Note positive e note negative dopo il derby della mole, ovvero “fino alla fine” spiegato ai posteri

Mi ci sono volute 36 ore e 2 notti per provare a valutare razionalmente quanto successo domenica pomeriggio.
Se qualcuno mi chiedesse di spiegare cosa significa “fino alla fine” non direi nulla, gli farei vedere gli ultimi 3 minuti del derby, una partita già finita, col pareggio già scritto, col Torino in piena sindrome da braccino corto e una Juve che in 10 aveva rischiato anche di perdere.

Finalmente dopo anni si è rivisto un derby della mole all’altezza, e questo grazie al Torino: in 90 minuti ha creato più occasioni che nei precedenti 10 derby, e, finalmente, è sceso in campo per giocare a calcio e non a calci e barricate in difesa.

Veniamo a noi:

NEGATIVO:

Lichtsteiner2 gialli forse esagerati, considerando il metro usato, ma Orsato l’aveva puntato e glie l’aveva fatto capire chiaramente, la prossima volta gli scrivano un cartello bello grosso, vediamo se capisce.

Evra: non per infierire, ci hanno già pensato milioni di tifosi, ma mi ha fatto tenerezza quando ha provato a rincorrere Peres, e le cure quasi da badante che gli ha riservato Pogba.
Diamogli tempo, per adesso sembra un ex giocatore di lusso, e fa parte della mandata di giocatori attempati che finora la premier c’ha sbolognato, insieme a Vidic e Cole: ricordano molto la mia linea difensiva a 3, quando giocavo. A subbuteo.

La tribuna: al gol di Pirlo era mezza vuota.
un po’ ci godo perché è la punizione massima: si è scritta la storia e tu non c’eri perché sei andato via un attimo prima.
un po’ invece mi ruga considerando che è più facile vincere alla lotteria che riuscire a trovare i biglietti per lo stadium (poi un giorno quelli di listicket.com mi dovranno spiegare che guadagno hanno a rendere l’acquisto di un biglietto una specie di caccia al tesoro senza fine e se ci avete mai provato sapete di cosa sto parlando…)

La condizione fisica: il Toro ha giocato la partita della vita, ok, ma noi quella della morte.
Sempre secondi sui palloni, in ritardo e più lenti, più stanchi.
Non ne faccio una tragedia, c’era il doppio impegno di mezzo (ce l’ha avuto anche il Torino, ma Ventura giovedì aveva fatto riposare 6 giocatori poi schierati titolari nel derby)

POSITIVO:

Bonucci: non tanto e non solo per il recupero su Benassi (che vale oro e spiega meglio di un miliardo di parole cosa significhi provare a vincere fino all’ultimo secondo) ma perché ho sempre sentito dire che come centrale per la difesa a 4 non era buono, e invece finora ha sempre avuto un rendimento altissimo, insieme a Chiellini, lasciando poco agli avversari e non facendo le solite bonucciate (tocchiamoci tutti, immediatamente).
Tutto questo in attesa del rientro di Barzagli che negli ultimi 3 anni è stato sempre il migliore della difesa.

Allegri: al mister va riconosciuta un’intelligenza che in pochi, io per primo, si aspettavano.
Piano piano, col lavoro è riuscito a far diventare la Juve di Conte la sua squadra, trasmettendo le proprie idee ai giocatori, convincendoli e coinvolgendoli nel suo progetto (parola orrenda di cui mi scuso perché mi riporta agli anni orribili di Blanc e del “projettò” ma non me ne venivano altre) sintomo anche che i giocatori erano i primi a sentire il bisogno di cambiare qualcosa.
Bravo anche a fare i giusti cambi: espulso Lichtsteiner ha messo Pereyra terzino, il cambio non ha funzionato perché continuavamo a rischiare e allora ha cambiato modulo, passando a 3 dietro inserendo Ogbonna, migliorando di fatto la situazione a centrocampo, riportandola in parità.
Nel tempo stesso non si è chiuso dietro, accontentandosi del pareggio, e alla fine ha avuto ragione e questo ci ricorda una cosa: provare a vincere è sempre un guadagno anche quando ti va male.
Avevamo criticato l’atteggiamento della Juve col Genoa e il gol stupido preso a partita finita, in quel caso perdemmo un punto; domenica lo stesso atteggiamento ce ne ha fatti guadagnare 2.

Se avessimo accettato serenamente i 2 pareggi, oggi avremmo un punto in meno.

Pirlo: serve che dica altro?

Il pubblico: bellissimo l’applauso a Quagliarella, e non era sull’onda dell’entusiasmo “tanto stiamo vincendo 3-0 che ce frega battiamo le mani”; eravamo sull’1-1 con la partita inchiodata e indirizzata verso un deludente pareggio.
Bel segnale di una tifoseria che non si dimentica da dove veniamo e chi ha contribuito a farci tornare dove siamo oggi (fa molto Conte lo so…)

Adesso ci aspetta Venerdì una sfida contro un’altra squadra il cui campionato dura 2 giornate: andata e ritorno con la Juventus (le altre 36 sono amichevoli in preparazione) e poi la sfida con l’Atletico Madrid.

Giusto il tempo di riprendersi dal derby e si riparte, come sempre “fino alla fine”.
 

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