Quello che non ho… Cosa manca ancora alla Juve

Prendiamola così, senza farne un dramma. Era solo la Coppa Italia e, come spesso ci accade, abbiamo deciso di non giocare per vincerla e mai può succedere di vincere quando non lo si desidera con tutte le proprie forze. Però era un obiettivo dichiarato e quando non si raggiunge un obiettivo si archivia la cosa come un fallimento. Senza esagerare, ovviamente, perché alla fine la Coppa Italia è quella manifestazione che regala gioia a chi, in genere, altre gioie non può vivere.

E archiviamo pure, ma senza dimenticare, che come sempre accade chi pensa che gli aiutini siano sempre e solo da una parte poi viene puntualmente smentito dai fatti. Archiviamo quindi Er Go de Peluso e l’espulsione di Benatia. Sono episodi e bisogna essere coerenti: così come sosteniamo sempre quando la disattenzione arbitrale è a nostro favore, occorre dire che ieri la Juve ha meritato la sconfitta e non ha fatto nulla, durante tutta la gara, per meritare sorte migliore. Però chi parla di sistemi dovrebbe, un minimo, vergognarsi. Perché il sistema o c’è, e funziona sempre, o non c’è e alla vince sempre la migliore.

Però ieri è accaduto qualcosa che deve indurre tutti noi ad una serie di riflessioni. La prima, banale e scontata, è che quando si partecipa ad una manifestazione che non risponde al nome di Serie A Tim, la Juve da prepotente, arrogante, cinica e vincente diventa timida, impacciata, a tratti intimorita. Si tratti di Champions League o di Coppa Italia, il risultato è sempre il medesimo. Il perché resta un mistero. La spiegazione che dò io a questa cosa è una sola: questione di mentalità, così come ne scrivevo dopo il pareggio contro il Copenaghen. La stessa per la quale il Milan, pur in una delle stagioni più tragiche della sua storia, raggiunge comunque gli ottavi di finale di Champions, mentre Juve e Napoli, ben più attrezzate, soccombono al primo turno.

mentalitaLa seconda riflessione che dovremmo fare è quella relativa al valore complessivo della rosa biancoera. Ieri sera, durante la trasmissione de I Faziosi, si parlava della distanza che separa la Juve dalle grandi d’Europa, e un po’ tutti i presenti erano concordi nel dire che la Juve di oggi non sembra così lontana dalle grandi squadre europee, come chiaramente dimostrato nel doppio confronto contro il Real Madrid. Io aggiungerei un dettaglio, però, non di poco conto. E cioè che l’undici titolare della Juve, oggi, non è molto distante da quello di Real, PSG, Bayern, Barcellona e Chelsea. Di reparti di centrocampo più forti dei nostri Pogba-Vidal-Marchisio-Pirlo non ne vedo molti. Di coppie d’attacco ben assortite come quella formata da Tevez-Llorente idem. Di difese così ben registrate come quella bianconera ancor di più. Soprattutto quando il tutto è orchestrato da un uomo che di nome fa Antonio e di cognome Conte.

Poi però ti capita di dover sostituire un titolare e lì nascono i problemi. Ogbonna e Caceres pur non sbagliando magari direttamente, quando sostituiscono uno fra Chiellini, Bonucci e Barzagli sembrano indurre anche i rodati compagni in disattenzioni senza spiegazione. Se manca Pirlo manca il faro del gioco bianconero. Vidal è insostituibile e anche quando c’è e gioca male, come ieri sera, la Juve sembra un’altra squadra. L’imprevedibilità delle giocate di Pogba ormai è indispensabile. Guardando giocare, assieme, Quagliarella e Giovinco ci chiediamo come facevamo a fare un gol quando Tevez era al City e Llorente a scaldare la panchina dell’Atletico Bilbao. E lascio a voi le considerazioni relative ai nostri esterni di riserva, da Isla a Peluso, passando per Padoin.

Non voglio apparire troppo severo nei confronti di ragazzi che ci stanno regalando emozioni e vittorie in quantità, anzi. Voglio solo dare delle spiegazioni a ciò che capita e che potrebbe capitare ancora nel corso dei prossimi mesi.

Perché Conte ha schierato le riserve dela Juve contro una Roma piena di titolari, assetata di vendetta per le tre pappine del campionato e davanti ad un Olimpico stracolmo di gente? Semplice, perché se guardate il calendario vi accorgerete di quanti impegni attendono i nostri nel corso dei prossimi mesi e sperare e pensare che possano sempre giocare BuffonBarzagliBonucciChielliniLichsteinerAsamoahPirloPogbaVidalTevezLlorente è roba irrazionale. Infortuni, squalifiche e semplice accumulo di stanchezza non consentono a nessun allenatore al mondo di schierare sempre la stessa formazione.

Ecco allora che il problema non è il turnover ma la qualità della rosa. Se infatti hai necessità di operare dei cambi devi farli con quello che hai e se quel che hai risponde al nome di Isla allora sarà Isla a giocare. Poi, certo, ci si può chiedere come si possa pensare di vincere contro la Roma senza gli attaccanti titolari e senza gli esterni titolari è un enigma, ma rischiare i titolari per un quarto di finale di Coppa Italia quando ancora hai in ballo campionato ed Europa League sarebbe folle.

padoinBen altro discorso sarebbe, quindi, avere riserve di altro livello. Ma la Juve di oggi può permetterselo? I conti stanno andando a posto, questo lo sappiamo, però già oggi la Juve ha il monte ingaggi più alto della Serie A, e se al posto di Padoin, con i suoi 700 mila euro, introduci un giocatore di livello più elevato a cui però devi dare uno stipendio almeno doppio, e fai la stessa cosa con Caceres, Isla, De Ceglie, Peluso e via discorrendo ecco che le spese lievitano, fermo restando che gestire una rosa di 20 titolari è ben diverso che farlo con una di 12 o 13.

Non credo ci si possa illudere per il futuro, poiché la linea è tracciata: c’è un equilibrio da rispettare e se non vendi non compri. Ma non è un problema, nel senso che se anche l’anno prossimo a questo 11 titolare aggiungi un esterno offensivo di livello ed un attaccante con il fiuto del gol allora avrai una squadra ancora più forte. Però sarà difficile, e molto, puntare a fantomatici “triplete“, che peraltro solo a nominarli portano una sfiga tremenda. Ci si dovrà concentrare sul campionato, cercando di superare senza assurdi pareggi con squadre semi dilettantistiche il primo turno di Champions nella speranza poi di avere fortuna nei turni successivi, sia per quanto riguarda il sorteggio, sia per quanto concerne la disponibilità dei titolari. Il tutto, senza dimenticare che occorre essere capaci di sfruttare al meglio la propria potenzialità sia quando l’avversaria si chiama Roma, sia quando risponde al nome di Trabzonspor.

 

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