Torino – Copenaghen 1-0: Tanta fatica e vittoria da Toro!

10721374_10203577512071833_566606689_nQuanto tempo abbiamo aspettato questo momento. Oltre 20 anni sono passati dal marzo del ‘94 quando il Toro affrontava l’Arsenal negli ottavi di finale di Coppa delle Coppe pareggiando 0-0 in casa e perdendo 1-0 nel ritorno a Londra per una capocciata vincente del capitano di lungo corso Tony Adams.

Ho indossato, per l’occasione, la mia maglia del Toro nuova di zecca, ho messo in un cassetto le paure, la delusione del calciomercato, il gioco finora non proprio eccellente e i dubbi di Ventura e ho pensato solo al Toro, al nostro Toro, sperando che i “nostri” in campo facessero lo stesso.

Atmosfera da notte di coppa, collegamento di Italia 1 con l’Olimpico già alle 20.20, servizi speciali sui Granata, interviste pre-gara nello spogliatoio…Siamo proprio noi? Quasi da non credere. Grazie a tutti i nostri ragazzi per lo scorso anno ma grazie anche al “signor culatello di Parma” per non aver adempiuto ai suoi doveri, sennò, stante anche lo sciagurato rigore di Cerci a Firenze, non saremmo qui. Ma proviamo a godere, per una volta.

Ventura abbandona per una sera il 3-6-1 delle ultime due gare e torna al 3-5-2. Torna Amauri in attacco dal 1’ minuto e al suo fianco, udite udite, il “desaparecidoJosef Martinez giovane venezuelano di belle speranze, visto finora tre volte per 15’ minuti in gare ufficiali.

Gillet confermato anche in Coppa ha davanti a se la difesa titolare Maksimovic-Glik-Moretti, forse contro i danesi testa di serie del girone, Ventura non si fida di buttare nella mischia Jansson e Gaston Silva come fatto a Bruges. Linea dei 5 a centrocampo con Darmian, Benassi, Gazzi, Sanchez Mino e Molinaro. Bruno Peres e Ruben Perez sono fuori dalla lista Uefa.

Primi 3 minuti e 30 secondi e il Toro non tocca palla…Non che i danesi facciano qualcosa di particolare ma la palla non gliela togliamo. Ma è solo un momento. Il Toro con la testa stasera c’è e si vede. Ottimi Darmian e soprattutto Molinaro sulle fasce. L’ex parmense però scopre di avere stop e corsa ma di avere piedi “bruciati” al momento dell’ultimo passaggio, anche se è suo il tiro più pericoloso deviato in tuffo dal portiere danese.

Difesa sempre ok. Oggi l’unico “stralunato” mi sembra Gillet che, di solito bravissimo con i piedi, sbaglia tutti i rilanci. Il belga non sarà mai impensierito per tutta la gara. Centrocampo: Gazzi è una calamita. Raccatta e gioca semplice tutti i palloni. Commette un solo errore di troppa sicurezza nel 2° tempo e poteva costarci caro, ma visto Vives fino ad ora, questo Gazzi è decisamente meglio. Benassi corre molto ma i piedi non sono il massimo e pecca di gioventù in molti falli evitabili. Sanchez Mino al momento è un mix tra un fuoriclasse e un giocatore normalissimo. Alterna giocate da funambolo a stop e passaggi improbabili. Batte bene e tesi gli angoli. Ha grossi margini di miglioramento. Se riuscirà a migliorarsi, abbiamo in rosa un futuro campione.

Amauri e Martinez. Fanno di tutto per ignorarsi soprattutto nel primo tempo. Martinez ha grande velocità, idee, numeri da giocatore vero ma è così acerbo che fa diventare difficili le cose facili. Prima si libera in velocità del suo marcatore e appena in area invece di servire sul dischetto un liberissimo Amauri, tira in porta malissimo di sinistro (peraltro non il suo piede migliore). Poi fa un numero degno del miglior Neymar e si trova solo a 10 metri dalla porta con la palla sul sinistro, pensi: ora tira. No, si riporta il pallone sul destro, perde l’attimo e addio…Nel 2° tempo finchè è in campo, si inventa un’altra sgroppata veloce sul lato sinistro, resiste ad una carica e tira di destro sul primo palo col portiere che riesce a mandarla in angolo. Ha dei numeri secondo me, ma in questo momento, più che partire dal 1° minuto, potrebbe fare danni agli avversari negli ultimi 20 con quella sua velocità e imprevedibilità, pronto a crescere e a ritagliarsi sempre più spazio.

Amauri da oggi detto “El stitico” (così come Dustin Hoffman definisce Robert De Niro nel film “Ti presento i miei” con Ben Stiller) si batte e si arrabatta la davanti. Purtroppo per lui (e per noi) non è il giocatore di Palermo e neanche quello di Parma. Non anticipa, non salta, non scatta. In grossa difficoltà. Speriamo recuperi un po’ di condizione. Visto ieri, è un elemento buono ad incitare folla e compagni, ma lontanissimo parente del bomber che fu. Lo sapevamo già del resto. E pensare, cari presidente e ds, che sarebbe bastato impegnarsi solo un poco di più sul mercato per trovare almeno un 29/30enne più agile e pronto di questo Amauri. Speriamo che “El stitico” presto ricordi come si fa ad essere bomber.

E’ Quagliarella, entrato a 20 minuti dalla fine a fare la differenza in attacco. Il Toro crea tantissimo, ma la sterilità quest’anno sembra congenita. Per fortuna che l’esperienza internazionale di Fabio al momento è fondamentale per le sorti del Toro. Il Copenaghen già in affanno per tutta la partita, quando entra Quagliarella va subito in crisi di identità, soprattutto in difesa e il fallo al 93’ in area di rigore sul 27 granata ne è l’esempio lampante nel finale travolgente.

Ammetto di non aver guardato tirare il rigore, dopo gli errori di Cerci a Firenze, di Larrondo con l’Inter e di El Kaddouri con il Verona e, forse, ha portato bene… Quaglia ha fatto gol. Il Toro è primo nel girone insieme al Bruges (vincitore 3-0 ad Helsinki) e le prossime due in Coppa le giocheremo proprio contro i finlandesi e vincendole entrambe… vabbè lasciamo stare… Nella rotta per Varsavia noi abbiamo il Capitano polacco che conosce la strada…

Grazie ai ragazzi. Grazie a mister Ventura che sta impegnandosi anche nelle giocate da fermo per trovare soluzioni al gol, la giocata del 1°tempo sulla traversa colpita da Moretti è uno schema lampante ed efficace.

Non sono tutte rose e fiori. 93 minuti per segnare, per giunta su rigore, contro una squadra venuta solo per lo 0-0, sono tanti, troppi. L’inefficacia offensiva è ancora il nostro grave problema. A parte Quagliarella, al momento, in attacco sembra esserci il vuoto, seppur ieri anche Larrondo nei pochi minuti giocati al posto di Amauri, si è dato da fare (suo l’assist di testa che ha messo Quagliarella davanti al portiere prima di essere atterrato in area) e Martinez, da rivedere, non sia niente male.

A Napoli sarà dura, anzi durissima. Sarà un’altra partita, probabilmente molto difensiva e si rivedrà il 3-6-1 di Cagliari e di Toro-Fiorentina. Se il Toro uscirà con un risultato positivo sarà un’ottima spinta per continuare a migliorare. In caso contrario, la strada per la tranquillità di gioco e risultati sarà ancora molto lunga. Ps: sarà stato Cravero “Granata vero” (commentatore di Italia 1) vestito da danese a buttar giù Quagliarella in area al 93’? Boh… Godiamocela!  FVCG!

 

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