Cosa resterà del 2014 (tipo Raf ma senza musica)

E così coi rigori di Doha si conclude il 2014 della Juventus…

Che anno è stato?

Riparto dalla fine avvolgendo il nastro;

La sconfitta brucia moderatamente e cmq è più profondo il dolore di quanto non lo sarebbe stata la gioia per una eventuale vittoria;
la supercoppa è il minore degli obbiettivi, una ciliegina sulla torta che ha valore solo se c’è la torta (che comunque ti gusti anche senza ciliegina…)
Dispiace aver perso dopo aver giocato 2 ore al torero col toro (o col ciuccio) senza mai dare il colpo di grazia, con quel senso di superiorità che la nobiltà si porta fastidiosamente appresso.

Il rappresentante più degno di tutto questo è Pogbà: fortissimo come solo i fuoriclasse, narciso come un francese.

Non è e non può essere una questione di condizione fisica: una squadra sulle gambe non riprende a comandare il gioco dopo il pareggio ne affronta i supplementari col piglio con cui ha giocato la Juve.
Se è stata una scelta tattica Allegri dovrà rivedere qualcosa, se un problema di personalità idem, perché in serate dove ti giochi tutto certe disattenzioni costano la vita;
Febbraio e il Borussia arrivano alla svelta.

Insomma di lavoro per Allegri ce ne sarà, oltre al buono che ha già fatto, e da qui riavvolgiamo:

15 luglio; sdraiato su un’amaca quasi addormentato, 8 della sera, suona il telefono, SMS di un amico: “anche Conte vi ha abbandonato”…
Non capisco, cerco notizie su internet.
Non ci credo, non è possibile.
Fatico a prendere sonno la notte, allora erano vere le voci, i mal di pancia di maggio.
E in mezzo ai caroselli festanti delle altre tifoserie cresce la tristezza per quello che appare un futuro incerto, non sapendo ancora che la Juventus FC mi avrebbe stupito di nuovo.

Peggio mi sento quando 2 giorni dopo viene annunciato Allegri: tutti tranne lui, perfino Sandreani, ma Allegri no.
Per fortuna di mestiere faccio solo il tifoso e non il dirigente.
Tra la diffidenza parte, riparte la stagione nella maniera peggiore, sconfitte contro il Lucento e in altre amichevoli, personaggi illustri che si dimettono da tifosi (eh?) altri che piangono per la prematura scomparsa, i soliti inguaribili romantici del “Marotta vattene” e chi si dispera per il mancato acquisto di Iturbe.

Risultato: Roma lanciatissima verso lo scudetto, ricchissima e con le idee chiare.
Il tempo, il rendimento di Iturbe, la pazzia e l’ossessione di Garcia per la Juve, il Fair Play finanziario e il girone di Champion’s ci avrebbero raccontato un’altra storia.
Sembrano passati 10 anni, invece sono solo 5 mesi.

Riavvolgiamo:

Il 2014 è stato l’anno dei Record:

102 punti in campionato
95 punti nell’anno solare
25 vittorie consecutive in casa (a cavallo tra il 2013 e il 14)

Quello dei 102 punti su 114 disponibili è più unico che raro, teniamocelo stretto, ma anche i 95 punti non sono “da buttare” sintomo che come ha detto Buffon quando c’è la squadra anche il cambio di allenatore si può ammortizzare più facilmente.

Il 2014 è stato l’anno della finale di Europa League in casa, ma noi non c’eravamo.
È stato l’anno di Tevez, uno che sembra nato per giocare nella Juve.
È stato l’anno di Pirlo, dei suoi gol su punizione al Genoa in campionato, alla Fiorentina in Europa League e quello su azione al Torino a 4 secondi dalla fine.
È stato l’anno di Osvaldo e del suo gol al 94° a Roma; mai una rete così inutile è stata tanto importante.
È stato l’anno di Allegri, perché il suo non era un compito facile, ma ha dimostrato intelligenza furbizia e preparazione fuori dal comune, non solo in campo, ma anche in conferenza stampa.
È stato l’anno del secondo posto nel girone di Champion’s: perché nessuno ha mai chiesto di vincere la coppa, ma almeno di farsi bastare i 10€ per arrivare agli ottavi.
È stato l’anno di Conte, perché anche quando una storia d’amore finisce male non puoi dimenticarti i momenti belli passati insieme, e chissà che un giorno…
È stato l’anno cominciato nel migliore dei modi, con la vittoria per 3-0 contro la Roma venuta spavalda (come sempre) a Torino, e tornata (come sempre) a casa con la coda tra le gambe,anche se quella volta ci spiegarono che la colpa era del “sistema”
È stato l’anno del -17, ottenuto contro una Roma che non ha mai mollato e ha stabilito il suo record di punti di sempre in serie A
È stato l’anno del gol di Peluso in coppa Italia, che purtroppo per lui, saremo in pochi a ricordare.
È stato l’anno di Andrea Agnelli; perché il vero top player è lui e finchè resta possiamo stare tranquilli.

È stato un anno splendido, che la mancata vittoria di supercoppa non deve rovinarci, quindi come sempre niente catastrofismi (utopia pura per molti tifosi della Juve…) godiamoci quello che di bello abbiamo vissuto, le tante volte che ci siamo alzati in piedi a esultare e ripartiamo sperando che il 2015 sia uguale e perché no pure meglio.

 

Fino alla fine.

Lascia un Commento

L'indirizzo email non verrà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

È possibile utilizzare questi tag ed attributi XHTML: <a href="" title=""> <abbr title=""> <acronym title=""> <b> <blockquote cite=""> <cite> <code> <del datetime=""> <em> <i> <q cite=""> <strike> <strong>