La vedovanza sai è come il vento

La vittoria contro il Sassuolo è una delle mie preferite.

Se la gioca col gol nel derby di Pirlo.

Non la auguro a nessuno una partita così, specie a me stesso; vorrei sempre stare sul 3-0 facile facile dopo 15 minuti.

Ma dopo il piacere è doppio, triplo.

Queste vittorie sono anche le peggiori per gli avversari, perché vincere giocando bene sono capaci tutti, ma la grande squadra vince anche quando è lenta, impacciata, senza idee, appannata, incasinata, con la testa altrove.

È quando vinci partite così che gli altri gatti capiscono che la trippa è finita.

Giovedì scorso abbiamo assistito alla quarta sconfitta stagionale in gare ufficiali della Juventus di Allegri Massimiliano, e come ogni volta l’evento è stato accolto dal corteo funebre con le vedove di Conte ancora piangenti.

Metto in chiaro subito una cosa: ho amato AC alla follia: mi ha guidato, mi ha ridato fiducia, mi ha rappresentato nel momento peggiore, mi ha fatto tornare ad essere antipatico (sia lodato iddio) in un periodo in cui eravamo diventati la squadra simpatia alla stregua dell’Empoli attuale.

Io questo non lo dimenticherò MAI.

Ma adesso siamo nel 2015, la pagina l’abbiamo bella e girata da un pezzo ed è disonesto non riconoscere i meriti del NOSTRO nuovo allenatore.
Si è vero è un ripiego, in altre circostanze probabilmente non sarebbe mai venuto alla juve ma riflettiamo per un momento:

-       È arrivato in un ambiente sotto shock per la partenza improvvisa dell’allenatore tricampione d’italia al secondo giorno di ritiro (questo è un particolare che non ce lo dobbiamo dimenticare mai)

-       Era inviso (uso un eufemismo perche molti al posto suo avrebbero preferito riprendersi perfino Delneri…) al 99% dei tifosi

-       Il giovane di talento nuovo acquisto s’è fatto male dopo 5 giorni

-       Le prime uscite sono state negative

-       Ha saputo guadagnarsi il rispetto e la fiducia dello spogliatoio, che lo ha appoggiato in pieno nel cambio di modulo

-       Non ha sbagliato UNA dichiarazione, UNA intervista, UNA conferenza stampa

-       È partito fortissimo in campionato, giocandosi benissimo lo scontro diretto il 5 ottobre (lasciate perdere quello che dicono i giornali, abbiamo tirato in porta il doppio dei campioni mondiali del GRA)

-       Ha superato il girone di CL, cosa che Conte non aveva fatto l’anno prima pur essendo capitato in un girone molto abbordabile.

-       Ha sempre guidato il campionato staccando la Roma.

-       Ha fatto a meno tutto l’anno del miglior difensore italiano e per quasi tutta la stagione di Asamoah

-       Ha in rosa il gemello beone di Vidal

Non riconoscere i meriti di Allegri è stupido e basta.

La faccenda dei 102 punti, tanto cara alle vedovelle, la accetto soltanto se però mi citate anche che a questo punto della stagione scorsa l’unico pensiero di AC oltre al campionato era quali riserve schierare nella sgambata di ritorno a Trebisonda in EL, perché la CL era già andata prima di natale e la coppa Italia pure in una serata romana di gennaio.

La faccenda dei 102 punti, tanto cara alle vedovelle, la accetto soltanto se però mi citate anche che per fare sto benedetto record siamo andati con i titolarissimi in campo per schiantare la resistenza del Real Sassuolo, arrivando spompi alla partita di ritorno col Benfica, che ci ha fatto perdere la possibilità di centrare un’accoppiata coppa-campionato storica, con la finale nel nostro stadio.

La faccenda dei 102 punti, tanto cara alle vedovelle, la accetto soltanto se però mi citate anche che le partite svagate, le rimonte, la coppa italia snobbata sono tutte cose che abbiamo visto anche con Conte.

È disonesto (vorrei dire intellettualmente ma mi sembra un parolone sprecato) voler paragonare 9 mesi di Allegri con il best of dei 3 anni di Conte.

Chiarito questo, ogni critica ad Allegri è lecita e se ne può parlare fino a domattina.
A patto che lo si faccia non volendo riscrivere la storia come più ci fa comodo.

Una volta, prima di una trasferta Milano contro L’inter AC disse:
io sono tifoso della Juve, sono allenatore della Juve, ma dovessi allenare il Milan e l’Inter Conte sarebbe lo stesso, forse a qualcuno non è chiara questa cosa. Diventerei il primo tifoso del Milan, diventerei il primo tifoso dell’Inter, della Roma e della Lazio. Io sono un professionista. Qualcuno ci gioca su questo per sminuire un po’, per cercare di attaccarmi o magari anche per cercare di farmi odiare ancora di più dagli avversari, ma io sono il primo tifoso della squadra che alleno. Io sono stato il primo tifoso dell’Arezzo, sono stato il primo tifoso del Siena, il primo tifoso dell’Atalanta, primo tifoso del Bari, adesso sono il primo tifoso della Juventus. Un domani sarò il primo tifoso della squadra dove vado ad allenare, ma questo deve essere chiaro a tutti, perchè sono un professionista. Altrimenti vado con una bandiera in panchina e invece di andare in panchina vado in tribuna. Il comportamento, l’atteggiamento mio, sarebbe uguale perchè farei di tutto per far vincere la squadra per cui alleno, questa sia una cosa chiara per il presente e per il futuro, perchè una volta che chiarisco questo mi piacerebbe non tornare più su questo discorso del tifoso, del tifoso in panchina, juventino… Io sono il primo tifoso della squadra che alleno e faccio di tutto per cercare di far vincere la squadra che alleno, per cercare di lavorare in maniera importante, per cercare di avere la disponibilità di chi alleno, cosa che ho qui alla Juventus, avendo dei ragazzi straordinari.

Per me aveva ragione, ho smesso di credere alla favola del giocatore e allenatore tifoso da un pezzo: ogni professionista prima di tutto fa il tifo per se stesso.
Finchè le sue fortune saranno anche quelle della Juventus io sarò il suo primo tifoso.
Ma un’altra cosa ho ancora più chiara: io tifo la Juve, indipendentemente da chi la allena, indipendentemente da chi ci gioca e finchè c’è Allegri in panchina sono pronto anche a cantare “senza di te non andremo lontano, Massimiliano Allegri nostro capitano”.

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