Napoli – Torino 2-1 Come farsi del male da soli

Oggi ho riflettuto se fosse il caso di fare il mio solito articolo da editorialista o, vista la partita di ieri sera, da semplice tifoso da curva e spiattellare tutta la mia rabbia sportiva sulla, ai mie occhi, mediocrità del Toro vista in campo ieri sera.

Ventura sembra aver lasciato da parte il 3-6-1 di Cagliari fuori e Viola in casa e da di nuovo fiducia al 3-5-2 vittorioso su rigore al 93′ in Coppa. Cambiano gli effettivi, si rispolvera Larrondo (quello che ha giocato meno in queste ultime settimane) vicino a Quagliarella. A centrocampo Peres parte da destra con Darmian a sinistra, Vives immancabile in campionato, davanti alla difesa, mezze ali Benassi a destra e El Kaddouri a sinistra. Stavolta dopo tanta fiducia, Sanchez Mino si accomoda in panchina.

Il Toro non parte affatto male. Si difende con autorità e sicurezza e riparte bene con Peres ed El Kaddouri. E al 14′ addirittura va in vantaggio. Maksimovic si addentra con personalità nel centrocampo partenopeo, e lancia Quagliarella che scatta sul filo del fuorigioco. Fabio si inventa un gran gol, tutto defilato sulla destra ad incrociare il palo opposto. Un gran gol. Quagliarella il “salvatore”. Grande.

Il Napoli, in palese difficoltà di personalità dall’inizio del campionato, sbanda ma ha una grande reazione che lo porta vicinissimo al pareggio in almeno 4 occasioni. Palo di Insigne a Gillet battuto, Higuain solo che tira due volte a porta vuota contro i difensori granata, prima Glik e poi Maksimovic, Insigne ancora solo davanti a Gillet che fa un’uscita a terra perfetta, e poi uno splendido tiro di Inler da 25 metri, toccato splendidamente con la punta delle dita da Gillet in angolo. Tutte queste occasioni frutto di errori di disimpegno clamorosi dei giocatori granata. In pratica il Napoli rischia di segnare perché sono i giocatori del Toro a fargli ripartire l’azione.

Dal 30′ del 1° tempo si assiste ad un continuo gioco della squadra granata che chiameremo “dai la palla all’indietro”. Giochino buono per insegnare il possesso palla ai bambini di scuola calcio, deleterio e suicida in un campo di Serie A contro la terza forza dello scorso campionato.

Il Toro riparte pochissimo. Manca qualità nel centrocampo. Vives e Benassi compiono mille errori e mille falli. Peres viene servito col contagocce. Darmian per partire a sinistra ha sempre bisogno di un tocco in più per portarsi la palla sul destro. El Kaddouri chiamato ad un grosso sacrificio in contenimento, quando arriva sotto porta è cosi stanco che si dribbla anche da solo perdendo l’attimo utile per servire un Quagliarella solissimo sul limite dell’area piccola.

Non è un Napoli da scudetto e forse neanche da zona Champions in questo momento. Eppure il Toro con il giochino “dai la palla all’indietro” effettuatto per 35′ minuti, dal 30′ del 1° tempo al 20° del 2° tempo, mette il Napoli, non solo in condizione di pareggiare con Insigne, “udite udite” di testa (!) su cross in area (Insigne 1,63 di altezza) in mezzo a Glik (1,90) Maksimovic (1,93) Moretti (1,83) Peres (1,78) e Benassi (1,83) ma di andare addirittura in vantaggio con Callejon che scavalca Gillet da destra con un pallonetto.

A questo punto Ventura si arrabbia, diventa nervosissimo. Dopo il gol dell’1-1 toglie Benassi e inserisce Gazzi (un cambio che doveva essere fatto ad inizio partita), poi due minuti prima del gol del vantaggio del Napoli, toglie Peres (che non aveva fatto assolutamente male fino a quel momento e oltretutto uno dei pochi granata veloci) sposta Darmian a destra e fa entrare in campo Molinaro a sinistra, nella mente del tecnico, forse per arginare meglio Callejon che infatti due minuti dopo segna il gol vittoria bevendosi Molinaro.

Ma il colpo a sensazione deve ancora venire. Vives (inguardabile) riceve un colpo al petto da Inler e soffre. Al 23′ minuto del 2° tempo è pronto ad entrare Sanchez Mino al suo posto (ultimo cambio). A questo punto non si capisce se Vives ce la faccia o no a continuare. Convinto della resistenza del numero 20 granata, Ventura allora fa sedere Sanchez Mino e prepara l’ingresso di Martinez, il giovane e veloce attaccante venezuelano che potrebbe risvegliare qualche contropiede al posto del bradipo Larrondo. Poi Vives ci ripensa, ri-chiede il cambio e Ventura che fa? Rifà sedere Martinez e rifà spogliare ed entrare Sanchez Mino. Ma mentre si aspetta il suo ingresso la palla non ne vuol sapere di andare in fallo laterale e Ventura si infuria con i suoi e pure coi napoletani che, a suo modo di pensare, DEVONO buttare fuori la palla per far entrare Sanchez Mino… Questa “telenovela” dura 7 (sette) minuti. Sette minuti persi a capire cosa si dovesse fare su una panchina di Serie A… Ma perché, visto che si stava perdendo, non poteva entrare lo stesso Martinez al posto di Vives e fare un 3-4-3? No? Troppo sbilanciati? Eh già…hai visto mai che invece di 2-1 perdiamo 3-1…che figura ci faccio? Avrà pensato il mister…

Sanchez Mino entra e non cambia niente. Anzi, addirittura due punizioni dal vertice destro dell’area del Napoli vengono battute da El Kaddouri e da Sanchez Mino all’indietro!!! Una cosa inguardabile…

Si perde una partita contro un Napoli non trascendentale. Si invocano due rigori che potevano starci ma che se li avessero fischiati nella nostra area avremmo gridato allo scandalo. Si, è vero, Quagliarella viene tirato per la maglia in area, ma fa anche un tuffo degno della miglior Tania Cagnotto e si becca l’ammonizione per simulazione e il braccio di Zuniga, anche se sembra addomesticare il pallone è in linea con il corpo e non aperto. E poi se invece di reclamare i rigori giocassimo a calcio invece che a “dai la palla all’indietro”, forse, non avremmo bisogno di reclamare. E per ultimo, ma questo lo sappiamo da 108 anni, non siamo la juve.

Mentalità sbagliata, squadra impaurita, continui passaggi all’indietro, scarsissima qualità a centrocampo, il nulla vicino a Quagliarella in attacco, un mister che trasmette insicurezza nei cambi e che vieta ai suoi di pressare alto, come fanno tutte le grandi squadre nel calcio di oggi, vedi juve e roma, solo per restare in casa nostra, lasciandoci rintanati nei nostri 40 metri subito dopo aver segnato lo 0-1.

Così non si va lontano. Così saranno molte, troppe, le partite perse o pareggiate per via di questo atteggiamento. “Nel secondo tempo non siamo stati più il Toro e abbiamo perso” dice Ventura a fine gara. E chissà perché? Chissà chi è che fa la tattica in campo. Chissà chi è che fa la formazione e i cambi? Chissà chi è? Forse se lo chiede anche lo stesso Ventura, spaesato com’era ieri sera… Caro Ventura: mentalità difensivista, sconfitta in vista.

Ps: El Kaddouri si fa espellere da Massa a gara finita per proteste sui rigori non dati al Toro. Come se l’arbitro a fine partita possa tornare sulle sue decisioni…Bene, bravo, bis, Omar. Gli toccheranno 3 giornate. Quagliarella è uscito a fine partita con un dolore all’inguine. E’ l’unico “santo dei miracoli” che abbiamo in squadra. Speriamo di non perdere anche lui, sennò, amen…

 

Comments

  1. e se mandassimo via ventura larondo vives e tutto il resto says

    con ventura e e tutta la sua banda la serie b b b e sicura

    • Massimo says

      Ventura non verrà esonerato. Fa molto comodo a Cairo . Ventura ha avallato l’indebolomento della squadra mettendoci la faccia (non gratuitamente) facendo guadagnare al presidente quello che tutti sappiamo. Quindi non vedo come il Toro possa uscire da questa situazione di precarietà Benvenga il nuovo Filadelfia ma è’ anche importante garantire a noi tifosi una squadra di buon rendimento .

      • Carlo Junior says

        Condivido con te Massimo. La nostra “fortuna” se vogliamo chiamarla così, è che ci sono almeno 4/5 squadre peggiori del Toro e probabilmente riusciremo a fare quei 39 punti che ci garantiranno la salvezza. il Filadelfia è il Messia che stiamo aspettando da 20 anni ma in tutti i “calciomercato” di questi 10 anni Cairo ci ha indovinato (fortunosamente) solo l’anno scorso sommando Immobile a Cerci, perché solo con Cerci, l’anno prima, sempre 39 punti avevamo fatto… ;-)

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