Febbre derby allo Stadium e la promessa di Giampiero Ventura

Mancano due giorni alla partita più importante e difficile dell’anno, quella che storicamente per il Torino rappresenta il crocevia per trasformare una stagione da positiva a trionfale. L’ultimo derby vinto dai granata risale purtroppo al 1995 quando Rizzitelli con una doppietta, riuscì a ribaltare lo svantaggio iniziale per l’autogoal di Maltagliati. Una vittoria che paradossalmente ha segnato la fine del Toro, così come era conosciuto fino ad allora, perché dopo quella vittoria si sono succedute retrocessioni, stagioni anonime in serie B, presidenti al soldo degli Agnelli e il fallimento di dieci anni dopo.

Dal quel 9 aprile del 1995 si sono giocate 14 stracittadine, concluse con 10 vittorie bianconere e 4 pareggi e con risultati clamorosi come il 5-0 subito dal Toro pochi mesi dopo nella stagione successiva, o il 4-0 del 2002 e ancora il 3-0 del primo derby giocato allo Juventus Stadium nel 2012. Un periodo non proprio positivo, che si protrae ormai da troppi anni e in cui spesso il derby non si è giocato per la mancanza nella massima serie del Torino, e una volta anche degli avversari che nel  2006 calcavano i campi della serie B a causa dello scandalo di Calciopoli.

Biglietti derby torino

Troppa la differenza di valori in campo tra le due formazioni, troppa la distanza tra le potenzialità economiche dei due club, diversi gli obbiettivi e soprattutto sproporzionato il GAP tecnico tra le due squadre in questi 20 anni per poter pensare di ottenere qualche risultato positivo. Il Torino dopo quel 95 è lentamente scivolato verso il fallimento, con il difficile compito della ricostruzione affidato ad Urbano Cairo che è dovuto ripartire da zero per ricreare una squadra competitiva. Durante la presidenza dell’editore alessandrino, su sette derby il Torino è riuscito a strappare soltanto uno 0-0 nel 2008, soccombendo nei restanti sei incontri.

Anni bui per il Toro, anni in cui l’incertezza regnava sovrana, e in cui era anche difficile per i giocatori trovare le motivazioni che rendevano i derby degli anni 70, 80 e 90 delle gare diverse, in cui la più forte Juventus, soccombeva al cospetto di un Torino più povero e meno dotato tecnicamente ma sicuramente più motivato e cattivo, con giocatori che potevano affrontare la stracittadina senza patemi dettati da una classifica ballerina, e soprattutto con la voglia di affermarsi contro la più ricca e titolata altra squadra della città. Giocatori come Ferrini, Pulici, Graziani, Dossena, Zaccarelli e in tempi più recenti Casagrande, Martin Vasquez, Policano e Scifo che in quella gara si trasformavano, mangiavano l’erba e le gambe degli avversari, sputando letteralmente sangue per ottenere la vittoria.

È da quel 95 che non si vede più un derby di quel genere, fatto salvo il 3-3 del 2001, quello della “buca di Maspero“, in cui il Toro riuscì a rimontare nel secondo tempo una gara che lo vedeva andare a riposo sullo 0-3 e concluso con l’errore dal dischetto di Salas.

Anche il derby dell’andata è stato tutt’altro che esaltante, deciso da un goal in netto fuorigioco di Pogba, ma con un Toro incapace di impensierire minimamente i bianconeri, non andando mai a tirare in porta. Ma parliamo di un altro Toro.

Oggi il Toro è una squadra diversa, che finalmente sembra essere tornata a lottare per traguardi più prestigiosi che una salvezza strappata all’ultima giornata, una squadra convinta dei propri mezzi e con la coppia goal Cerci e Immobile in grado di realizzare 24 goal, e far sognare i tifosi granata. Sarà una partita difficilissima, contro una squadra fortissima, che come una schiacciasassi, macina record a ripetizione, ma mai come quest’anno il Toro potrà dire la propria, perchè l’essere mentalmente non condizionato a strappare un punticino che potrebbe diventare vitale in classifica, farà si che i giocatori possano andare in campo senza nulla da perdere, ma con la consapevolezza che una vittoria consentirebbe loro di entrare di diritto nella storia del Toro, perché battere la Juve dopo quasi vent’anni e per giunta nel loro stadio sarebbe la più bella favola che ognuno di loro abbia mai scritto calcisticamente e che li trasformerebbe in eroi, immortali e miti come lo sono Pulici e Graziani, Casagrande e Rizzitelli.

Sulla carta appare ovvio che la Juve sia favorita, perché è effettivamente la squadra più forte, e soprattutto perché nel “suo” stadio appare quasi imbattibile, specie in campionato; se a questo si aggiungono i ripetuti favorì arbitrali ricevuti in passato nei derby, l’ago della bilancia non può che propendere dalla parte bianconera, e solo il miglior Toro, più cattivo e motivato, potrà sconfiggere il nemico vincendo la battaglia più difficile dell’anno. Servono veri uomini, guerrieri all’assalto della Juve e del suo stadio.

Bisogna distruggerli e farli crollare dentro al loro stadio costruito sul fallimento del Torino, riappropriarsi per una volta della città, alzar la testa di fronte al più potente, ricco e titolato avversario. Ma come quest’anno si può fare e la speranza di tutti è che si possa giocare in 11 contro 11, e ammutolire uno stadio che sarà esaurito in ogni ordine di posto coi biglietti sold out poco dopo la loro uscita. Ventura lo ha promesso a inizio campionato, così come ha promesso un Toro da metà sinistra della classifica… La prima metà della promessa è stata mantenuta, ora manca l’ultima battaglia, la più difficile, ma come sempre la più bella e affascinante…

 

Comments

  1. Emiliano Lemma says

    “Oggi il Toro è una squadra diversa, che finalmente sembra essere tornata a lottare per traguardi più prestigiosi che una salvezza strappata all’ultima giornata, una squadra convinta dei propri mezzi” soprattutto, aggiungerei, una squadra nella quale l’autore del post ha sempre creduto…

    • FIGTHERS 77 says

      CALMA E CALMA ANCORA.! TUTTI PROPOSITI BELLICOSI E POI “TORNATE” CON 3 PERE A CASA. PARLARE SEMPRE DOPO LA PARTITA GRAZIE
      ! 32 !

  2. Marco DG says

    Che il Toro degli anni ’70/’80 e ’90 fosse sempre meno “dotato” della Juve è da vedere… Ci sono stati anni in cui il Toro era pari o meglio dei cugini… E non parlo solo del ’76…

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