Caro Conte, essere professionisti non significa perdere la dignità

Sto sbagliando, lo so. Scrivere un articolo quando si è ancora preda di emozioni forti e contrastanti non va mai bene. Scriverò sicuramente cose di cui mi pentirò, ma  è tale la rabbia e la delusione che mi ha preso dopo aver ascoltato la prima conferenza stampa di Antonio Conte CT della Nazionale che non posso proprio esimermi dall’esternare il mio pensiero.

Non sono di quelli che ha dato a Conte del traditore quando ha lasciato la Juve. Ho sempre detto che il calcio oggi è una questione di professionismo, ambizione e soprattutto soldi e, per questo, non è più il caso di affezionarsi a nessuno e a credere nelle bandiere; e quando i tifosi lo capiranno sarà un passo in avanti importante per la maturazione culturale di questo paese.

Pertanto, che Conte abbia ritenuto che non ci fossero i presupposti per proseguire nella sua avventura bianconera è perfettamente legittimo. Chi ha avuto torto e chi ragione tra Juventus e Conte è cosa difficile da sapere, visto che i diretti interessati non vogliono chiarire la vicenda. Ognuno si è fatto la propria idea e Amen. Quello che contestai a Conte era il fatto di aver capito il 15 luglio che lui non poteva più allenare la Juve. La sua firma con la Nazionale ha scardinato molte delle mie certezze, perché ero convinto che Conte non fosse così poco intelligente da accettare una proposta professionale in cui ha solo da perderci e nulla da guadagnarci. Ma tant’è.

Poi però arriva il 19 di agosto e, nel corso della conferenza stampa di presentazione del nuovo Commissario Tecnico della Nazionale, Conte si macchia di due colpe davvero gravi, che, almeno ai miei occhi ridimensionano l’uomo Conte in modo davvero clamoroso. La prima, a proposito della squalifica di due anni fa per il calcioscommesse. A precisa domanda, Conte risponde: la squalifica fu ingiusta, ma è stata comunque un’occasione di crescita. Ma come? Crescita? Ma te la sei dimenticata, caro Antonio, la conferenza stampa “agghiacciante”? Quella in cui accusavi “lorsignori” di avercela con te solo perché antipatico, vincente e, in fin dei conti, gobbo? Noi non l’abbiamo dimenticata, anche perché, ai nostri occhi, era tutto coerente: colpire la Juve sempre e comunque, anche quando le prove stanno a zero, come poi la storia ha dimostrato. La Figc che colpiva Conte, peraltro con tanto di stampa che sosteneva che Conte fosse da radiare, era la stessa federazione che mise un ex dirigente dell’Inter e del suo principale sponsor a giudicare, in 15 giorni, una vicenda complicata quale calciopoli. E sappiamo tutti com’è andata.

La seconda colpa del Conte neo CT è quella di aver risposto, alla domanda dell’attento (e talvolta perfido) giornalista di Repubblica Crosetti, relativa al numero di scudetti della Juve, “quelli che sento miei sono 8, cinque da giocatore, 3 da allenatore”.

Chi sostiene che Conte avrebbe dovuto alzarsi e urlare: sono 32, teste di cazzo! ovviamente vive fuori dalla realtà. Del resto, il contenzioso sugli scudetti la Juve ce l’ha proprio con i nuovi datori di lavoro di Conte. Però avrebbe potuto dimostrare non solo più coerenza, ma anche dignità, non smentendo quel che più volte ha ribadito. Siccome Conte non più di tre mesi fa indossava magliette con la scritta 32 forse oggi avrebbe potuto tacere o dire altro, tipo: “la questione è scomoda e si presta a sicure polemiche. Sapete tutti quel che ho detto in passato e non serve aggiungere altro. Pensiamo alla Nazionale, piuttosto“. E invece no.

E allora, caro Antonio Conte da Lecce, da oggi tutto cambia nella considerazione che ho per te come uomo. Non posso più fingere di aver dimenticato quando tu, allenatore dell’Arezzo appena retrocesso, dichiarasti: “Sono deluso; retrocedere così fa male, però mi fa capire cose che già sapevo… Evviva questo calcio pulito“. Né posso dimenticare quando, dopo che la società Juventus ti difese allo spasmo durante la tua squalifica, accettando di restare parte della stagione senza un allenatore durante le gare ufficiali, tu mettesti in scena la sceneggiata del “non so se resto, dobbiamo parlare con la società”, che poi si risolse con abbracci e baci tra te e Agnelli. Né, ancora, posso accettare che nel 2014, appena conquistato lo scudetto, anziché lasciarci festeggiare e godere, iniziasti a dire che un ciclo era finito, che non c’erano prospettive di crescita, che sarebbe stato impossibile, con quei giocatori, vincere ancora eccetera eccetera, lasciandoci l’amaro in bocca quasi che noi juventini fossimo degli interisti qualsiasi, quelli che Mourinho scaricò appena conquistata la Champions League. E, ancora, quando mettesti davanti Antonio Conte alla squadra che pur ti aveva reso Antonio Conte, accusando Capello, quello di cui ricordavi solo i 2 scudetti revocati, solo perché si era permesso di criticare la tua gestione dello spogliatoio. E, infine, perché accettare di restare alla Juve a maggio, salvo rovinarmi le vacanze e minare la serenità familiare al 15 luglio?

Eh no, Antonio Conte. Oggi abbiamo avuto la certezza non solo di quanto io già sapevo, e cioè che a te è sempre e solo interessato Antonio Conte e basta, ma anche che tutte le volte in cui hai parlato di essere uomini prima che essere professionisti forse facevi uso solo di retorica senza crederci affatto. Come hai potuto accettare l’incarico della Federazione di Tavecchio? Con che animo hai cenato, ieri sera, con i tuoi nuovi capi, Tavecchio appunto, e Lotito? Quella stessa Federazione che ti voleva punire per un fatto non commesso! Quella Federazione che si inventò quella calciopoli che pure tu condannasti, non più di 6 mesi fa, proprio in occasione della polemica con Capello (quando di sicuro qualcuno, in società, ti tirò le orecchie inducendoti a ritrattare sugli scudetti revocati)!

Mi spiace per te, Antonio Conte, perché la tua esperienza in Nazionale non andrà bene. Ti faranno a pezzi, hanno già iniziato. Alle prime sconfitte o difficoltà tornerai ad essere un gobbodimerdachesivendevalepartiteecheallafacciadellacrisisiprende4milionidistipendio. Stanne certo. Dovrai convincere gente come Buffon, Pirlo, Chiellini, Bonucci, Marchisio che non era a loro che ti riferivi quando parlavi di giocatori che ormai avevano dato tutto (ma loro scemi non sono). Dovrai vincere e solo vincere, perché tu sei Conte, profeta della vittoria come unica cosa che conta e non potrai celarti dietro un patetico “veniamo da 2 eliminazioni al primo turno consecutive” perché questa è un’altra storia. E con questa Italia sarà già tanto arrivare tra le prime 4 in Europa e tra le prime 8 nel mondo. E, soprattutto, perché come allenatore dell’Italia non godrai più della stima e del credito illimitato dei tuoi tifosi. I tifosi dell’Italia non sono quelli della Juve. Non ti perdonerann0 nulla e ti faranno pagare le umiliazioni che hai loro comminato sul campo in questi tre anni da allenatore della Juve (e i tantissimi da giocatore). E non avrai più nemmeno l’appoggio proprio dei tuoi tifosi, quelli della Juve, che ti hanno spinto sulla panchina della Juve nonostante non ne avessi conquistato il diritto “sul campo”, che ti hanno sostenuto e osannato sempre, che addirittura hanno deciso di non seguire più la loro squadra perché non sarebbe stata più da te allenata.

E a quel punto di Conte resterà solo l’allenatore preparatissimo tecnicamente ma incapace di accettare le critiche, incoerente al punto di dire che conta solo il risultato del campo quando vinci mentre poi accusare giornalisti, avversari scorretti, arbitri e “lorsignori” quando perdi. Il tutto, ovviamente, in attesa di un top club nel quale vincere la Champions League, sedendosi ad un tavolo da 100 euro con 100 euro intasca, più la mancia.

In bocca al lupo e buona fortuna, ne avrai bisogno.

Dispiace.

 

Comments

  1. Silvio Cantarini says

    Non possiamo giudicare e processare, vita natural durante, Conte e gli allenatori di club come lui. Credo che in linea di massima ognuno di loro, in fondo, pensi solennemente ai propri interessi, cosa dire allora di Allegri che sputava fango e veleno addosso alla Juve ogni minuto ed ora è allenatore dei bianconeri? Ricordo pochissimi “Puri”: Maestrelli, Bearzot e forse Zeman.
    Conte è il nuovo CT della Nazionale di calcio Italiana, auguriamo a lui ed ai nuovi titolari della squadra, nonchè a tutta la Federazione, tanta buona sorte poichè gli ultimi due mondiali hanno davvero umiliato i tifosi e gli amanti del calcio azzurro che hanno sempre sostenuto disperatamente la Nazionale, speriamo che Conte ci riporti un pò di soddisfazioni!

  2. Walter says

    Prima di scrivere certe cose facciamo in piccolo corso per sapere cosa significa occasione di crescita….
    Grazie

  3. Policarpo says

    Si può dire tutto e il contrario di tutto, ma nemmeno pretendere che Conte sulla facenda scudetti rispondesse come ognuno di noi vorrebbe, per me è stato molto intelligente, sviando a una domanda poco seria per non dire altro, ma sulla prima conferenza stampa di commissario della Nazionale, cosa vuol dire parlare ancora di Juve, …solo creare casini…

  4. Fabio says

    Sono venuto a sapere da fonti certe e interne cose su Conte che non sono state dette… Tipo contratti già stipulati con un’altra società e una sanzione per non poter più allenare squadre di club! Ma è meglio tenere tutto nascosto

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