Sassuolo e poi…svolta o solito Derby era-Cairo?

Sassuolo e poi…svolta o solito Derby era-Cairo?

Il Toro del prossimo fine settimana arriverà alla sfida con il Sassuolo con le ossa rotte da due sconfitte pesanti, seppur per motivi diversi. Quella di Helsinki, dovuta soprattutto all’aver sottovalutato il mediocre avversario. Da Ventura, che lasciando a casa tanti titolari ha reso un po’ più debole la sua “rosa” già di per se non proprio eccellente, per seguire con i suoi giocatori che non stanno rendendo come il tecnico si aspettava ma che invece molti tifosi avevano messo in conto. Per seguire con la sconfitta di Roma con i “titolari” in campo ma con un atteggiamento di troppa e continua attesa davanti ad un più forte avversario che non ha evitato la sconfitta.

Il Toro pecca parecchio in attacco e lo sanno anche i muri. Dietro Quagliarella c’è il vuoto e speriamo che al bomber napoletano non venga mai un raffreddore. Si spera in gennaio. Cairo ha detto di voler investire nel mercato di “riparazione” e vedremo se sarà vero.

La partita col Sassuolo, dicevamo, assume toni da fuori o dentro la crisi. Non vincere con gli emiliani significherebbe entrare in piena bagarre salvezza e con un derby alle porte che il Toro non vince dal 1995 e non pareggia dal 2002, è tutto dire. Senza contare che dall’avvento di Cairo ad oggi il Toro nei derby, non solo ha sempre perso, ma non non è neanche mai riuscito a segnare. Tentativo fallito anche nei 4 derby finora disputati con mister “libidine” Ventura sulla panchina granata (3-0, 0-2, 0-1, 1-0).

Col Sassuolo quindi, diventa fondamentale vincere.

Nelle gare precedenti alle partite importanti (juve, Roma, Napoli, Inter, Milan, Fiorentina) mister Ventura ha sempre deciso di fare un mini turn-over che gli consentisse di presentare i “migliori 11” alla gara “importante”. Visti i risultati (Ventura al Toro non ha mai vinto contro le squadre sopracitate) forse sarebbe il caso che i “migliori 11” vengano schierati col Sassuolo per provare a garantirsi tre punti importanti nel proseguio del campionato. Anche perché, pure recentemente con Helsinki e Roma, schierare le “riserve” prima e i “titolari” dopo, ha garantito due sconfitte e prestazioni a dir poco, non all’altezza.

Quando il Toro è sceso in campo, in questi ultimi due anni di A, con le sei “grandi” del torneo, ha avuto sempre un atteggiamento di “attesa” in campo, tenendosi ben coperto, evitando di scoprirsi, magari evitando anche sconfitte pesanti dal punto di vista del risultato, ma ottenendo poco o niente in merito ai punti in classifica.

Resta da capire se da migliorare sia, oltre alla “rosa” dei giocatori (chiaramente), anche l’atteggiamento che la nostra squadra mette in campo durante queste partite, soprattutto il derby.

Per il tifoso granata, il deby, NON è una partita qualsiasi e da tanto, troppo tempo, non si gioisce.

Siamo legati al fantastico ricordo dei due derby vinti, 3-2 e 2-1 (gli ultimi) nel 94/95, con Sonetti in panchina e Rizzitelli, Angloma, Abedì Pelè e Silenzi in campo. E la nostra ultima gioia sono i due derby pareggiati nel 2001/2002 con Camolese in panchina. Molto più affascinante fu quello di andata, il fantastico recupero da 0-3 a 3-3 con Lucarelli, Ferrante e Maspero e il rigore al 90’ di Salas spedito in curva gobba, piuttosto che quello di ritorno (2-2) che ci vide raggiunti da Maresca al 90’ dopo il vantaggio gobbo di Trezeguet e il ribaltamento con Ferrante e Cauet che ci aveva portato in vantaggio 2-1.

Qui sta il punto. Il tifoso granata getta il cuore oltre l’ostacolo ad ogni derby. Conosce il potere finanziario e politico degli “strisciati” e da il 200% dagli spalti per sostenere la sua squadra e vuole vedere allo stesso modo, i granata lottare contro il “nemico” per antonomasia. Vuole vedere la squadra dare tutto e anche di più, per battere quel nemico.

Dopo il forte Toro degli anni 70, spesso vincitore nei derby, anche negli anni 80 e fino alla metà degli anni 90, seppur con un Toro diverso e solo occasionalmente forte, abbiamo assistito a vittorie contro la juve o comunque a derby giocati col coltello tra i denti, ribattendo colpo su colpo anche nei casi di evidente difficoltà tecnica.

Come dimenticare ad esempio che, nel 2003, nonostante la bruttissima retrocessione di quell’anno, un Toro ridotto addiritturain 8 (otto) dall’arbitro De Santis (lo ricorderete per Calciopoli e le amicizie bianconere) per le espulsioni di Lucarelli, Mezzano e Marinelli, arrivò quasi a pareggiare l’iniziale vantaggio bianconero su autorete di Comotto, con Fattori che, solo davanti a Buffon, a tre metri dalla porta, indugiò così tanto da riuscire ad avere il tempo per fare tre finte al portiere prima di tirare fuori la palla. All’88’ poi arrivò il 2-0 finale di Tacchinardi, ma anche se quello era un Toro tecnicamente inguardabile, rischiò comunque di diventare “storico” anche in quell’occasione, per l’agonismo e la determinazione messa in campo.

Negli ultimi quattro derby invece, oltre ad aver assistito, a dire il vero, a diversi errori arbitrali che avrebbero potuto almeno regalare la gioia del gol alla squadra di Ventura, o almeno evitare gol bianconeri viziati da fuorigioco, è l’atteggiamento in campo della squadra che ha più di tutti deluso la maggior parte dei tifosi.

La squadra di Ventura ha giocato i suoi 4 derby cercando soprattutto di “non prenderle” per poi sperare in una giocata importante di Cerci nel primo anno e in Cerci e Immobile nel secondo. Ma in entrambi i casi, i “migliori” giocatori non hanno offerto prestazioni all’altezza, forse proprio perché gravati da tutta la responsabilità di dover essere, in questa gara, determinanti “per forza”.

Tanti, troppi uomini dietro la linea della palla. Atteggiamento spesso visto dal Toro di Ventura nelle gare con le “grandi”.

Forse il tecnico ha sempre puntato sul cercare di non fare “brutte figure” o magari di non fare la stessa fine di tante squadre che, affrontando a viso aperto le “grandi”, o la juve in particolare, le hanno poi prese sonoramente e di santa ragione (vedi juve-parma 7-0).

Ma se da un lato perdere 1-0 o 2-0 ci potrebbe far credere o pensare che la juve non abbia dominato, dall’altra parte si rischia, come al solito, di fare da “sparring-partner” senza “colpo ferire” e morire comunque di una morte annunciata.

La cosa stona e continuerebbe a stonare col carattere per cui il Toro, questa squadra, è conosciuta in tutto il mondo. Quel famoso “tremendismo granata” che da tanto, troppo tempo, nelle partite con le “grandi” e soprattutto contro la juve, non si vede più.

Cairo, Ventura e Petrachi ci parlano in continuazione di “progetto di crescita”. Come tifosi, crediamo fermamente che la crescita avvenga anche nella mentalità di chi manda in campo questi giocatori e li dovrebbe far rendere, in queste gare, così come il tifoso si aspetta. Una squadra grintosa, inferiore tecnicamente, ma superiore psicologicamente e agonisticamente, che metta l’anima in partite che possono rendere lodevole una stagione magra come quella che si prospetta, e che il tecnico, in conferenza stampa dopo la sconfitta di Roma con i giallorossi, ha definito con l’obiettivo del “mantenimento della categoria”.

Non ci aspettiamo un Toro all’arrembaggio certo, ne all’attacco senza criterio o troppo presente agonisticamente con falli che potrebbero costare espulsioni, ma di sicuro un Toro pronto a ribattere colpo su colpo, pronto ad attaccare e non solo a difendere, pronto a spronare tifosi e panchina ad una prestazione importante e non subordinata all’avversario. Questo ci aspettiamo.

Si può uscire sconfitti, ma esserlo dal primo minuto di gioco ancora una volta, con un atteggiamento remissivo già visto, non sarebbe accettabile. Vorremmo vedere un TORO da derby e non da “primo: non prenderle”. Si può uscire sconfitti, ma orgogliosi di aver lottato magari rischiando anche di vincere, visto che non ci si riesce da 20 anni.

Quindi, tornando all’inizio della discussione, vincere col Sassuolo domenica all’ora di pranzo diventa importante, molto importante. Perché se il derby sarà giocato come negli ultimi due anni, (e oltretutto quest’anno anche senza Cerci e senza Immobile), sappiamo già il risultato.

Fuori le p…., scusate, gli attributi ragazzi che indossate in campo la maglia granata. Fuori gli attributi mister Ventura. Preparate a dovere queste tre gare, Sassuolo, Bruges e Derby.

Potremmo tornare a godere per una volta e magari farcelo star bene per altri 20 anni , oppure continuare a rimanere nel dimenticatoio delle statistiche, come ormai da troppo tempo. La nostra maglia, i nostri colori, sono nelle vostre mani.

Come diceva Mondonico ai suoi tempi: “Siamo gli indiani contro i cowboy. Possiamo perdere, ma non ci arrendiamo mai.”

FVCG!

 

 

Comments

  1. Massimo Fimmano says

    Amici granata io penso che la frase di Mondonico abbia un senso compiuto . E stop. I ragazzi granata conoscono l’importanza della maglia che indossano. Ogni commento o pronostico non hanno più un valore. Noi tifosi granata e i giocatori in campo devono dare tutto. E Forza Toro!!!!!

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