Lo Stile Juve 2.0

complimenticonteLe due sconfitte in tre giorni patite dalla Juventus non lasciano solo tanta amarezza e paura per una stagione che può trasformarsi da potenzialmente trionfale a fallimentare ma ci danno anche lo spunto per parlare del vituperato Stile Juve, di cui parlano sempre gli altri, e sempre a sproposito, come si può leggere anche in questo blog nei post filo granata o come si può ascoltare nelle varie puntate della trasmissione de I Faziosi.

Lo Stile Juve non c’è più, dicono loro. E quale sarebbe questo stile Juve di cui avete, voi, tanta nostalgia? Sai, rispondono, quello dell’Avvocato Agnelli e del fratello Umberto, quello di un Presidente come Boniperti e di un allenatore come Trapattoni. Uhm, lo stesso Stile Juve quindi che, a quei tempi, veniva bollato come inesistente, come frutto dell’arroganza di chi vince con gli aiuti, di chi viene appoggiato dai poteri forti, di chi chiamandosi Agnelli desidera che l’altra squadra di Torino venga rimossa? Lo stile delle battute taglienti dell’Avvocato (Che vinca la Juve o che vinca la più forte? Sono fortunato, in genere le due cose coincidono) o quello di Boniperti, sì, quello che ora dite di rimpiangere ma che ai tempi chiamavate Marisa, accusandolo (che signori!) di omosessualità latente e di scappare dallo stadio quando le cose si mettevano male (Boniperti usciva sempre alla fine del primo tempo e in genere accadeva con la Juve in vantaggio…)?

Lo Stile Juve di una volta risulta quindi essere soltanto un escamotage per parlare male della Juve e questo è chiaro ed evidente. Per giunta, oggi nessun tifoso della Juve lo tira fuori, perchè comunque è un concetto di altri tempi, di un altro calcio con altri interpreti, altri giocatori. Invece lo tirano fuori gli avversari.

E noi, allora, approfittiamo della doppia sconfitta contro Fiorentina e Real Madrid per raccontare qual’è, oggi, lo Stile Juve. O meglio, che cosa, anche oggi e ancora una volta, ci distingue e caratterizza dalla massa di piagnoni di professione alla Mazzarri.

Lo Stile Juve 2.0, ossia quello del nostro tempo, è quello che fa sì che dopo una sconfitta come quella di Firenze, nella quale non sono mancati gli errori arbitrali (Rigore dubbio per la Fiorentina, espulsione mancata per Aquilani), tutto l’ambiente, non solo mister e giocatori ma anche il tifoso semplice, quello da social network, analizzi i problemi della Juve, di gioco, di motivazioni, di mercato, di giocatori non in forma o forse da pensionare. Nella stessa giornata capita, per esempio, che un allenatore mandi il suo DS (quasi dimissionato) a lamentarsi in tv per gli errori arbitrali. Errori che per la verità non ha visto quasi nessuno e che sono arrivati eventualmente a favore di una squadra che di torti ne aveva collezionati parecchi nelle giornate precedenti. Ma tant’è, quello è lo stesso allenatore che non si è presentato, assieme alla sua squadra, alla premiazione di una Supercoppa Italiana perchè vittima di fantomatici furti. Che classe!

Ancora, lo Stile Juve 2.0 è quello di Antonio Conte che, al termine della gara di Madrid in cui gli arbitri hanno concesso un rigore generoso contro la sua squadra, che hanno espulso un giocatore in modo ridicolo e che, ancora, non hanno concesso un rigore sacrosanto, va a dire che “gli errori a volte sono a favore, altri contro, va bene così. Meglio averne contro ma aver fatto una buona prestazione che viceversa“. Come direbbe Crozza imitandolo, Chapeau! Lo stesso Conte, peraltro, a fine gara ha raggiunto i direttori di gara e li ha salutati facendo loro un gesto di assenso, sicuramente ironico ma privo di conseguenze. Infine, i giocatori, che anzichè arrendersi al giochino delle moviole davanti alle telecamere, vanno in tv, come fa Tevez e come fa Pogba, a dire che gli errori ci sono stati ma non bisogna farne un alibi e anzi, la gara di Madrid servirà per infondere maggiore fiducia e consapevolezza alla squadra.

Ecco, se volete parlare, perché lo fate solo voi, di Stile Juve, questo è quanto dovete riportare nelle vostre fini analisi e considerazioni. Il resto, compresa la vostra ipocrita nostalgia per i tempi andati, tenetela per voi, se volete mantenere un minimo di credibilità.

 

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