Che il modo di vivere il calcio in Italia sia qualcosa di assolutamente incomprensibile per chi il calcio non lo ama è un dato di fatto. Prendi una persona intelligente, affermata nel proprio lavoro, colta, raffinata, razionale e leggi ciò che scrive o che dice quando di mezzo c’è la sua squadra del cuore e capisci di cosa sto parlando. Poi, certo, ci sono personaggi pubblici che proprio quando parlano di calcio ti fanno capire quanto la meritocrazia in Italia sia un concetto decisamente disatteso, ma questo è un altro discorso.
Lo stiamo vedendo chiaramente in questi mesi quando, accanto ai consueti deliri di tifosi più o meno vip di Inter, Milan, Napoli e Toro, si sono fatti largo a gran voce quelli della Roma, con tanto di dichiarazioni relative a sistemi che favoriscono la Juve e che, per questo, non consentono alla Maggica Roma di vincere uno scudetto che loro già sentivano cucito sul petto il 6 Ottobre.
Una rivalità, quella tra giallorossi e bianconeri che, a leggere le cronache sportive, risalirebbe alla notte dei tempi e sarebbe “tradizionale” nel campionato italiano, ma che, come quella tra napoletani e gli stessi tifosi della Vecchia Signora sembra difficile da supportare dai fatti. Come può essere rivale tradizionale una squadra che ha vinto ben 3 scudetti (2 il Napoli…) contro i 31 degli altri? Rivalità storica può esserci, al massimo, tra la Juventus e le milanesi poiché, tra scudetti veri o vinti in segreteria, le due squadre di Milano, di titoli possono complessivamente vantarne 36.
Lasciando perdere l’inutilità e la stupidità delle spiegazioni tipo: uno scudetto nostro vale quanto 10 vostri perché buona parte di essi sono rubati, risulta evidente come certe tifoserie non riescano a comprendere che una rivalità non corrisposta vale ancor meno che un amore non corrisposto. Ma è inutile parlarne, se a Fiorentina e Torino togli la rivalità presunta con la Juve non resta quasi nulla…
Tifosi granata, ma non solo, utilizzano l’evidente difficoltà da parte della Juve a ripetere in Europa i successi italiani come la dimostrazione sia del provincialismo della squadra bianconera sia il fatto che essa in Italia goda di favori che altrove non può ottenere. Ed ogni vittoria del campionato da parte della Juve risulta essere vittoria di poco conto, scontata, quasi, di scarso valore, senza ombra di dubbio.
Curioso, perché poi quando a vincere sono l’Inter (e per fortuna capiterà ancor più raramente in futuro di quanto accaduto finora) ma, soprattutto, il Napoli o la Roma queste vittorie diventano delle pagine di storia da celebrare come meritano e da mandare a futura memoria. Come se Napoli e Roma non fossero grandi città e non avessero spesso speso sul mercato come e più della Juve. E poi, l’Europa. Non mi sembra, andando a memoria, che ai pochi scudetti di Roma e Napoli abbiano fatto seguito altrettante vittorie nella massima competizione europea.
Certo, ora è in voga la teoria del fatturato, che, specie a Napoli, sembra essere la nuova spiegazione per gli insucessi della squadra locale contrapposti ai successi dell’odiata Juve. Fino a prova contraria il fatturato è merito di una società e comunque conta poco quando una squadra fa un mercato con 20 milioni di budget ed un’altra con 100. Il fatturato non scende in campo anche se aiuta nella realizzazione di progetti a lungo termine. Ma una società che vanta milioni di tifosi, un pubblico caloroso e numeroso come il Napoli il fatturato lo può incrementare senza problemi, basta sapere come fare…
Si, il Milan ha vinto di più, in Europa. Come negarlo? Il Milan è la squadra con più trofei al mondo e, di conseguenza, anche in Europa. Lo deve soprattutto alla sua capacità di sfruttare al meglio le occasioni che si è saputa creare (le finali, quasi sempre vinte), mentre la Juve, come tristemente sappiamo, la stessa capacità non l’ha avuta. Ma è anche una questione di mentalità e vocazione: il Milan vince la Champions anche in anni in cui non è affatto la più forte in Europa, come nel 2003 e nel 2007 e arriva negli ottavi anche nella, tragica, attuale stagione quando le ben più attrezzate Juve e Napoli vengono eliminate prima.
Però, non dimentichiamolo, se guardiamo l’albo d’oro dell’Uefa, risulta che, sì, il Milan con 18 titoli è la squadra numero 1, seguita dal Real Madrid con 15, dal Barcellona con 14 ma anche che, udite udite, al quarto posto troviamo la Juve con 11! E, altra nota da non tralasciare, la Juve è stata la prima squadra a vincere tutte le competizioni europee, con tanto di riconoscimento ufficiale da parte dell’Uefa. Essere la prima squadra in Italia deve, necessariamente e contemporaneamente, significare anche l’essere la numero 1 in Europa? Chiaramente no. Essere la prima in Italia e la quarta in Europa poi tanto male non è…
Detto questo, quale deve essere l’obiettivo di una squadra italiana di vertice? L’obiettivo non può che essere, per qualunque squadra italiana, la conquista della Serie A. E’ l’obiettivo di tutte, inevitabilmente e ancor più oggi, con il calcio italiano che non è più il più ricco e bello del continente ma, se va bene, soltanto il quarto dopo Premier, Liga e Bundesliga. Del resto, la Champions League non la vince sempre la più forte, e nessun club può puntare alla sua vittoria come principale obiettivo stagionale, altrimenti il Barcellona verrebbe da due stagioni fallimentari, il Manchester United da 5, il Real Madrid, addirittura, da 12! Pensate, inoltre, a quanto in questi anni proprio il Real Madrid ha speso per poter diventare la squadra più forte del mondo, non riuscendovi.
E dunque se per giudicare la positività di una stagione o di un ciclo non ci si può basare sulle vittorie europee (che pure devono rappresentare per ogni top club la massima aspirazione ed ambizione), allora perché, di buon grado, la Roma che vince lo scudetto scrive una pagina di storia, il Napoli che torna a vincere dopo Maradona farebbe un miracolo e, se il Manchester City milionario fa della sua vittoria della Premier un successo fantastatico esattamente come le vittorie della Liga, per quanto scontate, rappresentino le vittorie di una città e di un modo di vivere da parte di Real e Barcellona, perché, dicevo, le vittorie della Juve in Italia non meritino quasi menzione?
Lo stesso discorso però è bene si abituino a farlo anche tifosi e dirigenti bianconeri, perché, ad oggi, già vincere in Italia rappresenta un risultato importante visto che il Napoli può investire 100 milioni in una stagione per rafforzarsi, la Roma acquistare il giocatore più ambito della Serie A, tal Nainggolan, oltre a schierare il calciatore più pagato e quindi teoricamente più forte del campionato (De Rossi) e l’Inter, infine, risanarsi e guardare al futuro con ottimismo grazie all’arrivo del magnate indonesiano. La vittoria dello scudetto deve sempre essere l’obiettivo principale della Juve così come lo è per le altre squadre. L’Europa, oggi, appare lontana e, anche non lo fosse, la storia insegna che vincervi non è mai facile, scontato e preventivabile.
Impariamo dunque a veicolare i giusti messaggi, in modo da non illudere i tifosi e da non alimentare l’antijuventinità di tv, giornali e avversari. Noi gli scudetti li vinciamo, agli altri lasciamo le illusioni d’autunno e i proclami.