Juve, in Europa l’atteggiamento è giusto

La vittoria col Siviglia è bella aldilà del risultato.
Se gli spagnoli avessero pareggiato all’ultimo minuto come il Frosinone avrei chiamato a raccolta tutti i santi ma nulla mi avrebbe fatto cambiare idea sulla prestazione di qualità, di personalità, di carattere.
La voglia di imporre il proprio gioco, di farlo per primi, di non aspettare di subire il gol per svegliarsi ma di andarlo a fare per primi.

Il Siviglia attuale è poca cosa ma questo non toglie nulla alla prestazione della Juventus di mercoledì per due motivi:
1) ha giocato alla stessa maniera, con la stessa mentalità anche a Manchester
2) in passato (nemmeno troppo lontano) abbiamo visto troppe volte la squadra giocare timida e tremante appena passato il confine, anche contro squadre molto meno dotate del Siviglia.

Era dai tempi di Lippi che non vedevo un atteggiamento simile in Europa ed è la notizia del mese appena iniziato, lo era del mese appena finito lo sarà anche di quello prossimo se la tendenza continuerà in questa direzione perché sarebbe la vera rivoluzione della Juventus: cattivi e determinati fuori dai confini come lo si è dentro.

I problemi visti in campionato non sono risolti, affrontiamo realtà diverse e almeno 15 squadre su 19 che giocano chiuse e mettono la testa fuori raramente, ma da ieri si può ripartire:
Da Cuadrado, che è una gioia per gli occhi, anche quando in un minuto ci fa vedere il suo meglio (dribbling delizioso e cross) e il suo peggio (retropassaggio rischiosissimo su cui salva Bonucci)
Dalla garanzia ancora non scaduta della difesa.
Da Khedira, che è un moltiplicatore di valore per i compagni
Dal modulo che è una cosa in centro tra il 442 il 352 è 433: non è esattamente nessuno dei 3, ma prende qualcosa da ognuno di questi sistemi di gioco.

L’Europa è dura, è un oceano col mare grosso, se n’è accorto il Napoli prima, se ne rende conto la Roma adesso, di squadre materasso come il Carpi ce ne sono poche.
In finale non si arriva per caso, anche se la fortuna serve, sempre, e certi cammini anche se maledetti perché ti portano “solo” alla medaglia d’argento servono per darti consapevolezza che te la puoi giocare sempre, con tutti, con l’atteggiamento giusto. Finalmente.

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