione dalla Champions, in casa contro il Galatasaray.

Luca Marrone
: SV. Ceduto in prestito al Sassuolo, credo sia un buon giocatore ma che nella Juve non troverà mai spazio.

Carlos Tevez
: 7,5. Un giocatore fantastico, uno che dimostra quanta distanza intercorra tra quelli che consideriamo buoni attaccanti per la Serie A e i migliori del mondo nel ruolo. Ha segnato più gol di tutti su azione, è un leader in campo, dove dimostra una cattiveria agonistica senza pari. Peccato per i gol in Champions che non sono mai arrivati.

Fernando Llorente
: 7. Dopo un inizio da oggetto misterioso si è conquistato il posto da titolare accanto a Tevez. Segna molto e segna gol importanti.

Angelo Ogbonna
: 6. Sta crescendo e, per quanto sia stato pagato tanto, forse troppo, è destinato a diventare protagonista di questa squadra.

Marco Motta
: SV. Che ci fa ancora qua se non rientra minimamente nei piani di Conte?

Antonio Conte
: 8,5. E’ lui l’assoluto protagonista anche del 2013 della Juve. Come un vero condottiero guida i suoi ragazzi all’assalto degli avversari, senza distinzione per il valore e il livello degli stessi. E’ grazie a questa grinta che la sua Juve ne rifila 4 al Sassuolo e alla Lazio nella finale di Supercoppa. Conte, proprio in questi giorni premiato come miglior allenatore dell’anno a Dubai, è punto di riferimento non solo dei giocatori ma anche della società. Una società che ha, secondo me sbagliando, delegato a lui tutta la comunicazione, con il risultato di far risultare tremendamente antipatico lui e poco potente la società Juventus. Antonio Conte non lascerà la Juve neanche il prossimo anno, nonostante siano molti, al di fuori della squadra, a desiderarlo. I media continueranno ad attaccarlo quando parla e quando non parla, lo citeranno quando accuseranno altri per lo scandalo del calcioscommesse mentre lui, imperterrito, continuerà a lottare e a vincere. Ma, come diceva Totò, ogni limite ha una pazienza, e quella di Conte non è sicuramente infinita. Se non sarà protetto adeguatamente dalla società potrebbe lasciare non appena si libererà una delle panchine europee più prestigiose. Lui se le merita, noi speriamo di meritarci lui.

Juventus FC: 7. La Presidenza di Andrea Agnelli ha portato finalmente la Juve laddove si merita, ossia al vertice in Italia. Dopo il disastro di calciopoli e quelli del periodo cobolliano, la Juve è nuovamente una società forte sul campo e stabile economicamente. Il pareggio di bilancio è vicino, il fatturato è in costante crescita, la rosa è di livello elevato. Inoltre, lo Juventus Stadium rappresenta una perla nel penoso panorama degli stadi italiani. Una Juve che investe più in strutture che in giocatori e che si pone dunque decisamente all’avanguardia rispetto alle rivali italiane. Laddove le altre sognano uno stadio la Juve ne sfoggia uno funzionale e capace di regalare introiti importanti; se le altre devono vendersi ad oscuri magnati asiatici, la Juve festeggia i 90 anni di proprietà della famiglia Agnelli.

La Juve, insomma, cresce e cerca di colmare il gap che la separa dalle rivali europee non solo in campo ma soprattutto a livello di fatturato. Eppure le lacune ci sono, a cominciare dalla gestione della comunicazione, delegata a Conte, con una proprietà che accetta che si getti fango mascherato da verità giornalistica anche negli organi di stampa in cui la famiglia Agnelli è principale azionista (RCS ma non solo, anche La Stampa).

Non si deve pretendere devozione ma rispetto e verità si. Invece, tutto tace. Anche a livello di istituzioni del calcio la Juve è assente o comunque poco potente, come mostrano varie vicende (dall’incasso della supercoppa alle norme antidiscriminazione che vengono cambiate nel momento in cui toccano le altre squadre). Non sono aspetti di poco conto ma rappresentano quel che davvero manca alla Juve affinché possa davvero tornare ad essere una società perfetta, forte tanto in campo quanto fuori.

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