Torino – Juventus 0-2. Il derby sponda Toro

Chi vince esulta e chi perde recrimina… È così da sempre nel calcio e anche oggi lo è stato… Le immagini che descrivono nel miglior modo possibile questo derby, sono la trattenuta di Bonucci su Jonathas per i granata e l’esultanza di Vidal dopo una prodezza da vero fuoriclasse per i bianconeri. Il derby é sintetizzabile in queste due immagini che riassumono, non soltanto la gara odierna, ma l’intero campionato delle due squadre.

La Juventus che coi tre punti di oggi ha praticamente archiviato il discorso scudetto che esulta e il Torino, ormai risucchiato nella bagarre retrocessione, che recrimina una volta ancora per non aver preso punti in una gara giocata quasi ad armi pari per 85 minuti e per un altro punto gettato alle ortiche. Ed è chiaro che quando si perdono partite come queste, si cerchi sempre un colpevole, e la cosa più semplice diventi quella di prendersela con l’arbitro che non ha concesso un rigore che poteva anche starci.

Ma il Torino ha perso troppi, troppi, troppi punti negli ultimi dieci minuti di gara, specie con le big, e qui mio malgrado, perché l’ho sempre criticato, diventa lapalissiano quanto sia importante per il gioco che Ventura vuol dare a questa squadra, l’importanza di Riccardo Meggiorini. Un giocatore che é stato comprato per fare l’attaccante ma che in realtá nel modulo di mister libidine fa tutt’altro, ovvero il centrocampista di rottura, perché corre per 75 minuti a tutto campo, prende falli e ne fa parecchi, recupera palloni e fa tutt’altro mestiere che fare la punta. Un lavoro massacrante che non sarebbe umano fare per 90 minuti, e allora succede che al 70′ di ogni partita venga sostituito quando da Bianchi, quando da Jonathas che invece di mestiere provano a fare solamente gli attaccanti, lasciando un mediocre centrocampo e una fragile difesa senza un elemento che difenda alto e rallenti la manovra degli avversari, consentendo alla retroguardia di piazzarsi.

Purtroppo la scarsa qualità della squadra fa si che non ci si possa permettere più di un uomo che non partecipi alla manovra, specialmente in fase di non possesso palla, e con Bianchi e Barreto, o Bianchi e Jonathas, o Barreto e Jonathas contemporaneamente in campo, la difesa diventa troppo vulnerabile.

imageLa gara di oggi è stata equilibrata per 80 minuti, sembrava quasi che alla Juventus andasse bene anche un pareggio, che però forse Ventura non gradiva, ed ecco che infatti con Meggiorini in riserva, prova ad inserire la seconda punta, lasciando la retroguardia granata in balia degli avversari, che avrebbero potuto già passare in vantaggio 2′ minuti prima del goal di Vidal con Pogba che a porta vuota ha graziato Gillet.

Quel pareggio che Ventura avrebbe potuto tranquillamente difendere inserendo Rodriguez invece che Jonathas è invece sfumato, perchè contro una squadra che ha 40 punti in più, togliere un “difensore” per mettere una punta negli ultimi 20′ minuti di gara, e con un Cerci stremato per aver corso a vuoto quasi tutta la gara, é un azzardo. In questi casi, il buon vecchio catenaccio, é un po’ più di cattiveria avrebbero potuto portare un punto fondamentale per la classifica del Toro di Ventura e sicuramente meno recriminazioni, perché il presunto rigore non fischiato al brasiliano non ci sarebbe di sicuro stato, ma avremmo avuto un pilastro in più a difendere quel punto d’oro che fino a quel momento avremmo strameritato.

Ventura sta scherzando col fuoco, perché la salvezza si conquista col coltello tra i denti, lasciando da parte lo spettacolo e le imprese e accontentandosi di pareggi anonimi conquistati facendo le barricate, specialmente contro le big.

Salvezza che se pur vicina non é ancora una realtá, e in questi casi ogni punto diventa vitale, ne mancano 3 in quattro partite con 2 jolly spendibili con Catania e Chievo giá salve, e sarebbe stato più saggio continuare nella politica dei piccoli passi anche dopo la vittoria contro la Lazio, invece che giocare a viso aperto con Napoli, Roma, Fiorentina e Juventus raccogliendo un solo misero punto col Bologna nelle ultime cinque partite.

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