Cosa ci insegna il Real Madrid

Penso che oggi ci si senta tutti così: felici per aver visto i nostri giocatori trasformarsi in eroi e per aver, grazie anche al Copenaghen, ancora speranze di qualificazione in Champions, e arrabbiati, perchè nel doppio confronto contro il Real Madrid fare un solo punto sembra davvero poca cosa.

Ma è importante analizzare ogni partita e trarne i dovuti insegnamenti. Quel che a me lascia questo doppio confronto, atteso quasi quanto quello contro il Bayern Monaco lo scorso anno (il quasi è dovuto alla maggior importanza del quarto di finale rispetto ad una doppia gara di un girone di qualificazione), è la consapevolezza di quanto questa squadra sia sulla buona strada verso un ritorno tra le grandi del calcio che conta ma che questa strada sia ancora in salita.

realjuvePerchè la Juventus ha giocato al 110% delle proprie possibilità a Madrid e al 120% a Torino mentre il Real Madrid, che gioca male, che ha una difesa traballante, che sembra accontentarsi del minimo vantaggio acquisito nonostante la superiorità schiacciante quanto a tasso tecnico; eppure il Real Madrid ha fatto 4 punti, la Juventus 1 solo. Se la Juve anzichè giocare oltre le proprie possibilità giocasse in modo solo sufficiente rischierebbe la goleada.

E questo discorso vale al di là di Casillas che salva due gol su Marchisio, di Buffon che oggi come oggi si limita a parare ciò che qualunque altro portiere può parare, dei nostri difensori che in Europa effettuano errori grossolani (Bonucci contro il Galatasaray, Chiellini a Madrid, Caceres ieri sera).

Guardare il Real ieri sera faceva più arrabbiare che altro: come può una squadra che può mandare in campo certi fenomeni (lasciandone altri in panchina: Isco, Di Maria, eccetera) giocare in quel modo? Messa sotto sia fisicamente che tatticamente da una Juve a tratti straripante, come se contro avesse il Sassuolo anzichè i “Galacticos”, la squadra madrilena però realizza due reti tirando in porta circa 4 volte, cogliendo peraltro anche una traversa. Caceres regala sì la palla a Cristiano Ronaldo e a Benzema, ma quest’ultimo con maestria chiama a sè il raddoppio di Barzagli e cede poi la palla a Ronaldo che insacca come fosse la cosa più facile del mondo. E, ancora, cosa dire del gol di Bale? 100 milioni ben spesi, almeno in questa circostanza.

Ecco, questo è il succo del discorso. I top player fanno la differenza perchè ti possono inventare la giocata straordinaria in qualunque momento della partita. Non che la Juve ne sia priva. La Juve ha Vidal, ha Pogba, ha Pirlo, ha Tevez. Più tutta una serie di grandi giocatori. Però deve scontrarsi contro squadre che di top player ne hanno 10 o 12, gente peraltro comprata quando è già affermata e non per intuizioni geniali di gente come Marotta, che compra Pogba quasi gratis, che prende Pirlo svincolato, che Vidal lo paga due lire e che Tevez se lo porta a casa per 12 milioni. Un conto è scommettere che un giocatore diventerà forte o continuerà ad esserlo nonostante l’età, un altro è prendere il meglio del meglio costi quel che costi.

Rispetto alla resa senza se e senza ma della Juve al cospetto del Bayern, oggi la Juve dimostra di essersi avvicinata all’élite del calcio che conta, pretendere però che le distanze si siano annullate non ha senso. L’importante è continuare così, con questi giocatori, con altri che arriveranno e, soprattutto, con un mister che, lui sì, è tra i più preparati al mondo.

 

Comments

  1. Giulio Cesare Paternò says

    E’proprio vero,le grandi squadre sono grandi perchè hanno due o tre giocatori “fenomeni” che sorreggono tutta l’intelaiatura,ma se vengono a mancare per qualche periodo ,può succedere il tracollo.per questo motivo a volte è meglio avere in squadra più elementi “normali”che girati opportunamente possono garantire una certa condotta lineare e vincente.

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