Licenze UEFA: quante speranze ha il Toro di essere ripescato?

La notizia appena trapelata della mancata concessione della licenza UEFA al Parma anche dalla commissione di secondo grado, sembra dare nuova linfa alle speranze di ripescaggio del Torino ai danni degli emiliani. La questione, com’era trapelata dalle indiscrezioni relative al giudizio di primo grado, riguarda il ritardo nel pagamento delle ritenute Irpef ai tesserati bianco-crociati, saldate poi successivamente proprio per evitare guai peggiori con l’uefa.

Se al giudizio di primo grado, in pochi avevano temuto che questa esclusione potesse diventare realtà, questo perché normalmente in prima istanza si fanno delle valutazioni oggettive non entrando nel merito delle motivazioni, in seconda istanza si esamina un ricorso da parte della società danneggiata, che spiega i motivi delle proprie mancanze. Nel caso specifico l’AD Leonardi ha cercato di giustificare l’inadempimento, con la buona fede, sostenendo di aver addirittura anticipato ai propri tesserati dei compensi che avrebbe dovuto saldare il 30 giugno 2014, convinto che anche anticipando i suddetti compensi, le ritenute Irpef avrebbero dovuto essere pagate dopo la fine di giugno.

Pertanto la difesa del Parma si basa sulla totale buona fede, e viene avvalorata dal fatto che tali inadempimenti sono stati prontamente sanati non appena avuto comunicazione di ritardato pagamento. Trapela quindi negli ambienti gialloblù un cauto ottimismo, anche se fino alla prima mancata concessione, nessuno del Parma si è sentito in dovere di chiarire le motivazioni che avrebbero portato a tale decisione, oggi le cose sembrano essere un po’ cambiate, vista l’uscita di un comunicato ufficiale della società che per bocca dello stesso Leonardi ha voluto chiarire tutto riguardo l’accaduto. Buona fede, o preoccupazione?

Ma quante sono le possibilità che il Parma venga realmente escluso dalle competizioni europee? Intanto va precisato che a livello nazionale i gradi di giudizio sono 3: la commissione di primo grado, la commissione di secondo grado e l’Alta Corte di Giustizia. Tutti organi italiani, delegati dall’Uefa per controllare i conti delle società verificando se le stesse rispondono ai parametri necessari per la concessione delle licenze. In caso di mancata concessione anche al terzo grado di giudizio, un controllo supremo verrà eseguito dall’organo internazionale, ma sarebbe un controsenso se questo andasse contro la federazione nazionale.

In Italia esistono due precedenti al riguardo, uno nel 2006 quando fu la Lazio a vedersi concessa la licenza al secondo grado di giudizio, per il mancato pagamento nei confronti di un suo dirigente, mentre due anni dopo è toccato all’Udinese sorridere dopo il secondo grado di giudizio. Al terzo grado di giudizio nessun club italiano è mai arrivato, quindi non ci sono precedenti in merito.  Precedenti che sono invece presenti in Spagna dove lo scorso anno Malaga e Rajo Vallecano si sono viste negare la licenza UEFA dalla federazione del proprio paese nei tre gradi di giudizio e successivamente dal tribunale europeo di Losanna che ha confermato le sentenze della federcalcio spagnola. È però giusto sottolineare che le situazioni dei due club erano molto differenti rispetto a quella attuale del Parma, in qui casi si parlava di mancato rispetto del FairPlay finanziario con situazioni debitorie piuttosto pesanti.

Dunque fare delle previsioni su quante siano le speranze del Torino non è facile, e per come stanno le cose oggi, personalmente mi sento di escludere un ripescaggio del Torino, più che altro perché il Parma non versa in una situazione finanziaria paragonabile a quelle dei due club spagnoli esclusi lo scorso anno, ma trattasi di questioni puramente formali poi sistemate. Ma è anche vero che le regole dell’Uefa sono ferree come è giusto che sia, quindi una flebile speranza esiste, ma solo il tempo e precisamente il 28 maggio, data della terza udienza, ci fornirà una risposta quasi definitiva a questo spinoso dilemma.

 

Comments

  1. gerardo aurelio says

    Sarebbe la prima volta che un cavillo fiscale viene a favore del TORO speriamo in bene dopo tutti i torti arbitrali subiti nel campionato finalmente un po’ di giustizia. FORZA TORO

  2. Massimo says

    Sono granata dalla testa ai piedi. Non esistono ripescaggi . Il Toro ha sbagliato la partita con il Parma e il rigore di Firenze. Siamo stati penalizzati dagli arbitri durante la stagione ma il finale e’ stato compromesso solo da noi. Granata giudicate voi. Speriamo che ora non venga il peggio. Ma sempre Forza Toro!!!!!!!!!

  3. cffft says

    Noi avremmo sbagliato, secondo questi signori, perché abbiamo 10 calciatori tesserati in un’altra società con un incentivo all’esodo. Faccio un esempio concreto, con i numeri: se un giocatore guadagna 100 mila euro e la squadra in cui viene prestato gliene può riconoscere solo 80 mila, il Parma provvede a dargli i 20 mila restanti. Il 30 giugno 2014 era la data in cui a questi ragazzi si sarebbe dovuta versare questa differenza economica, ma per il bene dei ragazzi stessi, con generosità abbiamo dato periodicamente degli anticipi finanziari sui quali, secondo loro, avremmo dovuto pagare l’Irpef. Mentre, come assicurato più volte anche dai nostri fiscalisti, questa dovrà essere pagata il 30 giugno 2014 alla scadenza del conguaglio definitivo. Il paradosso? Se non avessimo pagato, non ci sarebbero stati problemi. Noi non dovremmo partecipare all’Europa League per un motivo del genere? E’ assolutamente paradossale, per questo sono tranquillo e fiducioso. Secondo la Commissione, in sostanza, si tratta a tutti gli effetti di pagamenti di stipendio o acconto: interpretano così la questione, perché di interpretazione si tratta. Non a caso, giovedì, ho detto che il Parma ha pagato più di quanto avrebbe dovuto: se non avesse versato questi soldi, non sarebbe sorta la questione. E’ un effetto assolutamente bonario, di buon senso, noi vogliamo che venga recepito questo. I giocatori in questione non sono a busta paga nostra ma di un altro club. Se io anticipo, sto facendo una cortesia figlia della generosità della nostra società. E noi, pur non condividendo la loro interpretazione, l’Irpef l’abbiamo pagata un’ora dopo la prima sollecitazione con i 300 mila euro richiesti, senza contare che per questa licenza Uefa tra aumenti di capitale e altri pagamenti, il Parma ha speso oltre 20 milioni di euro. E avremmo avuto problemi a pagare 300 mila euro?

  4. piero says

    Mi piacerebbe rivedere il Torino in Europa, ma non così’. Il Parma ha meritato la qualificazione sul campo e noi abbiamo sciupato troppe occasioni…

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