Un calcio da Repubblica delle banane

Il calcio italiano è tra i più imprevedibili e inpronosticabili del mondo. Da una settimana all’altra passa dall’essere un malato terminale al venire dipinto come fosse ancora quello di qualche anno fa: equilibrato, pieno di giocatori di talento, prossimo a dominare anche l’Europa. Non solo: uno stesso episodio passa dall’essere gravissimo e indice della malafede arbitrale ad essere ininfluente perché, alla fine, la partita è terminata con più di una rete di scarto.

Lo abbiamo visto domenica scorsa: una rete in leggero fuorigioco da parte del Napoli viene raccontata come del tutto ininfluente da parte di media di ogni provenienza e colore perché difficile da vedere e, soprattutto, non tale da pregiudicare il risultato in una partita terminata 2-0. Un’episodio del tutto simile, all’andata, fu invece raccontato come determinante ai fini del risultato (i famosi 21 cm che poi non erano 21 di Llorente). Allora si disse (ricordo benissimo Sconcerti mentre ne parlava con convinzione) che una partita che comincia con una rete in fuorigioco condiziona tutto lo svolgimento della gara. Anche una gara terminata poi 3-0 e nella quale gli sconfitti non sono mai esistiti.

disastro2E come non rilevare, oggi che la Roma vive un momento non solo di grande condizione fisica e di conseguenti risultati brillanti, ma anche di favori arbitrali indubitabili, la differenza dei toni da parte di tutti? Non si parla più d’Er Sistema, ossia di quella poderosa macchinazione atta ad assegnare facili vittorie alla Juve, sul campo e non (vedi lo Stadio, come da delirio desantisiano). Perché se Sistema c’è esso allora non deve prevedere intoppi e invece quello italiano di intoppi ne deve fronteggiare parecchi, dai fuorigioco ai rigori dati-non-dati, dai pugni che diventano ammonizioni agli avversari ai mani in area non sanzionati.

O, ancora, come non interrogarsi dinanzi ad un Parma che affronta con il coltello tra i denti la Juve e il Napoli, dimostrando grinta, tattica, condizione atletica e capacità di giocarsi fino all’ultimo la possibilità di tornare in Europa, dimenticandosi però tutto ciò quando al cospetto dei parmigiani si pone la Roma, dalla quale si fa asfaltare come se fosse un’amichevole?

E del Napoli non vogliamo parlare? Una squadra costruita per vincere, con campagne acquisti faraoniche, con un Presidente vulcanico che si permette di aggredire un tifoso e poi fare pure l’offeso (ve lo immaginate cosa sarebbe successo se Agnelli, o Marotta o finanche un Lapo qualunque avessero anche solo risposto in modo sgarbato ad un tifoso?) ma che ha ripianato debiti e ora chiede a gran voce che gli venga costruito uno stadio adeguato. Una squadra con tali caratteristiche che, nell’ordine, un anno vince la Coppa Italia e riempie la città di: “Abbonati al Napoli Campione d’Italia“, l’anno dopo non si presenta alla premiazione dopo aver perso la Supercoppa e, infine, nell’anno di Higuain, Benitez e i 100 milioni investiti si crogiola nella vittoria contro la Juve, dalla quale all’andata aveva subito una lezione di calcio e non guarda ai problemi di una squadra per la quale il terzo posto non può che essere deludente.

Già, perchè dopo i festeggiamenti per una semplice vittoria contro la capolista, il Napoli subisce una sconfitta contro il Parma e si arrende, quasi, alla disputa dei preliminari di Champions. Qualcuno ha dato loro dei “provinciali“, forse sbagliando, ma quando una squadra vuole pensare in grande e poi si fa vanto dei “contentini” che una stagione regala, a ben vedere, anche alla più sciagurata delle compagini, allora è difficile trovare termini più corretti.

disastro3C’è poi un’Inter che, finalmente, ottiene un rigore e lo sbaglia, a dimostrazione che certe caratteristiche facciano parte del DNA di una società e nulla si può fare per cambiare il corso della storia, salvo, magari, ricorrere a pratiche non troppo corrette quali intercettazioni, dossier e processi sommari. Puoi non avere rigori per tot partite e poi averne uno e farselo parare. A qualcuno potrebbe venire il dubbio che il famoso rigore non concesso per fallo di Iuliano contro Ronaldo poteva anche non portare alla vittoria del titolo dei nerazzurri (magari perchè il risultato era 1-0 per la Juve, che peraltro conduceva in classifica, ma queste sono cose che si tende a dimenticare). Chissà.

Il campionato italiano non sarà mai noioso: sarà divertente ed equilibrato quando lo vinceranno certe squadre; sarà condizionato dalla malafede degli arbitri e dai dicktat del Palazzo quando lo vincerà la Juve. Il calcio italiano non guarirà mai perché non guariranno mai gli italiani: provinciali, invidiosi, desiderosi di ricorrere alla scorciatoia (comprare giocatori improbabili anzichè investire in uno Stadio, ad esempio) rifuggendo il duro lavoro, lamentosi, dietrologi e con nessuna voglia di ammettere i propri errori e di rendere merito a chi ce la fa.

 

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