Il primo scudetto dell’Inter vinto con il trucchetto. La settimana del prescritto

Dice un vecchio adagio che c’è sempre uno più puro di chi ti epura e a Milano dovrebbero saperlo.  Capita in politica ma non solo: in ogni comportamento umano sarebbe bene sempre tenere a mente il fatto che fare della propria purezza, o onestà, la propria ragione di vita e vantarsene in modo da esaltare oltremodo le proprie, magari rare, vittorie così come per giustificare le proprie sconfitte, può essere un’arma a doppio taglio.

Se, infatti, giustifichi quasi 30 anni di umiliazioni e sconfitte con la motivazione di essere unica onesta in un mondo di ladri, omettendo che per provarci, a vincere, hai dilapidato qualcosa come 1,2 miliardi di euro (di euro, eh, non di lire!), allora poi onesto lo devi essere sul serio, senza avere scheletri nell’armadio.

E così, visto che questa è la settimana che precede la partita Juve-Inter, ho deciso di scrivere un articolo al giorno in cui racconto alcuni episodi curiosi relativi alla storia dell’Internazionale FC, una società che si vanta di non essere mai stata in B, di avere in bacheca l’unico “scudetto degli onesti” della storia, di essere, indiscutibilmente, l’unica società onesta della Serie A italiana e che non dovrebbe pertanto avere scheletri nell’armadio. In quella che definisco “la settimana del prescritto“, racconto alcuni episodi che non tutti conoscono, tifosi nerazzurri compresi.

Il primo episodio poco chiaro nella storia centenaria dell’Inter è relativo, guarda un po’, proprio alla conquista del primo scudetto, nell’anno 1910.

In quei remoti tempi, c’era una squadra, la Pro Vercelli, che faceva incetta di vittorie. Una cosa impensabile, oggi, ma quello era un calcio diverso, dove a trionfare era spesso la presenza di un vivaio organizzato e di una rete di osservatori capaci che era in grado di scovare potenziali campioni negli sperduti campi di periferia. In quel 1910 la Pro Vercelli arrivava da due titoli consecutivi vinti ed anche in quella stagione sembrava non avere rivali.

Ma proprio nello scontro diretto contro l’Inter la marcia trionfale dei piemontesi si inceppa e i nerazzurri vincono per 2-1 a Vercelli, dando il via alla rimonta milanese che porterà le due squadre all’ultima giornata di campionato con gli stessi punti. Il regolamento prevedeva lo spareggio e spareggio fu.

prescritti3Subentrò però subito un problema: delle tre date comunicate dalla Federazione come ideali per lo svolgimento dello spareggio, due erano fortemente svantaggiose per i piemontesi. Le date erano il 17 aprile, il 24 dello stesso mese o il primo di maggio. Il 17 aprile, come ricorda con dovizia di particolari il sito La Banda degli Onesti,  alcuni giocatori della Pro dovevano disputare un torneo universitario mentre il 24 altri tre giocatori dovevano giocare nella rappresentativa del 53° Reggimento Fanteria una partita valevole per la Coppa del Re. A quei tempi, non era possibile, per i giocatori convocati, non rispondere alle convocazioni neanche per un motivo piuttosto valido come quello della finale per l’assegnazione dello scudetto.

Restava il primo maggio disponibile e quella gara fu scelta dalla Pro Vercelli. L’Internazionale non era dello stesso parere, stranamente per una società che fa dell’onestà la sua bandiera fin dalla notte dei tempi e fece pressione affinché la gara si disputasse il 24 aprile. La Federcalcio, rendendosi protagonista del primo episodio di quell’imparzialità all’italiana che poi si sarebbe manifestata in molte altre occasioni nei decenni successivi, sceglie proprio il 24 aprile.

La Pro Vercelli, scandalizzata, decide così di manifestare il proprio disappunto schierando una squadra di ragazzini la cui età era compresa tra gli 11 ed i 15 anni. Non solo, il capitano dei vercellesi, quel Sandro Rampini che della squadra piemontese diventerà grande goleador, consegna, all’ingresso in campo, una lavagnetta al capitano dell’Inter, Fossati, in modo che questo potesse tener conto dei gol che realizzeranno contro i poveri ragazzini.

Uno smacco. L’Inter infatti vinse per 10 a 3 e ottenne il primo scudetto della sua storia. Uno scudetto vinto in modo non proprio onorevole. Qualcuno, maliziosamente, direbbe che chi ben comincia è a metà dell’opera o, rischiando di abusare dei modi di dire, che se il buongiorno si vede dal mattino…

Il prossimo articolo della rubrica “La settimana del prescritto” sarà dedicata alla mancata retrocessione dell’Inter nel 1922.

 

La settimana del prescritto, tutti gli articoli:

Il primo scudetto dell’Inter vinto col trucchetto

Quando l’Inter fu retrocessa ma non andò in B

Il doping e l’Inter, una storia triste

Corruzione, lattine e tornei giovanili col trucco

Il passaporto di Recoba: si cambiarono le regole per non far retrocedere l’Inter

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Comments

  1. Walter says

    Questo articolo, oltre che fazioso, dice pure falsità.

    Come viene spiegato su Wikipedia con dovizia di partiolari, fu in realtà la Pro Vercelli a tentare di vincere il campionato con l’inganno, chiedendo continui rinvii per recuperare i propri giocatori infortunati (infatti il torneo del 17 aprile non fu mai neanche disputato dai ragazzi della Pro Vercelli). Inoltre l’Inter si oppose al 1° maggio come data del rinvio perché anche i suoi giocatori erano impegnati in quel giorno e l’Inter voleva parità di trattamento. Giustamente la FIGC, dopo essere stata ingannata dalla Pro Vercelli il 17 aprile, diede ragione all’Inter. L’Inter vinse il campionato onestamente.

    https://it.wikipedia.org/wiki/Prima_Categoria_1909-1910

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