Lucky man Llorente: impossibile non volergli bene

Lucky man cantavano i Verve, qualche anno fa, e credo sia la colonna sonora della vita di Fernando Llorente:
Alto, bello, biondo, occhi celesti (senza “puppe a pera”, i più colti coglieranno la citazione), bravo a giocare a pallone, ricco, famoso, ingaggiato dalla Juve (già basterebbe quest’ultimo particolare per far partire Richard Ashcroft a cantare)

Poi era un bravo ragazzo, colto, senza grilli per la testa, nel tempo libero girava l’Italia, il ragazzo semplice della porta accanto ma bello come un modello e ricco come un rampollo della società bene.

Arrivò due anni fa in punta di piedi con la nomea del pennellone scarso di piedi, bravo solo di testa e manco tanto, appena ripreso da un infortunio al ginocchio di quelli che lasciano il segno.

Nei circa 750 giorni successivi Fernando ha disputato 92 partite con la maglia della gloriosa Juventus FC segnando 27 gol e dando sempre il suo onesto e spesso prezioso contributo (ricorderete tutti la partita spartiacque del girone di CL contro l’Olympiakos a Torino)

Gestito molto bene da Conte nell’inserimento il primo anno, ha trovato meno spazio con Allegri, ma il suo l’ha fatto sempre.
Mai una polemica, mai un decibel in più per reclamare minuti, niente di niente, solo allenamenti, pettorine fluo buone per andare in panchina, spirito di squadra, sudore su e giù sulla linea laterale, ma fuori dal campo, a scaldarsi in attesa di un cenno del mister per togliersi la pettorina e vedere il 14 nella lavagna del quarto uomo.

Fernando è stato anche questo: uno dei professionisti più seri passati da Vinovo.
Anche in quest’estate che “sta finendo” si è dimostrato serio come una guardia a Buckingham Palace: col cartello VENDESI al collo (cit Davide Terruzzi) da 3 mesi ha sempre lavorato come se non avesse dovuto andarsene mai.

Purtroppo è stato sacrificato svicolando svincolato da Marotta, una decisione nemmeno troppo folle, perché il sesto attaccante in rosa 4,5 mln di € non li prende nemmeno al Real o al PSG o al City come notava giustamente Giacomo Scutiero, e perché a 30 anni e mezzo con 2 anni di contratto ancora (e che contratto!) diventi un peso anche per la decima società di calcio europea per fatturato.

Anche questo è stato Fernando Llorente: l’attaccante bravo ma mai abbastanza da sedurre fino in fondo il tifoso, la ragazza che ti amava alla follia, che non ti avrebbe lasciato mai, e tu lo sapevi, carina si, ma le volevi solo bene e il cuore non ti batteva.

Questo é stato Fernando Javier Llorente Torres per la Juve, adesso se ne va e difficilmente qualcuno tra noi penserà “ah se ci fosse ancora Fernando” nel mezzo di una partita complicata.

Io lo saluto stringendogli la mano e abbracciandolo sinceramente, con l’augurio del meglio per il suo futuro e un brillante cammino in Europa League da febbraio 2016, perché è vero, i giocatori vanno e la Juve resta, ma certe volte, quando incontri ragazzi come Fernando, anche se non te ne innamori, è impossibile non volergli bene.

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