Il capolavoro (mediatico) di Conte

Ci sono parecchi motivi per i quali Antonio Conte é un uomo antipatico. Conte dice quello che pensa. Conte dice cose non banali. Conte è un vincente. Conte è un gobbo. Queste cose, tutte assieme, non possono essere tollerate dalla maggior parte degli italiani. Non solo da quelli non della Juve. Ho sentito con le mie orecchie un tifoso di vecchia data rimpiange Ranieri. Era più simpatico e faceva giocare Del Piero. Ranieri, capito?

Ieri Conte non ha solo raggiunto le semifinali di Europa League con una squadra stanca, con poche alternative ai titolari e che sta dominando per il terzo anno consecutivo il logorante e difficile campionato di Serie A. Ieri Conte ha colto l’occasione per rompere, una volta di più, quel velo di ipocrisia che attraversa senza ritegno il mondo dei media. Ma quale ranking? Del ranking non frega niente a nessuno, ha tuonato Conte.

conte1Tutti, juventini a parte, hanno tifato per il Lione così come avevano tifato per i turchi del Trabzonspor, per il Galatasaray e per il Real. Inutile raccontarsi balle. O meglio, lasciamolo fare a chi, come il direttore di Gazzetta.it, tal Andrea Di Caro, ha detto, a Radio Sportiva, che la Juve ha vinto giocando male, e,  con un sorrisino ebete mal celato, grazie ancora una volta ad un episodio favorevole, visto che c’era un rigore per i francesi. Per poi concludere che comunque la Juve in Europa stenta ed è lontana anni luce dalle squadre di Champions.

Secondo voi, a Di Caro, interessa qualcosa del ranking UEFA?

Poi Conte, ma lo aveva già anticipato, commettendo anche un errore, in conferenza stampa l’altro ieri, ha completato l’opera con una battuta che solo ieri è stata capita: la Juve è la prima squadra italiana, dal 2007 (il giorno prima, sbagliando, aveva detto 2006), ad arrivare ad una semifinale europea. Qualcuno dirà che l’Inter nel frattempo ha vinto la Champions. Quel qualcuno, evidentemente, non ha capito e deve rileggersi la frase in questione, prestando particolare attenzione alla parola in grassetto.

È, questo, un Conte sempre più solo contro tutti, confortato dalle vittorie ma anche capace di stringere attorno a sè tutta la squadra nel momento di maggiore difficoltà.

È un Conte che dice anche ai tifosi cosa fare e non fare, cosa dire e non dire. Da quando abbracciò Giovinco in modo plateale, urlando che nessuno doveva più permettersi di fischiarlo, il piccolo attaccante torinese viene applaudito con convinzione.

A tal proposito, però, mi permetto una piccola critica. Dire che un tifoso che paga il biglietto (nonostante Listicket), esce prima dal lavoro o non ci va affatto e magari si sobbarca un viaggio di qualche ora pur di essere vicino alla squadra ( e ai conti della società, visto che lo Juventus Stadium è sempre pieno e i biglietti sono i più cari d’Italia), dirgli di non mugugnare dopo un cross di Isla o un colpo di tacco a vuoto di Vucinic significa dirgli di fare l’automa: al mio comando applaudire, al mio comando fischiare, quando palla entra in rete urlare gol, ma senza scomporsi. Eh no, mister, questo è sbagliato. Ma sento di poterti perdonare.

Comments

  1. Pie86Matraxhia says

    Grande pezzo.
    Dimentichi solo che Conte vuole allenare anche i tifosi, non dico che hai torto nella considerazione finale, dico solo che lui vuole allenare tutto ciò che si muove.

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