Mentalità perdente, altro che sistema

C’è una tifoseria che festeggia, il 6 ottobre, la propria squadra quale prossima vincente del campionato. Che dichiara, a gran voce, che finalmente il campionato è pulito e senza macchia e, per questo, non può che vincere la Roma. Che inizia a ragionare sul luogo da prediligere per poter festeggiare la conquista del quarto scudetto.

I tifosi Vip e gli ex calciatori, alla Pruzzo, che dichiarano che “presto la Roma avrà 10 punti più della Juve“; le radio locali che, ascoltatissime, iniziano ad avanzare sospetti e a gridare allo scandalo di fronte ai primi pareggi della loro squadra; i quotidiani che caricano la vigilia della partita che dovrebbe segnare, finalmente, la grande vittoria della Magica contro la Juve intervistando Turone e parlando degli storici torti arbitrali subiti dalla squadra che, altrimenti, di scudetti ne avrebbe a bizzeffe e invece no.

E poi i giocatori: Totti in primis che, da Capitano e uomo vero, afferma che a Torino la Roma arriva per vincere e per dimostrare di essere superiore alla Juve perché, è evidente, i giocatori della Roma sono singolarmente più forti di quelli avversari. La Juve che, lo sanno tutti, ha sempre vinto grazie agli aiutini.

Per capire come funzionano le cose in quella città e in quell’ambiente basti ascoltare le parole del DS della Roma Sabatini il quale, rispondendo ad una domanda relativa a possibili acquisti nel mercato di gennaio, dichiara che prima dovrà parlare con l’allenatore e con alcuni giocatori, perché noi facciamo così. Chi ha avuto esperienza di gestione anche solo di una squadra amatoriale di calcio saprà che una società nella quale i giocatori contano più del loro ruolo è una società che difficilmente potrà mai vincere qualcosa.

Poi arriva la partita e sappiamo tutti com’è andata.

Ti aspetti che una squadra che è chiaramente sulla buona strada per costruire qualcosa di importante che viene, però, surclassata dalla squadra nettamente e indiscutibilmente più forte del campionato italiano, faccia un minimo di autocritica. Che capisca la lezione e ne utilizzi gli insegnamenti al fine di proseguire lungo la retta via. Anche perché, checchè ne dicano e pensino gli incompetenti giornalisti italiani, la vittoria della Juve è stata totale: la Juve ha vinto al di là degli episodi, l’ha fatto tatticamente, impedendo alla Roma di sfruttare i propri punti di forza e limitandosi ad un possesso palla infruttuoso; l’ha fatto fisicamente, perché la Juve ha continuato a giocare senza dare segni di stanchezza anche sul 3-0 mentre la Roma non c’era più; l’ha fatto, infine, mentalmente, perché la Juve ha aspettato gli avversari contenendone gli assalti per poi colpire in modo sornione e intelligente e, successivamente, ha guadagnato campo e colpito nuovamente fino ad affondare i rivali quando questi, invece, perdevano la pazienza e la lucidità, come mostra l’intervento di frustrazione di De Rossi su Chiellini.

De Rossi, del resto, è Capitan Futuro e, dal suo Capitano ha imparato che quando si perde si dimostra di essere uomini, calciatori e condottieri, guidando i compagni sino alla fischio finale, con intelligenza e gettando il cuore oltre l’ostacolo, perché se anche si uscirà dal campo sconfitti lo si farà a testa alta. O no?

Dopo la partita però le parole di De Sanctis sembravano quasi irreali (qui il video). La Juve che ha vinto grazie al Sistema. Il Sistema che le ha regalato uno stadio che le altre non hanno ed altre amenità simili. Che, per carità, puoi anche pensare, libero di farlo, e pure di dirle, se lo credi, ma dopo aver preso una scoppola del genere dovresti solo dire: abbiamo perso perché loro sono più forti. E invece no. La Juve, secondo il portiere giallorosso (che a Torino, in genere, ne prende 3 alla volta, indipendentemente dalla maglia che indossa), più della Roma ha solo gli 8 punti in classifica. Dimostra quindi di aver capito tutto.

E poi Garcia, buon allenatore che però pur riconoscendo la forza della Juve insiste nel dire, supportato dai giornalisti in studio, che la Roma ha giocato bene e perso solo per degli episodi. Sfortuna, insomma. Che poi qualcuno potrebbe chiedere a Garcia con che criterio, se non quello della supponenza e dell’arroganza, abbia affrontato la Juve con una formazione del genere, con Ljajić, Totti e Gervinho davanti e un centrocampo leggero che avrebbe fronteggiato quello, piuttosto solido, dei rivali.

Infine, Liguori, il quale, dimostrando tutta la sua statura di intellettuale prestato al calcio dichiara quel che nemmeno il più becero degli ultras della curva sud ha avuto l’ardire di affermare, e cioè che le due espulsioni non c’erano.

Insomma, la Roma ha perso per gli episodi sfortunati, per gli aiutini, per il Sistema, per lo Stadio e per le due espulsioni ingiuste (sul 2-0).

La sfortuna, il potere avverso, gli alibi di chi non solo non sa perdere ma continuerà a non vincere mai, perché per vincere occorre umiltà, serenità, onestà intellettuale e capacità di analizzare le proprie mancanze ispirandosi a chi invece sa vincere, con o senza aiutini.

Comments

  1. marco cambi says

    Complimenti per lo splendido articolo e l’attenta analisi in”PURO STILE JUVENTUS”!
    GRAZIE e ….FORZA JUVE ORA E SEMPRE!!!

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