Bianchi cuore di capitano, Ventura una vergogna!

Doveva essere la notte del capitano, e così è stato! Quel goal al 38′ sotto la curva maratona, l’ovazione del pubblico e quel giro di campo finale pieno di commozione hanno trasformato, quella che sembrava una serata iniziata nel peggiore dei modi, in una notte magica che solo un cuore granata poteva regalare ai propri tifosi.

Tutti si aspettavano di vedere Bianchi al suo passo d’addio al toro, con una maglia da titolare, visto anche la gara ormai ininfluente per la classifica, ed invece come pronosticato qualche giorno fa, Ventura schiera Jonathas dal primo minuto perché a suo dire, voleva vedere come avrebbe reagito il brasiliano partendo dall’inizio, in una squadra condita di rincalzi come Caceres, Bakic, Di Cesare, e il portiere Coppola. Il commento al comportamento del mister credo che sia superfluo, ha semplicemente dato la risposta a tante domande, che per i tifosi risultavano incomprensibili, su chi fosse a non volere il capitano in squadra, ma ha scherzato col fuoco, e si è bruciato… Complimenti!

Chissà cosa avrà visto da Jonathas il nostro grande mister? Speriamo abbia avuto almeno lui qualche indicazione positiva dal brasiliano, perché credo che pochi possano aver visto qualcosa di decente stasera, dall’assistito da Mino Raiola… Ma questo è il futuro, e forse per una volta è meglio concentrarsi su quel che è successo dal 5′ del secondo tempo quando il risultato vedeva il Torino sotto di un goal. Dopo cinque minuti dall’inizio della ripresa Ventura butta nella mischia il capitano, tra l’ovazione dell’Olimpico al posto di Jonathas. Il mister penserà forse che sia stato tutto casuale, ma la partita da quel momento cambia, il Torino gioca con più convinzione e poco dopo arriva il pareggio in un’azione che parte proprio da Bianchi, Brighi e Cerci che insacca… Il pensiero che probabilmente nessuno di questi tre vestirà la maglia granata il prossimo anno, è a dir poco deprimente!

Raggiunto il pareggio e senza che il Catania abbia fatto nulla per accelerare, la frittata fatta da Ogbonna e Rodriguez che si scontrano in area, libera Bergessio che insacca il 2-1. Sembra un copione scritto a tavolino, e infatti negli ultimi dieci minuti il Toro preme sull’accelleratore per raggiungere il pareggio, sembra quasi fatta all’84′ quando Bianchi, ancora lui, si inventa un tiro da posizione impossibile e centra in pieno il palo. Sembra una maledizione, che si infrange un minuto dopo quando Cerci, parte sulla destra, arriva sul fondo mette il pallone in mezzo e finalmente arriva la zampata del capitano che fa 2-2 e corre in mezzo alla sua gente a festeggiare, con chi lo ama, la sua ultima perla in granata, in un di gioia e commozione! La gara non ha più nulla da dire e si conclude con 3′ minuti di recupero sul 2-2.

Finisce qui il campionato del Torino, in una stagione mediocre in cui Ventura ha ottenuto il minimo sindacale, ovvero 40 punti, senza emozionare, senza entusiasmare, dimostrando fino all’ultimo di non aver compreso cosa significa essere granata e cosa ha rappresentato per il popolo del Torino una giocatore come Rolando Bianchi. Il suo comportamento, e la spiegazione data a fine gara, la dicono lunga su come questo allenatore sia completamente estraneo allo spirito granata, dimenticando che se il Torino è salvo lo deve anche agli 11 goal del capitano, ancora capocannoniere granata, se pure utilizzato con il contagocce.

Il giro di campo di Bianchi al termine della gara, con le lacrime agli occhi, rappresenta in pieno cosa vuol dire avere la maglia cucita addosso come una seconda pelle, e dovrebbe far capire a molti cosa significa amare il Toro! Tutti lo stadio intonava il canto “Rolando Bianchi, Rolando alè“, chi applaudiva, chi cantava, chi piangeva nel vedere il capitano al suo passo d’addio e non per suo volere! E lo stesso capitano sottolinea a fine gara, che la sua volontà non era quella di abbandonare il Toro, togliendosi finalmente qualche sassolino dalla scarpa, ringraziando tutti i tifosi ma rimarcando con una frase che lascia poco spazio ad interpretazioni il suo pensiero “ora sapete chi non mi ha più voluto qui, sapevo da molto che non ero gradito, diventa tutto evidente quando ti rendi conto che qualcuno fa anche fatica a salutarti…”.

Ora è perfino troppo chiaro e lampante di cosa sia successo in questi due anni, e dei motivi che hanno spinto il Torino a privarsi del suo centravanti, e di quello principale che si chiama GIAMPIERO VENTURA, anche se è il caso di sottolineare come la dirigenza e il presidente abbiano avvallato senza batter ciglio una decisione che per come è stata presa e  gestita ha qualcosa di assurdo perchè sarebbe stato addirittura meglio cederlo al Catania lo scorso anno, quando il trasferimento sembrava ormai cosa lacerimefatta. E invece è andata come tutti abbiamo visto, e questa vicenda ha un solo vincitore, Rolando Bianchi che fino alla fine ha dimostrato al mister e al gatto e la volpe (Cairo e Petrachi), cosa significa essere granata, cosa significa lottare fino all’ultimo secondo per la propria gente, anche quando tutto va storto e le cose intorno a te fanno schifo! E allora grazie CAPITANO, per i 77 goal, per essere stato granata dentro e fuori!

 

 

Comments

  1. Massimo says

    Secondo me non avete capito che Ventura l’ha fatto apposta per dare ancora più valore ad un giocatore come Bianchi che per voi era una bandiera. dovreste ringraziarlo il mister…..

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