Il Toro e il cuore del vero credente

“Non è questione di ira, è questione di pace. Non è questione di forza, è questione di grazia. Non si tratta di conoscere il tuo nemico, si tratta di conoscere se stessi.”

cit. Il Monaco, di Paul Hunter

Un percorso d’odio e amore finora quello visto in questa stagione fra Torino e campionato, e fra tifosi granata e squadra.

Ma… non quello fra Copenaghen e Toro, che in un magico e freddo giovedì di dicembre, in maniera straordinaria, ritrova la vittoria strappandola prepotentemente ai danesi; e per di più sul loro territorio.

I ragazzi di Ventura stravincono asfaltando quelli di Solbakken: bang bang! Bang bang! Bang! Cinque goal, mica carezze. “Stravincono asfaltando” non lo dicevo più dai tempi in cui giocavo al fantacalcio e durante un turno avevo fatto un punteggio da “supreme victory” contro il mio avversario.

Ma torniamo a noi. I granata si posizionano così al secondo posto nel girone, si conquistano meritatamente i sedicesimi in Europa League, e lo fanno con un carisma a cinque (appunto) stelle, chiamate altrimenti Darmian, Martinez (doppietta), Amauri, e Gaston Silva.

Dopo il primo gol subito infatti, decidono che no, così non si può andare avanti. È in quel momento allora, che l’intera squadra opta per un capovolgimento della situazione, e che come il miglior supereroe che si rispetti dà inizio alla trasformazione:

Primo passaggio: far brillare gli occhi del Toro dietro quegli occhiali scuri;

Secondo passaggio: togliersi quegli occhiali scuri;

Terzo passaggio: guardarsi intorno;

Quarto passaggio: tirar fuori la grinta; Quinto passaggio: mirare e colpire. Colpire, e colpire, e colpire, e colpire, finché all’avversario non passerà la voglia di rincorrere.

Trasformazione completata.

Per una volta è dunque l’adrenalinico Torino a reagire. E i suoi tifosi è questo che vogliono vedergli fare, sempre, nei suoi momenti di difficoltà: reagire, smetterla di non crederci mai abbastanza. Crederci, invece. Perché spesso credere è la chiave di un lucchetto, è acqua nel deserto, è cibo quando si ha fame, cuscino quando si ha sonno; è il tesoro nel baule di Capitan Uncino. Credere è potere e ricchezza allo stesso tempo.

Domani si torna alla realtà della serie A, con il match contro l’Empoli.

Sperando in una replica o quasi, noi incrociamo le dita. E ci crediamo.

di Roberta P.

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