Conte mette le mani avanti in vista del Derby: “Errori arbitrali a nostro favore… Non eclatanti”

Stadio Bentegodi, al 5′ minuto del secondo tempo, appena due minuti dopo che la Juventus grazie a Quagliarella, aveva appena siglato la rete del pareggio, è Paloschi a battere nuovamente Buffon, che respinge in modo incerto una botta calciata da fuori area da Bentivoglio. Un boato nello stadio di Verona con il pubblico clivense che esulta per il nuovo vantaggio insperato dei propri beniamini. Ma l’urlo di Paloschi e compagni viene strozzato dalla bandierina dell’assistente di De Marco che inspiegabilmente vede un fuorigioco inesistente, che annulla la marcatura appena realizzata, perché ad essere in fuorigioco era Thereau che però non partecipa all’azione. Un capannello di maglie gialle incredule circondano arbitro e assistente, ma nessuno di loro sembra aver visto nulla (stranamente) ed il goal viene clamorosamente annullato, con lo sportivissimo (anche per sua stessa ammissione) Buffon lesto a rimettere la palla in area per riprendere il gioco.

chievo

Una decisione incredibile ed inspiegabile quella di De Marco che penalizza oltremisura il Chievo che subisce un quarto d’ora dopo anche la beffa dell’autorete di Bernardini che regala tre punti immeritati ai bianconeri. Ma è a fine partita che accade l’incredibile, con il presidente Campedelli che al posto di reagire male al clamoroso torto appena subito si reca verso l’assistente incriminato (signor Prete), non per inveirgli  contro la sua rabbia, ma per confortarlo per il grossolano errore di cui si è reso protagonista a inizio secondo tempo. Gli fa eco in conferenza stampa il suo mister Sannino che alle provocazioni dei giornalisti che lo hanno tempestato di domande circa il goal annullato, ha sempre dribblato, parlando esclusivamente della partita. Un comportamento quello dei clivensi da prendere come esempio per tutti, per lealtà sportiva, correttezza e serenità, altro che “lo stile Juve“.

La cosa paradossale è che sia stato proprio Antonio Conte a rispondere in maniera stizzita ai giornalisti, che lo incalzavano sul goal annullato agli avversari:  “Stiamo cercando di parlare pochissimo delle decisioni arbitrali. Oggi c’è stato un episodio a nostro favore e ne prendiamo atto, ma non è stato eclatante. Un domani qualcosa potrà accadere a nostro sfavore, come è già successo in questo avvio di campionato. Se però a ogni errore a favore nostro i media enfatizzano allora il problema è dei media più che nostro, spero di non dover vedere anche nei prossimi giorni discussioni e discussioni su questo episodio, perché la partita è stata anche altro.. Gli errori ci stanno da parte dei giocatori, degli allenatori e anche degli arbitri“, perdendo una grossissima occasione per stare zitto.

Il signor Conte, l’uomo che fa della correttezza e della sportività un suo credo, nemmeno di fronte ad un episodio così scandaloso ed evidente è riuscito di fronte ai media ad ammettere di aver ricevuto un grosso favore dal signor De Marco, definendolo non eclatante, neanche se avesse poi vinto per 4-1. Sarebbe il caso di ricordare al mister bianconero, che se la matematica non è un opinione, con quel goal valido la partita sarebbe finita 2-2 e la sua Juventus adesso avrebbe 11 punti anziché 13, e non conta che lo stesso episodio sia avvenuto ad inizio secondo tempo e che la Juve avrebbe avuto 40 minuti per ribaltare la situazione, perché con i se è con i ma non si arriva da nessuna parte, e il dato di fatto è che la Juve in tutto il secondo tempo sia riuscita soltanto a passare su autorete.

conte2Nella stessa intervista il mister bianconero aggiunge che stanno cercando di parlare pochissimo degli arbitri in questo momento, perché ovviamente finché non si subiscono dei torti, non c’è motivo di parlare dei direttori di gara, ma nessuno può dimenticare come lo stesso Conte abbia più volte inveito contro le terne al termine delle gare quando a suo avviso non veniva tutelato, ad esempio lo scorso anno,  dichiarava dopo Genoa – JuventusNon è calcio questo, vergogna è il minimo che io possa dire. Voglio equità, il rigore era sacrosanto. Avrei accettato che mi avesse detto di non aver visto o di aver sbagliato, non che non se l’è sentita. Non c’ è nulla da spiegare o chiarire, tutti hanno visto cosa è successo, pure un cieco avrebbe visto che il rigore era sacrosanto.”

Ancora dopo un Parma – Juventus del febbraio 2012 dichiarava “a questo punto si ha paura di dare un rigore per la Juve: in 22 gare 1 rigore, qui due rigori netti. Si ha paura di fischiare rigori a favore della Juventus: è evidente“.

E mi fermò qui perché l’elenco sarebbe lunghissimo, monotono e soprattuto monotematico, con il mister “capellone” che piange di fronte ai giornalisti ogni qualvolta pensa di aver ricevuto un torto arbitrale.

Ma la perla dell’intervista si consuma quando commentando il gesto di Campedelli che a fine partita è andato a confortare il segnalinee per l’errore commesso, Antonio Conte aggiunge “Se succederà, anche noi andremo a confortare l’arbitro e gli assistenti“. Frase incommentabile se si pensa al passato burrascoso del mister bianconero in caso di decisioni arbitrali a lui avverse.

È chiaro che queste dichiarazioni servono al mister per mettere le mani avanti in vista del prossimo derby, perché se lo stesso avesse ammesso che i favori ricevuti fossero stati decisivi, avrebbe messo gli arbitri sul “chi va là” per le prossime gare, in particolare nel derby in cui l’aiutino alla Juventus, negli ultimi anni non è mai mancato. Non ultimo il rigore sacrosanto non fischiato al Toro per un fallo nettissimo di Chiellini su Jonathas lo scorso anno.

Aiutini che alla fine dell’anno contano sempre 6-7 punti su conte-3cui le big del campionato possono sempre contare in virtù del vizio tutto italiano della sudditanza psicologica, che fa si che un fallo fatto in area bianconera o rossonera sia sempre meno fallo  di uno fatto nell’area del Torino o del Chievo, ma che paradossalmente proprio le big negano di beneficiarne. E allora si sentono interviste come quella di Conte dopo la partita di Verona, oppure quella di Galliani dopo Torino – Milan, perché ammettere di aver ricevuto dei favori non è conveniente, perché se lo si evidenza poi sarà difficile che gli arbitri sbaglino di nuovo a loro favore.

Perché in Italia la sudditanza psicologica fa si che le squadre di vertice facciano un campionato a se, dando dei distacchi abissali alle altre, ed invece in Inghilterra accade casomai che un Wegan qualunque (l’equivalente di un Siena se fosse qui in Italia) vinca la FA Cup , battendo il Manchester City degli sceicchi?

Forse perché anche il calcio in Italia è lo specchio di un paese che aiuta chi sta meglio, ai danni chi è già in difficoltà, un po’ come le banche che ti fanno i prestiti solo se hai già i soldi. Ma questo nessuno lo può e lo vuole ammettere, perché in fondo fa comodo a tutti che sia così, si urla quando si viene penalizzati e ci si compiace quando la famosa sudditanza psicologica ci regala punti non meritati. Questo è Antonio Conte, questo è Adriano Galliani, questo è Walter Mazzarri, questo è Aurelio De Laurentis. Questo purtroppo é il nostro calcio!

 

Comments

  1. diego says

    Bisognerebbe anche dire, che “l’aiutino” della Juve nel derby sul rigore di Chiellini su Jonathas non ci sarebbe stato se il guardialinee avesse fischiato il fuorigioco evidente del giocatore granata. Ma come al solito si ricordano soli gli episodi favorevoli alla Juve…

  2. marco says

    Questo articolo rispecchia in pieno il nome del sito: faziosi. In Italia si continua a guardare il mondo ognuno dal proprio schieramento, perdendo in oggettività e utilizzando pesi e misure diversi a seconda dei colori. Il problema non sono gli arbitri, il problema siamo noi!

  3. felice says

    leggo per la prima volta un articolo di questo sito. e mi piace scrivere quanto segue.
    premesso che condivido in pieno l’articolo, credo che l’uniformità di giudizio da parte dei tifosi e la coerenza da parte degli “attori” del ns calcio, siano due qualità auspicabili ma oggettivamente difficilmente riscontrabili in Italia.
    Conte farebbe bene a non dimenticare il suo passato recente, da allenatore, e remoto, da giocatore.
    E poi la sudditanza psicologica secondo me, è una reale percezione basata su azioni reiterate, che generalmente viene notata soprattutto, se non esclusivamente solo da chi la subisce. Chi ne trae giovamento ripetutamente non può evidenziarla per chiari ed ovvi motivi di convenienza. saluti

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