Era Padoin o Lahm?

Quando all’inizio del secondo tempo non riuscivo più a distinguere Simone Padoin da Philipp Lahm ho capito che c’era la fregatura.

E la fregatura era il Parma: ha retto fino al primo gol di Llorente poi é scomparso.

Ha ragione Donandoni, scendere in campo e giocare una partita in quel modo dovrebbe far vergognare tutti i giocatori gialloblù, lontanissimi parenti di quelli dell’anno scorso.

Anche tenendo conto delle assenze e della differenza enorme con la Juve, finora il Parma era riuscito a mettere in grossa difficoltà la Roma e a battere l’Inter (3 gol su 3 di De Ceglie)

Per questo riesce difficile capire quanto c’è della Juve e quanto del Parma nell’abbuffata di ieri, che in casa mancava dal 1983, 7-0 all’Ascoli.

Nella partita con l’Olimpyakos il nuovo modulo mi aveva convinto per certi versi (maggiore impiego del reparto forte, il centrocampo) e utilizzo degli esterni nel ruolo a loro più congeniale, cioè quello difensivo.

Per altri invece mi aveva lasciato perplesso: troppi contropiedi lasciati ai modesti greci.

Avrei voluto rivedere la difesa a 4 in una situazione più “allenante”, come direbbe Capello.

In ogni caso partite e risultati del genere fanno bene per rafforzare la seconda posizione e difenderla dal ritorno del Napoli (perché per lo scudetto, lo sappiamo tutti, non c’è storia, #lovincelaroma) e per allontanare il ricordo di Conte con tutto il nutrito codazzo di vedove che il “bell’Antonio” si porta ancora dietro.

Ed ora la sosta della nazionale (piacevole, as usual, come un gatto attaccato agli zebedei), dopo ci attende un ciclo di ferro (in maiuscolo le trasferte):

LAZIO
MALMOE
Torino
FIORENTINA
Atletico Madrid
Sampdoria
CAGLIARI
Napoli (Supercoppa)

Difesa a 3 o 4 sarà un periodo di svolta, nella speranza di recuperare del tutto Caceres (convocato in nazionale) e Barzagli.

 

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