Contro la Juve il catenaccio non paga. Eppure così fan tutte

In una serata come quella di fine estate a Milano, stadio San Siro, la Scala del calcio, nella quale si celebra una onorevole sconfitta dei sette volte campioni d’Europa del Milan per “solo” 0-1 con tanto di “mi aspettavo che ci distruggessero” pronunciato da mister Inzaghi si comprende come il calcio italiano stia sprofondando in modo sempre più inconsapevole, eppur soddisfatto, vero la periferia del calcio che conta.

Nel calcio ci sono dei cicli: il Genoa che vince i primi campionati, il Grande Torino, la Juve dei cinque scudetti consecutivi, l’Inter di Herrera, il Milan di Sacchi, la Juve di Lippi eccetera eccetera. Ci sono società che scrivono pagine importanti di storia del calcio per poi concedersi, loro malgrado, periodi più o meno lunghi di oblio. Quel che però spero è che quando anche il ciclo vincente della Juve post-farsopoli terminerà, non dovrò mai essere felice per aver perso “solo” 1-0 dalla squadra più forte del momento.

Il Milan esce felice da San Siro e non saremo certo noi a guastargli la festa. A loro la gioia effimera di una partita onorevole (ma la differenza di valori è apparsa schiacciante e basta leggere le statistiche del match per farsene un’idea), a noi i 3 punti. Va bene così.

inzaghi2Ciò che però mi sorprende è una semplice constatazione: nelle ultime 3 stagioni, e questa non sarà da meno, chiunque abbia affrontato la Juventus lo ha fatto chiudendosi in modo certosino, come se il catenaccio all’italiana non fosse cosa del secolo scorso. Se però a farlo sono il Chievo o il Cesena è qualcosa di ovvio, probabilmente. Se lo fanno il Milan e l’Inter allora c’è qualcosa che non va. Anche perché probabilmente il Cesena anche volendo non potrebbe far altro che difendersi e subire la manovra dei Campioni d’Italia. Ma alcune squadre, come le citate milanesi, hanno, nonostante la loro crisi, economica e di risultati, giocatori in grado di creare problemi alla Juventus. Se hai Menez, El Shaarawy e magari Torres puoi anche sperare di fare una partita giocando in modo dignitoso.

Non ne faccio una questione di estetica né di ideologia: io mi diverto solo quando vinco, se poi lo faccio anche divertendomi meglio ancora. No, ne faccio una questione di mero calcolo matematico. In questi tre anni quasi quattro, quante squadre hanno fatto il catenaccio contro la Juve? Tante per non dire quasi tutte. Quante hanno vinto? Poche. Se restiamo all’ultima stagione praticamente nessuna: le due sconfitte della stagione sono maturate contro Fiorentina e Napoli che non hanno di certo schiacciato la Juventus ma se la sono giocata mentre per quanto riguarda le partite pareggiate, la Juve è stata fermata da Lazio (1-1 con Juve però in 10 per larga parte della gara) e Verona (2-2 con recupero finale dallo 0-2 per i bianconeri) che però non hanno rinunciato a giocarsela. Poi c’è stata l’Inter che, a San Siro, alla terza giornata, ha imposto l’1-1 alla squadra di Conte. Ma diciamo che fu una giornata storta per la Juve perché poi, al ritorno, la tattica di Mazzarri venne annichilita da Lichsteiner, Chiellini e Vidal.

E allora, se è ormai acclarato che la Juventus è squadra troppo forte rispetto a tutte le altre compagini (Roma esclusa) e che puoi difenderti in 10, picchiare come fabbri, marcare a uomo Pirlo, entrare da dietro su Tevez ma tanto alla fine perdi allora perché dobbiamo assistere a spettacoli pietosi come quelli dell’altra sera a San Siro? Perché va bene tutto, è bello vincere ed è bello farlo dominando, però vedere il Milan fare il catenaccio ed ascoltare le parole felici del suo mister per il risultato rende tutto un po’ non triste, perché sarei ipocrita a sostenerlo, ma quantomeno malinconico.

Mi sembra addirittura che con Allegri in panchina manchi alla Juve quella frenesia contiana nello sbloccare il risultato. C’è una squadra che macina gioco con serenità, consapevole della propria forza e del fatto che, prima o poi, la rete arriverà. E in genere arriva.

Qual’è il fine di un allenatore che sa di avere una squadra nettamente più debole della Juventus e di uscire dal campo sconfitto comunque e imposta la partita rinunciando ad attaccare? Quello di perdere “solo” 1-0 se va bene? Ma non è più intelligente provare quantomeno a giocarsela, visto che non si ha niente da perdere? Cosa si rischia, di prenderne 3 o 4? E che problema c’è? Non sareste i primi e nemmeno gli ultimi.

In Premier League, così come in Liga, esistono le stesse differenze tra le prime e le ultime. Anzi, Real e Barcellona, Chelsea, City e United sono molto, ma molto, più ricche di quanto non siano Juve e Roma. Eppure nessuna squadra le affronta facendo il catenaccio E, ogni tanto, ci scappa la sorpresa. Ma, soprattutto, sono i campionati ad essere più interessanti, le partite più imprevedibili e divertenti. Fa bene ai tifosi, fa bene alle tv e diverte chi la partita la guarda dalla Cina o dall’Indonesia (Thohir a parte). Immaginatevi i milioni di persone che hanno assistito a Milan-Juventus dalle parti più svariate del mondo. Immaginate che spot per il nostro calcio, triangolo Tevez-Pogba-Tevez-Gol a parte.

Si parla tanto dei problemi del nostro calcio e quello del pessimo spettacolo offerto ne rappresenta senz’altro uno dei principali. Solo che anziché riconoscere e affrontare il problema ci si esalta per aver perso contro la squadra più forte rinunciando del tutto a giocare. Il baratro è sempre più vicino e per fortuna c’è chi si è messo in salvo per tempo.

 

 

Lascia un Commento

L'indirizzo email non verrà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

È possibile utilizzare questi tag ed attributi XHTML: <a href="" title=""> <abbr title=""> <acronym title=""> <b> <blockquote cite=""> <cite> <code> <del datetime=""> <em> <i> <q cite=""> <strike> <strong>