Non c’è più rispetto per il Torino…

Parlar male del Toro in questo periodo è perfin troppo semplice, perché quando si viene da quattro sconfitte nelle ultime cinque partite, con solo quattro goal segnati (uno con Bologna e tre a Verona) e una sterilità in attacco che dura ormai da tre gare, è normale pensare a cosa manca a questa squadra, e tirar nuovamente fuori tutti quei problemi che il filotto di risultati positivi iniziato dopo la partita contro il Catania nel girone di andata, aveva un po’ mascherato, perché si sa che al Toro ci si butta giù in fretta quando le cose vanno male, così come ci si entusiasma forse anche troppo quando tutto fila per il verso giusto.

Ma l’intento di questo articolo non è quello di parlare della situazione tecnica di una squadra che fino a questo momento ha fatto i miracoli, pur non avendo un organico di qualità, sapientemente gestito da mister Ventura, e che sta oggi attraversando un periodo di appannamento,  causato forse anche dall’appagamento per l’aver conquistato anzitempo l’obiettivo stagionale della permanenza in categoria, anche se le scelte discutibili sul mercato come l’arrivo di Kurtic e la cessione di Brighi, la perdita di D’Ambrosio non rimpiazzato che hanno indebolito una rosa che sembrava essere più competitiva del previsto, meriterebbero comunque  una menzione.

Quel che deve far riflettere in questi giorni però sono le incessanti voci di mercato che riguardano i nostri giocatori migliori, ovvero Cerci, Immobile e Darmian, ogni giorno accostati a un club diverso, e soprattutto le dichiarazioni rilasciate dagli stessi e da Ventura che non fanno altro che creare ancor più incertezza e forse incredulità in una tifoseria che meriterebbe più considerazione e rispetto.

rispetto

Ed è così che ci si ritrova a leggere di Cerci che dichiaraNel calcio non contano solo i soldi, è anche importante sentirsi bene. A Torino sto benissimo, tutti mi vogliono bene e lavoro con persone fantastiche. In futuro, però, mi piacerebbe allenarmi in un centro sportivo di un top club. Mi fa piacere che mi seguano grandi squadre come Juve Milan e Inter, ma non so ancora nulla del mio futuro” e ancora alla domanda circa la percentuale di permanenza risponde “Sinceramente sono un po’ in difficoltà su questa domanda, però 50 e 50, so che potranno arrivare opportunità importanti e io dovrò essere pronto a coglierle

E non ha fatto molto meglio il suo gemello Ciro Immobile che rilanciato nel calcio che conta grazie al Torino, dopo il suo esordio nella nazionale maggiore alle domande dei giornalisti sul suo futuro ha risposto spavaldo “Sarei felice se la squadra raggiungesse l’Europa League. Resto a Torino? Adesso è presto“.

Così come stucchevoli si sono ripetute le dichiarazioni di mister Ventura che lo scorso anno diceva “D’Ambrosio merita una grande, Ogbonna merita una grande” e infatti i due giocatori sono sono andati via. E che ora senza farsi troppi problemi dice “Cerci merita una grande, Darmian merita una grande” dimenticando che il futuro non si costruisce soltanto coi Barreto, Masiello, Meggiorini e Padelli, ma soprattutto considerando e sottolineando come il Toro sia una piccola, e non è bello che questa convinzione venga proprio dal condottiero, ovvero colui che dovrebbe invece motivare al meglio i propri uomini cercando di inculcare nelle loro teste che stanno giocando per la miglior squadra al mondo, perché è questo che un comandante deve fare, così come fa il suo collega Conte, anche quando la Juve gioca in Europa dove certamente non è la miglior squadra. I giocatori dovrebbero sentirsi orgogliosi di vestire questa maglia, e il mister dovrebbe indottrinarli in questo, non consigliare loro altri lidi più prestigiosi.

Cerci, D’Ambrosio, Immobile e Ventura, i 4 elementi più rappresentativi del Torino che attraverso le loro dichiarazioni sembrano indirettamente gettar fango sulla  società, definendola in più occasioni e neanche tanto indirettamente una provinciale, con il signor Cerci che addirittura sostiene di sognare di allenarsi in un centro sportivo di un top club, quasi come se la squadra che gli ha permesso di tornare ad essere un giocatore, dopo le notti brave di Firenze, fosse un puro è semplice passaggio necessario per ambire a qualcosa si più prestigioso. Un D’Ambrosio che dopo essere andato a far panchina all’Inter sostiene nelle interviste post gara coi granata di non avere nessuna nostalgia per la vecchia maglia, la telenovela estiva di Ogbonna che a più riprese ribadiva la sua voglia di passare alla Juve, senza che la società abbia mai preso posizione in merito, fa capire quanto i buoni risultati del girone di andata abbiamo soltanto nascosto i reali problemi di un club non in grado di imporre ai propri tesserati delle linee guida da seguire nelle conferenze stampa, gettando l’ambiente nella sempre presente incertezza.

Ma soprattutto senza lo straccio di un vero e proprio progetto di crescita a livello societario e di club, perché se così fosse, non si spiegherebbe il motivo per cui tutti i giocatori una volta tirato su la testa da sotto il fango dell’anonimato da cui sono stati ripescati, non vedano l’ora di fare le valigie verso lidi che definiscono più prestigiosi, finendo poi a scaldare qualche panchina.

E ancora più grave le sempre maggiori umiliazioni ed incazzature che siamo costretti a subire ogni anno noi tifosi, coi giocatori che a cuor leggero si permettono di non garantire alcuna certezza circa la loro permanenza, sostenendo di sognare o di sentirsi lusingati di poter passare addirittura alla Juventus, sbandierando ai quattro venti di allenarsi in un campo di patate, sperando in qualcosa di meglio.

La società dovrebbe prendere posizione, imporre la sua forza e non lasciar sempre correre. Ma ve lo immaginate se un Policano verso la fine del campionato avesse detto “sono lusingato dell’interesse della Juventus“??? Come minimo avrebbe ricevuto una sonora tirata d’orecchie dalla società (ai tempi il DS era un certo Luciano Moggi), e soprattutto qualche tifoso gli avrebbe ricordato cosa vuol dire essere granata in modo non troppo ortodosso. I giocatori dovrebbero mettersi in testa che il Toro non è il Parma o il Livorno, essere del Toro vuol dire amare la sua maglia e rispettare la sua gente, e dovrebbero essere per primi i vertici della società ad imporre le linee guida, evitando magari ogni estate i soliti “affari” con l’altra squadra di Torino,  imponendo ai giocatori di non rilasciare certe dichiarazione e soprattutto facendo maggior chiarezza sul mercato e sulle prospettive della squadra.

Ma cosa significano le dichiarazioni di Cairo quando sostiene “vogliamo trattenere Cerci ma se la sua volontà è un’altra lo lasceremo andare“? Perchè con D’Ambrosio si è arrivati allo scontro andando a perdere un giocatore fondamentale al prezzo delle patate? Perchè Immobile in compropietà con la Juve con il rischio concreto di esser messi la prossima estate con le spalle al muro da chi è più potente? Perchè lasciare che Ventura non perda occasione di ricordare che i nostri migliori giocatori meritano di giocare in qualche altra grande squadra?  Perchè non è stata in qualche modo motivata la squadra per raggiungere (o almeno provarci) il traguardo europeo, invece che demotivare l’ambiente con notizie di eventuali cessioni e smantellamenti?

Il Toro merita più rispetto, dal presidente, dalla società, dai giocatori e dal mister!

 

 

Comments

  1. Erik says

    Su Immobile c’è da dire che essendo in comproprietà gli si può giustificare che non sappia se resta a Torino.
    Gli altri(allenatore e giocatori) dovrebbero solo stare zitti, impegnarsi e non fare alcuna dichiarazione che possa offendere o illudere i tifosi; se fossimo una società seria dopo la sconfitta con l’Inter(ma anche prima con la Samp) si organizzava un ritiro punitivo.
    La gestione Cairo è comunque ancora ben lontana dall’essere perfetta, manca un centro di allenamenti serio per prima squadra e giovanili oltre a un’idea di una squadra che possa essere iniziare un cammino di crescita.

  2. Marcello Chiti says

    Il problema è sempre lo stesso: se sei un buon giocatore, con talento epotenziale, e giochi in una squadra il cui massimo obiettivo è la salvezza, perchè mai dovresti pensare di fermarti a vita? Pensiamo al lavoro di ognuno di noi: non vorremmo lavorare per una società più prestigiosa, con obiettivi più alti e, perchè no, uno stipendio più alto? I giocatori sono come tutte le altre persone: puntano al meglio. E allora bisogna offrire loro delle possibilità, dei traguardi, delle opportunità: puntare all’Europa per il Toro non sarebbe una chimera ma cairo dovrebbe volerlo e dichiararlo. E quindi attrezzarsi e spendere per costruire una squadra in grado di farlo. Così come tirare fuori i soldi per rifare al più presto il Filadelfia, la nostra casa, dove i giocatori potrebbero allenarsi ed essere sempre vicino ai tifosi. Invece si vivacchia, si spende il minimo per puntare alla salvezza, magari anche all’ultima giornata. Perchè chi se ne frega della nostra ambizione di tornare ad essere una protagonista in Italia e in Europa… Ecco allora che gente come Immobile e Cerci non ci pensa affatto a restare a lottare per i prossimi anni per una risicata salvezza, vuole – giustamente – di più. Ma finchè avremo cairo alla guida non ci sarà futuro: solo un presente che potrò essere più o meno positivo a seconda di come gira l’annata… Nulla più…

  3. Adriano says

    Ma siamo una piccola! Dobbiamo fare gli ipocriti e non capire che i giocatori, come tutti i professionisti, hanno le loro legittime aspirazioni di carriera?
    Personalmente davo Cerci in una “grande” già l’anno passato. Per me quest’anno è un regalo!
    Non c’è neanche da mitizzare troppo il passato: quel Toro di Policano ha venduto i suoi Corradini, Fusi, Dino Baggio alle grandi di allora …

  4. Domenico says

    Volete provare a riaviere un calcio più giusto .. dove verona, sampdoria, torino, parma, etc. possano sperare di vincere uno scudetto?

    bene .. venite in maratona, riprendete le radioline e mandate a cagare sky, mediaset e tutti coloro che vivono parlano delle squadre a strisce.

    Non cambierà il mondo, ma qualcosa migliorerà

  5. Umberto Perlo says

    L’amore per la maglia, che è poi il senso di appartenenza, oggi non ha più il valore dell’anche recente passato. Oggi gli ingaggi di giocatori hanno raggiunto cifre molto alte e ci sono grandi differenze tra ciò che offre una squadra come il Toro e le maggiori o quelle che tendono a diventarlo.
    La prospettiva di guadagnare molto di più, surclassa il valore morale dell’appartenenza. Se oggi Ogbonna guadagna 1.600.000 euro l’anno, guadagna 800.000 euro in più di quanto avrebbe continuato a guadagnare al Toro, che è un’enormità quantificabile in circa 2.200 euro al giorno ai quali è pressochè impossibile rinunciare se si ha la opportunità di approfittarne per un giovane che ha davanti a se una decina di anni scarsi a questi livelli, per poi cadere nel calderone degli ex, dal quale ben pochi escono ricchi.
    Tuttavia anche se questa è la realtà, vi è modo e modo per viverla e gestirla, e il modo migliore è quello di tacere, gestire in modo riservato la cosa e non fare come i casi citati che sventolando la bandiera della sincera onestà, creano situazioni imbarazzanti. Ma siamo sicuri che oltre ad avere il talento che gli fa muovere gambe, piedi e testa, gli interessati dispongano anche di altre doti intellettuali capaci di guidarli in ogni circostanza?, Io ho seri dubbi, al riguardo.

  6. Ettore says

    Date loro, a tutti loro, 2000 euro al mese. Concedete loro un contratto da apprendista.
    E vediamo dove vanno …

  7. Alberto says

    ..A torino eterni secondi, in italia eterni sfigati. Tornate in b è li la vostra dimensione…e cerci tenetevelo pure…

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