Il fallimento dell’Italia del codice etico e di calciopoli

L’eliminazione dell’Italia dal Mondiale, per la seconda volta consecutiva prima delle fasi ad eliminazione diretta, non rappresenta soltanto la sconfitta di una squadra e di una generazione di calciatori. No, rappresenta molto di più, come le dimissioni di Prandelli e di Abete stanno a dimostrare.

L’eliminazione dell’Italia rappresenta il fallimento di un modo di concepire il calcio che è figlio della morale prevalente in Italia. O meglio, prevalente tra le classi sociali intellettualmente dominanti. Sì, perché come le parole di Buffon e De Rossi nel dopo gara hanno confermato (in pratica, entrambi se la prendono con quelli che fanno i personaggi e i fenomeni e, ancor di più, con chi gli ha dato corda dipingendo Balotelli e Prandelli come i protagonisti unici della Nazionale), la Nazionale di Prandelli è stata quella del codice etico, del moralismo e dei benpensanti, del Balotelli al centro di tutto perché lui è il bambino nero dalla storia difficile che rappresenta la nuova Italia e che, per questo, viene osteggiato e fischiato dalla vecchia Italia, quella razzista e becera.

Non solo. La Nazionale di Prandelli è la nazionale dei giornalisti. Non di tutti, ma di quella casta di opinionisti che va in televisione o che scrive per i principali quotidiani italiani, da Varriale a Zaccheroni, dal duo Caressa-Bergomi alla Gazzetta dello Sport, che godevano del fatto di poter decidere cosa il Commissario Tecnico della Nazionale dovesse fare. E allora ecco che Balotelli unico fuoriclasse, ecco Cassano in Nazionale nonostante si sapesse che il gruppo non lo tollerasse, ecco il modulo che, dopo una sola partita vinta, deve diventare quel 3-5-2 che pure fino a un mese fa era del tutto fuori logica. Ricordate? Conte non può far giocare la Juve così perché quello è un modulo che fuori dall’Italia è perdente. Di colpo i giornalisti chiedono il 3.5.2 e tac, ecco che il Prandelli etico accontenta tutti e cambia modulo.

Ma, soprattutto, l’eliminazione dell’Italia dai Mondiali rappresenta la fine di un’era, quella di Abete alla FIGC. La FIGC di Abete è figlia di Calciopoli. Calciopoli, se ci pensate, ha molto in comune con il modo di pensare di Prandelli. Opinione pubblica da accontentare, con tutto il corredo di giornalisti opinion-leader di cui sopra, e squadra vincente da accoppare. Affossare la squadra vincente e prepotente, magari approfittando del vuoto di potere dovuto alla morte dei fratelli Agnelli, per poter dire: ecco, ora tutto è limpido, il calcio è pulito e chi non vinceva era giustificato da quel che qualche intercettazione manipolata (e molte altre furbescamente ignorate) ha potuto dimostrare.

Un processo sommario, una decisione ridicola (gli scudetti revocati e la retrocessione in B della Juve, con penalizzazioni ridicole per le altre, tipo quella del Milan, saggiamente tale da consentirle di giocare, e poi vincere, la Champions League) peraltro affidata a un ex dirigente della squadra, l’Inter, che avrebbe tratto vantaggio da tutta la vicenda.

Cesare Prandelli takes over the Italian national teamEra tutto logico, però. La gente odia la Juve e allora basta un pretesto per provare a distruggerla. I giornalisti di Milano e Roma, ossia tutti quelli che ho citato prima e comunque tutti i più influenti, che potevano trovare nuova verve moralizzatrice per il loro lavoro di lacché dei Moratti. Allo stesso modo, oggi, la Nazionale la deve allenare chi si scandalizza per il destro di Destro ma non per quello di Chiellini, che manda a casa Criscito perché sospettato (ingiustamente) di essere al centro dello scandalo del calcioscommesse ma che finge di non sapere che anche Bonucci ha vissuto la stessa ingiusta accusa nello stesso momento. Che fa del ragazzo adottato il personaggio positivo perché sempre ingiustamente provocato e discriminato per il suo essere di colore nero e non per il suo essere, semplicemente, un bambinone viziato che fallisce sempre gli appuntamenti che contano.

Questa Italia è fallita e ne dobbiamo gioire tutti. Ora, però, non illudiamoci. Non pensiamo che il prossimo Presidente Figc sarà il salvatore della Patria, perché sicuramente sarà scelto sempre dalla solita casta di dirigenti sportivi professionisti e ben ammanicati ai potenti di turno. Nè illudiamoci che il nuovo Commissario Tecnico possa riportarci sul tetto del mondo.

No, se oggi gli unici possibili giocatori non convocati a cui vogliamo appigliarci sono Destro e Rossi allora è semplice capire come il problema sia più esteso. Guardate i tornei mondiali giovanili. Mai, e dico mai, negli ultimi 10/15 anni ci sono state le selezioni italiane protagoniste. Mai. Ci sono il Brasile e le sudamericane in genere, la Francia, le Africane. Noi, mai. Per noi è già tanto che nascano gli Immobile, i Verratti e i De Sciglio. Bravi, sì, però non sono neanche avvicinabili ai Totti, Del Piero, Cannavaro, Pirlo, Buffon e Nesta. Non a caso, dei Campioni del Mondo.

Piccola chiosa finale: ho appena ascoltato il “maestro” Tabarez rispondere ad una domanda sul morso di Suarez. La sua risposta è stata: stiamo giocando un mondiale, non un trofeo di moralità. Ecco perché loro sono passati e noi no

Comments

  1. Giuseppe says

    Negli ultimi 20 anni si è solo ed esclusivamente investito sugli stranieri e si continuano ad avere nei nostri campionati giocatori con documenti truccati e date di nascita false per fargli fare i fenomeni nei campionati giovanili. Sapevano che sarebbe finita così. Destino dei nostri ragazzi italiani pilotato e relegati ai campionati minori. Oramai anche i dilettanti sono invasi da questi ragazzi portati in Italia e abbandonati poi per strada perché inadatti al calcio . Tutti sanno degli imbrogli e le società continuano a farli giocare. La federazione prima colpevole. Possibile non ci siano dei ragazzi italiani al pari degli stranieri o degli oriundi, o ritenuti tali, altro imbroglio, che possano giocate a calcio?

  2. Claudio says

    e cosa deve fare tutto il MONDO di squadre di calcio che non è composto dalle nuove “sorelle”? Stare a guardare fintamente compiaciuto in disparte, come una cugina zitella al matrimonio, che i trofei se li aggiudicano sempre le stesse e con essi i soldi ed il mercato derivanti? Si compra e si investe fuori dall’italia perchè costa meno.
    Tra l’altro, a mio personalissimo avviso, io ho notato la tendenza della juventus a comprare giocatori col prevalente fine di toglierli dal mercato italiano (v ogbonna e la caterva di attaccanti in soffitta).

  3. Silvio Cantarini says

    Ci sarebbe tanto da dire, da quanto lontano arriva questo fallimento (il secondo, e forse peggiore del primo in 4 anni!), ma mi limiterò a brevi considerazioni : 1 – Non si può disputare un mondiale con Buffon, De Rossi, Pirlo, Marchisio, Chiellini e basta! Tutti gli altri, perfetti sconosciuti ed inesistenti….Paletta, Parolo, Tiago Motta etc. alcuni non avevano mai giocato insieme, Immobile e Balotelli (stendiamo un velo pietoso) assolutamente spaesati! 2 – Siamo scesi in campo ogni volta improvvisando schemi e/o tattica, grave questo da parte di Prandelli, che pure stimo molto. 3 – Abbiamo meritato nettamente di uscire dal Mondiale, ma quello che brucia di più è l’assoluta mancanza di impegno e responsabilità di molti giocatori e di buona parte dello staff, azzeriamo tutto, ma proprio tutto e prendiamo esempio da Cile, Costarica, Zaire e molti altri paesi che ci hanno dimostrato veramente con quale spirito si disputa un Mondiale!

  4. Jacopo Azzolini says

    Bravo, tutto giusto!
    Ovviamente è legittimo godere per le dimissioni di Abete. Allo stesso modo, è però utopico pensare che possa cambiare veramente qualcosa.
    Il calcio è lo specchio della nazione, la FIGC non è eccessivamente (purtroppo) diversa da qualsiasi altro organo istituzionale e politico. A meno di drastiche modifiche a livello generale, credo che la Federazione continuerà ad essere governata da incompetenza e clientelismo.

  5. Marco says

    Questa nazionale così infarcita di mediocri (Prandelli, Balotelli, Cassano, Thiago Motta, Paletta, Abate, Aquilani, Parolo) ha accumulato un credito tale con la fortuna due anni fa (Europeo di livello infimo tranne la partita coi tedeschi, che ormai credo preferiscano ritirarsi che incontrarci) che quest’anno sembra impossibile essere usciti già a questo punto. Dove voleva andare Prandelli, affidando la squadra ad un giocatore reduce dalla sua peggior stagione (mai esaltante nemmeno nelle migliori) e rendendolo un titolare inamovibile? Balotelli non è un leader, non è un campione e nemmeno un fuoriclasse. E’ un buon giocatore e nulla più, sopravvalutato da giornali e qualche addetto ai lavori e, assieme a Cassano, forma una bella coppia di spacca-spogliatoi, che è proprio ciò che si deve evitare in una competizione breve come un mondiale. Lippi fece bene quattro anni fa a ignorarli entrambi, e oggi possiamo dire che ha ottenuto gli stessi risultati di Prandelli, ma con una squadra molto più scarsa (puntò sul gruppo, ma il materiale a disposizione era o pessimo o troppo grezzo). Di Prandelli resteranno le mille scuse per le altrettante sconfitte (dopo lo stupro subìto in finale contro la Spagna disse che la colpa era dei club che non gli davano i giocatori per gli stages, mentre ieri è stata colpa dell’arbitro, dopo essere stata colpa del caldo e dei mancati time-out). Dispiace solo che Pirlo si sia dovuto giocare l’ultimo mondiale con certa gente e ad un così basso livello.

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