È un Toro che emoziona. Mercato davvero indispensabile?

Mancano due giornate al termine del girone di andata è il Torino si trova al settimo posto in classifica con 25 punti, quindi ben al di la dell’obiettivo minimo della salvezza, e con un occhio che prova a vedere un po’ più avanti dove si intravede l’Europa Leage, ovvero il sesto posto in classifica occupato dal sorprendente Verona. Una classifica impensabile ad inizio campionato, quando nemmeno i più ottimisti avrebbero scommesso un euro su un Toro in lotta per un posto in Europa League, ma soprattutto una squadra ormai conscia del proprio valore, capace di passare in vantaggio e gestirlo fino a fine gara, di andare in svantaggio e ribaltare il risultato, anche quando le cose si mettono male, e soprattutto capace di giocare bene, imporre a tratti il proprio gioco ed emozionare i propri tifosi.

CAMPIONATO SERIE A TIM 2013/14 17° GIORNATA TORINO VS CHIEVOErano vent’anni che non si vedeva un Torino capace di vincere 3 gare casalinghe di fila, segnando 10 goal e subendo e soltanto due, capace di essere camaleontico, adattandosi al gioco delle squadre avversarie, abbandonando il presuntuoso ma inefficacie 4-2-4 dello scorso anno per passare ad un più quadrato 3-5-2, con un possesso palla basso in attesa di trovare il varco giusto per far ripartire l’azione. Erano vent’anni che il Toro non emozionava i propri tifosi, erano troppi anni che l’urlo dello stadio al goal granata, non veniva accompagnato dall’emozione e dall’incredulitá dei presenti, che ancora non si capacitano di vedere una squadra così.

Un Toro che comincia a far parlare di se, una squadra che inizia finalmente a far capolino nel campionato che conta, sfoderando una serie di prestazioni positive non solo nei risultati, ma anche nel gioco e nella personalità con la quale entra in campo. Erano troppi anni che i tifosi del Toro sognavano un Natale come questo, un Torino così, che rende fieri i propri sostenitori di indossare una maglia, che nel corso della storia ha dato lustro al calcio italiano, una seconda pelle, per troppi anni maltrattata da risultati non consoni al suo blasone. Erano troppi anni che si sognava una coppia di attaccanti che segnassero a ripetizione e si facessero notare agli onori delle cronache del campionato italiano.

Un Toro che ha preso il passo del suo miglior elemento, ovvero quell’Alessio Cerci, vero fuoriclasse che nelle prime giornate di campionato si è preso per mano il Torino, sopperendo con la sua classe alle lacune di una squadra che sembrava ancora una volta troppo acerba per la serie A, ma che col passare delle giornate ha ingranato il ritmo del proprio fuoriclasse ed ora ha trovato i suoi equilibri e forse risulta essere un po’ meno Cerci dipendente, per quanto sia fondamentale la presenza del numero 11 nello scacchiere di Ventura.

Una squadra che sembra non avere lacune, anche se l’ormai scontata partenza di D’Ambrosio, lascia spazio al mercato di gennaio per la ricerca di un sostituto all’altezza, visto che nè Pasquale, nè Masiello sembrano essere davvero all’altezza. Un mercato che come sempre fa discutere i tifosi, alla ricerca del tassello che possa far fare il salto di qualità alla squadra, ma che quest’anno, al di la del esterno di sinistra, sembra davvero superfluo, per una squadra che ha trovato un suo equilibrio, in campo e nello spogliatoio, e probabilmente è giusto che questo gruppo si prenda fino in fondo la propria rivincita nei confronti di quelli che ad inizio campionato non avevano creduto in loro.tfc_57

Perché questa squadra finalmente, sta aiutando i propri tifosi a vivere di presente e non più di passato, e forse tra qualche anno sarà ricordata, così come i tifosi ricordano con piacere ed un velo di tristezza giocatori come Casagrande, Policano, Lentini, Rizzitelli, Asta, Junior, Dossena, Pulici, Graziani, ecc. Un gruppo guidato da un esperto di calcio, un vero e proprio Ferguson, che si è fatto carico di prendersi tutte le responsabilità di un mercato fatto di giocatori per lo più mediocri, o scommesse che ha saputo trasformare in un gruppo vincente. Una squadra capace di far ricredere tutti, soprattutto chi non ci aveva creduto, ed aveva criticato senza mezzi termini questo progetto che sembra invece essere vincente, e che oggi è tanto, tanto, tanto felice di essersi sbagliato.

 

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