“Le Purghe Venturiane”

Padelli, Barreto, Larrondo, Ruben Perez, Nocerino, Sanchez Mino, Bruno Peres e Quagliarella-

Cosa hanno in comune questi giocatori? Sono coloro che da inizio stagione ad oggi hanno perso la fiducia di mister Ventura. Giocatori su cui lo stesso tecnico, il direttore sportivo Petrachi e il presidente Cairo, avevano puntato per rilanciare il Torino Fc in questa stagione e per proseguire il “progetto di crescita” (per usare le loro stesse parole) cominciato nell’anno della promozione dalla serie B e nonostante le pesanti cessioni di questa estate di Immobile e Cerci.

Padelli: portiere arrivato a parametro zero nell’estate del 2013 dall’Udinese, dove faceva il dodicesimo, e che arrivato al Toro si ritrovò titolare per la concomitante squalifica di Gillet per il famoso “filone-Bari” del calcio scommesse. Anche puntare su di lui si rivelò una scommessa, casuale certo (visto che era stato acquistato proprio per essere la riserva del portiere belga), ma una scommessa vinta. Molto buono il rendimento di Padelli, tanto da fargli ricevere, ad inizio dell’attuale stagione, perfino la chiamata in Nazionale del nuovo Ct Conte. Partito per fare di nuovo il titolare in campionato, incappa in qualche prestazione insufficiente patendo forse lo scalpitante Gillet, pallino del mister e rientrante dalla squalifica, in odore di potersi esibire solo in Europa League ma interessato a riprendersi la porta del campionato. E a fine settembre diventa il primo “epurato” del mister, che lo “retrocede” in panchina impiegandolo in Europa e restituendo la titolarità a Gillet. Chiaro che ora Padelli, dopo aver “assaggiato” anche la Nazionale, voglia trovare una dimensione diversa, al Toro o altrove, che gli restituisca una porta titolare in serie A per poter di nuovo aspirare ad una nuova chiamata in azzurro. Difficile ma non impossibile che chieda di essere ceduto già a gennaio (il Toro ha i fratelli Gomys in prestito pronti a tornare), molto più probabile un addio a fine stagione con diverse squadre interessate.

Barreto: divenuto goleador a Bari con Ventura e oggetto del desiderio venturiano di averlo in granata già nel gennaio 2013, venne acquistato per 1 milione di euro in comproprietà dall’Udinese. A Torino, anche a causa di diversi infortuni, non ha mai espresso le potenzialità che nel 2009/’10 a Bari lo portarono a segnare ben 14 reti in serie A, ma nonostante questo la società ha dapprima rinnovato la comproprietà con l’Udinese nel 2013/’14, per poi questa estate, riscattare totalmente dai friulani l’attaccante brasiliano per circa 850 mila euro. La scommessa estiva è di Ventura, che spera di rivitalizzare l’attaccante come ai tempi del Bari e di farne, quest’anno, il nuovo Cerci. Barreto gioca quasi tutte le partite da titolare compresi preliminari di Europa League, prima dell’arrivo di Amauri, nell’ultimo giorno di calciomercato, il 1 settembre. Da quel momento, forse patendo il fatto che molti lo vedono alternativo alla coppia Quagliarella-Amauri, dimiuisce ancora il suo non altissimo rendimento, e causa nuovo infortunio, finisce definitivamente ai margini della titolarità. Tornato disponibile ma sempre escluso dai titolari dal mister, fa esplodere la polemica nello spogliatoio e viene messo fuori rosa. Di lui si perdono le tracce a fine ottobre. Un milione e ottocentocinquantamila euro di investimento sbagliati. E pochissimo o zero mercato per il brasiliano che il Torino Fc farà molta fatica a piazzare a gennaio.

Larrondo: in comproprietà tra Fiorentina e Siena, nell’estate del 2013 il Torino acquista per 800 mila euro la metà viola e Ventura gli da il ruolo di vice-Immobile nell’attacco granata. Purtroppo un grave infortunio nelle prime giornate nella gara casalinga contro il Milan, col rientro verso la fine del campionato, gli impediscono di mettersi abbastanza in mostra per dare un giudizio definitivo sulle sue qualità. Così Ventura e la società decidono di dare una nuova possibilità granata all’argentino, acquistandolo questa estate, a titolo definitivo, pagando 800 mila euro al Siena per la parte del cartellino ancora in mano ai toscani. I tempi dell’acquisto però assumono dei connotati strani. Infatti il Siena di Mezzaroma, già in odore di fallimento a fine stagione, scompare dal panorama calcistico professionista circa una settimana dopo l’operazione di mercato di Petrachi, vale a dire che, se il ds granata, sempre estenuamente lungo nel definire le trattative di mercato e stavolta stranamente velocissimo, avesse atteso una settimana, Larrondo sarebbe stato svincolato dal Siena e acquistabile a parametro zero, ma tant’è…  Comunque, ad inizio stagione, nell’attesa che la coppia Quagliarella-Amauri entri in forma, Ventura lo schiera quasi sempre titolare in coppia con Barreto e poi anche con l’ex juventino. Ma il rendimento di Larrondo non è all’altezza. Nel suo “palmares” stagionale anche un rigore sbagliato nello 0-0 contro l’Inter nella 1° giornata di campionato che avrebbe regalato tre punti importanti alla squadra granata. Gli infortuni muscolari in serie diradano le sue apparizioni fino a finire definitivamente ai margini della rosa della squadra. Anche lui, come Barreto, una scommessa fallita da Ventura e Petrachi e anche lui da piazzare nel mercato di riparazione ma senza clienti appetibili, a parte, sembrerebbe, il Cesena, fanalino di coda della serie A, che forse lo prenderebbe in prestito (condizionale d’obbligo).

Ruben Perez: Centrocampista di regia spagnolo, ultima stagione all’Elche nella Liga spagnola, cartellino di proprietà di un fondo straniero condiviso con l’Atletico di Madrid. In prestito al Torino per questa stagione. Preso da Petrachi come vice-Vives, non ha praticamente mai potuto esprimersi da titolare in una gara ufficiale. Fuori dalla lista Uefa, Ventura gli ha mano a mano preferito tutti i centrocampisti in rosa, fino ad arrivare addirittura a preferirgli un difensore, Bovo, nel ruolo di regista a centrocampo nella gara di Empoli con Vives malato e molti centrocampisti infortunati. Un peccato, perché nelle pochissime apparizioni ufficiali, Ruben Perez non ha affatto demeritato. Certo non stiamo parlando di Xavi, Iniesta o Xabi Alonso, ma in questo Toro, Ruben Perez potrebbe dire la sua, vista anche la stagione davvero pessima finora di Vives, esaltato da una grande scorsa stagione. Altro epurato da Ventura, visto che disponibile per l’ultima gara dell’anno solare in casa col Genoa, non è stato nemmeno convocato dal tecnico. E’ molto probabile a questo punto che il fondo straniero, proprietario del cartellino di Ruben Perez e interessato a far lievitare il valore del giocatore, decida di riprendersi lo spagnolo in questa sessione di mercato per piazzarlo in una squadra disposta a farlo giocare. Adios.

Nocerino: Si parlava di un interesse del Toro già dal gennaio 2014 quando Ventura chiese di acquistarlo dal Milan che aveva deciso di cederlo in prestito. Ma il West Ham fu evidentemente più convincente e Nocerino volò in Inghilterra. Ma avendo moglie a Torino è stato più semplice questa estate, convincere Milan e giocatore a trasferirsi sotto la Mole. Arrivato in prestito oneroso per 1 milione di euro, il centrocampista appariva subito abbastanza imbolsito e arrugginito dai 6 mesi londinesi e infatti, nonostante arrivato come pedina fondamentale del centrocampo granata, ha faticato a trovare spazio definitivo nei titolari, fino a cominciare ad avere, uno dopo l’altro, infortuni muscolari che ne hanno condizionato la forma e l’impiego. Da titolare estivo anche in Europa League, è pian piano scomparso dai radar, per finire, anche lui come Ruben Perez, disponibile per essere convocato con il Genoa ma escluso dal tecnico dalla lista dei convocati, tanto da consentire all’ex milanista di partire anticipatamente per le vacanze natalizie a Dubai con la sua signora. L’amore con Ventura è già finito e lui non vede l’ora di emigrare in una nuova squadra.

Sanchez Mino: Questo giovane centrocampista argentino, messosi in luce in patria come titolare nel grande Boca, viene osservato da Petrachi nel suo viaggio sudamericano antecedente il mercato estivo e acquistato per 3,2 milioni immediatamente, con contratto firmato il 1 luglio, primo giorno di calciomercato estivo. Giudicato dai media argentini come uno dei 5 giovani più interessanti del panorama sudamericano, arriva a Torino con problemi di passaporto. Il Toro ha già tesserato tutti gli extracomunitari possibili e Sanchez Mino sarebbe di troppo. Da qui parte un calvario lungo quasi due mesi nei quali l’argentino, pur allenandosi con la squadra dal primo giorno di ritiro, non può giocare partite ufficiali. Fino a quando, a fine agosto, un emissario della società, viene inviato in un remoto paese calabrese dove avrebbe risieduto un avo di Sanchez Mino. Una corte spietata e un viaggio contro il tempo per consegnare questo giocatore molto atteso a Ventura entro l’inizio del campionato. La cosa finalmente riesce. Passaporto italiano con tanto di viaggio in Calabria per il giovane centrocampista argentino e grosse parole di stima da parte di Petrachi e Ventura che addirittura definiscono il giocatore “pronto per essere utile anche alla nuova Nazionale di Conte”. Juan Sanchez Mino, nel suo Boca, giocava nel 4-4-2 o nel 4-3-3 come centrocampista esterno offensivo sinistro, ruolo nel quale purtroppo nel Toro di Ventura, non è stato mai impegato. Il 3-5-2 venturiano non comtempla quel ruolo e abbiamo visto l’argentino faticare nel suo primo campionato italiano nel ruolo di mezzala o in quello di trequartista, ruoli in cui si è adattato per giocare, ma che non sono suoi con prestazioni poche volte sufficienti ma mai degne di nota. Ad oscurare definitivamente la sua stella, il calcio di rigore sbagliato in casa contro il Sassuolo e “gentilmente” concessogli dal rigorista Quagliarella. La sconfitta casalinga per 1-0 che ne segue con la compagine emiliana, sancisce la fine della fiducia accordatagli dal mister che addirittura nella succesiva partita interna di coppa con il Bruges lo fa scaldare mezzora, spogliare, preparsi ad entrare sulla linea di centrocampo col 4° uomo, per poi ordinargli di risedersi per far entrare un altro giocatore. Lo frena anche un piccolo infortunio muscolare proprio nel momento di carenza di centrocampisti nella trasferta europea di Copenhagen e quando torna disponibile, anche lui per la gara casalinga contro il Genoa, non viene neanche convocato. Altro investimento Petrachiano che va a farsi benedire. Ora si parla di “taglio” e di ritorno in patria in gennaio per questo giocatore tanto pubblicizzato dalla società in estate e che pur non giocando mai nel suo ruolo, sembra aver già fatto il suo tempo alla corte di Ventura.

Capitolo a parte, non stupitevi, meritano Bruno Peres e Quagliarella, gli ultimi, in ordine di tempo, ad allontanarsi sempre di più dal ruolo di titolari nelle gerarchie di Ventura.

Bruno Peres: Acquistato come talento il 1° luglio per 3 milioni dal Santos, storica squadra brasiliana nella quale militò il mitico Pelè, rischiò il taglio già ad agosto, quando il Torino non riusciva a vendere il serbo Vesovic (extracomunitario) proprio per far posto al brasiliano. Oltre a questo, Bruno Peres rischiò di essere “tagliato” anche a causa di una tendinite che ne limitava l’impiego in allenamento e quindi l’assimilazione dei difficili schemi di mister Ventura. Il lungo protrarsi dei problemi burocratici e fisici, costò al brasiliano anche l’esclusione dalla lista degli impiegabili in Europa League, sorpassato nelle gerarchie europee perfino dall’infortunato Masiello assente dai campi dal mese di febbraio… Solo la cessione di Vesovic in extremis gli ha permesso di rimanere nella rosa della squadra e finalmente di esordire in campionato il 21 settembre, subentrando nel 2° tempo a Molinaro, nella sconfitta interna per 1-0 con il Verona. Gara nella quale, oltretutto, conquistò un calcio di rigore, poi sbagliato da El Kaddouri, giocando e bene nel ruolo di terzino sinistro, ruolo nel quale, dopo quella partita,  non è stato mai più reimpiegato da Ventura che, quando fa scendere in campo Bruno Peres, per permettergli di giocare a destra, ha spostato Darmian sull’out sinistro, snaturando un po’ le doti del terzino destro della Nazionale di Conte. Diciamo che Bruno Peres, nonostante prestazione buone e anche meno buone, è stato una sorpresa abbastanza positiva fino al derby quando, con una corsa di 78 metri palla al piede, la famosa “coast to coast”, ha illuso il Toro per il momentaneo pareggio poi vanificato dal gol di Pirlo a tempo ormai scaduto e facendosi notare all’Italia pallonara intera e non solo, come uno di quei giocatori da tenere a mente e appuntarsi sul taccuino dei desideri futuri di tante squadre importanti. Se da un lato il fantastico gol nel derby ha esaltato le doti di Bruno Peres, ha probabilmente creato nella mente del giovane giocatore, una certa “sufficienza” nell’affrontare  allenamenti e anche la successiva partita pareggiata in casa col Palermo e con una prestazione decisamente negativa a consentito al tecnico di dargli la possibilità di essere accantonato. Nella partita di Empoli e successivamente anche nella gara in casa col Genoa, Ventura ha riproposto, come ad inizio stagione, Darmian a destra e Molinaro a sinistra, scaricando il brasiliano, nonostante fosse pronto e senza problemi fisici, facendolo partire dalla panchina ed entrare solo a gara ampiamente in corso. E’ possibile, se non probabile, che il ragazzo dopo lo straordinario gol nel derby, si sia “montato” un po’ la testa anche, forse, lusingato da importanti sirene di calciomercato per la prossima stagione. Resta il fatto che anche lui, dopo il derby, è uscito dalle grazie di mister Ventura e il rischio ora è di ritrovarsi un potenziale campione in casa ma il continuo relegarlo in panchina non può che immalinconirlo e convincerlo che forse, potrebbe essere una buona idea chiedere di cambiare aria a fine stagione.

Quagliarella: Arrivato per 3 milioni dalla juventus dove non faceva altro che brevi apparizioni, è stato atteso dai tifosi e forse dallo stesso Ventura, come una manna dal cielo dopo la cessione del capocannoniere della serie A Immobile. E lui ha ripagato con entusiasmo e ottime prestazioni, condite anche da gol, nelle prime apparizioni sia in campionato che in Europa League. Col tempo e con la crisi di gioco e di risultati del Toro, anche le sue prestazioni però sono andate via via scemando e il buon Fabio ha cominciato a perdere terreno anche lui nelle gerarchie venturiane. E’ probabile che nel peggior momento del Toro, tra fine ottobre, vittoria col Parma, e fine dicembre, vittoria col Genoa, intervallate da quasi due mesi senza vittorie e senza soddisfazioni personali, Fabio Quagliarella abbia chiesto al suo mister di avere più palle giocabili cambiando magari modo di giocare della squadra. Questa probabile alzata di scudi dell’attaccante napoletano ha forse incrinato i rapporti col tecnico. La parola “fine dell’idillio” si è probabilmente avuta nel derby quando, subito dopo aver fallito la palla del possibile vantaggio granata, Ventura lo ha sostituito con Larrondo lasciando in campo l’inconcludente Amauri. Vistosi scavalcato dai due citiati, Quagliarella ha cominciato a “mettere il muso”. Dopo il derby, a parte Empoli (dove peraltro è stato sostituito a gara in corso), Fabio ha collezionato solo panchine e impieghi da ultimo quarto d’ora come uno degli ultimi attaccanti. Persino a Copenaghen, dove il Toro doveva vincere per essere sicuro di continuare la strada in Europa e dopo aver già fatto panchina in campionato tre giorni prima col Palermo, Quagliarella è rimasto seduto a guardare i compagni giocare e subentrando solo a 20 minuti dalla fine sull’1-4 a gara ormai ampiamente chiusa. Nell’ultima partita dell’anno col Genoa si è forse toccato il fondo del rapporto tra attaccante e tecnico. Il Toro di Ventura che doveva vincere dopo due mesi di astinenza in campionato, ha preferito Amauri e Martinez a Quagliarella, l’acquisto più importante del calciomercato estivo della società di Cairo. Le immagini televisive del volto imbronciato dell’attaccante napoletano in panchina durante la gara, la dicevano lunga sullo stato d’animo del numero 27 granata che, subentrato nel 2° tempo, non ha neanche gioito al gol vittoria segnato dal compagno Glik. Voci di corridoio parlano di un forte interessamento per gennaio della Samp, della Fiorentina e del Verona per Fabio Quagliarella. Molto difficile che l’attaccante se ne vada adesso, ma è chiaro che se non cambieranno positivamente i rapporti tra tecnico e attaccante, è più che probabile un distacco a fine stagione. E sarebbe un altro fallimento delle strategie di Cairo, Ventura e Petrachi. Si spera per il Toro che l’attaccante ritrovi la via del gol ed il tecnico la voglia di rischiararlo tra i titolari. Ne va di una stagione e il Toro di quest’anno non può permetterselo.

Mentre scrivo sembra che i primi obiettivi del mercato di gennaio di Cairo, ovvero Pinilla e Greco dal Genoa si stiano già accasando altrove, il primo all’Atalanta e il secondo a Verona. Cairo che era in vantaggio sui due, continua probabilmente a “tirare” sul prezzo dei giocatori da acquistare, come ormai ci ha abituato a fare in questi quasi 10 anni di presidenza. Speriamo riesca nel suo intento anche se il rischio di rimanere con un pugno di mosche in mano, come già successo in altre occasioni del resto, rimane molto concreto. Si rischia di ripiegare a fine mercato e con l’acqua alla gola, su obiettivi di secondo se non terzo livello e di pagarli come se fossero di primo.

Ma questo è il Torino Fc, e questi sono Cairo, Petrachi e Ventura e ci sarà chi continuerà ad osannarli e chi a denigrarli. Ma sarà sempre il campo a dare il verdetto finale. E speriamo non sia così fatiscente come la prima parte di stagione vista finora.

Buon Natale! FVCG

Comments

  1. Omar Cecchelani says

    Hai scritto in pieno quel che penso io, solo che lo hai scritto meglio ancora di come l’avrei scritto io! Grandissima e dettagliatissima analisi del “progetto di crescita” del nostro trio delle meraviglie Cairo, Petrachi e Ventura! Peccato che per alcune persone, ovviamente tifosi del toro, siamo dei marziani quando diciamo ste cose… E dopo una vittoria sono già convinti che i problemi non esistano più… Fini intenditori…

  2. Massimo Fimmano says

    Ottima riflessione e disamina perfetta. Purtroppo nella mia monotonia torno a ripetere ,come ho detto in più occasioni, che per il Toro non vedo spiragli di miglioramento. Lo scorso anno ci poteva essere la svolta per una degna rinascita . Invece noi tifosi abbiamo avuto la conferma che questa dirigenza e’ composta solo da modesti commercianti che aspettano la fine di ogni campionato per vendere il giocatore più richiesto per interessi personali e che di conseguenza non hanno la minima intenzione affinché la squadra si attesti sulle prime posizioni .Di questo passo il Toro non tornerà più la squadra che merita una città importante come Torino e i tifosi di parte granata. I tifosi hanno sempre dato parecchio ma la Società e’ insensibile a qualsiasi richiamo. Saluti.

  3. Mr.Luke says

    Tutto vero, ma correggerei il fatto che l’anno scorso ad inizio campionato era Immobile il vice di Lorrendo… e disgrazia sua (fortuna nostra)il buon Ciro ha avuto spazio costante solo dopo che l’ineffabile Larrondo si scassava contro il Milan.
    L’unico motivo che giustifica lo scellerato acquisto di parruccone Amauri, e che fà da chioccia o da fratello maggiore al buon Bruno Peres, il quale già in ritiro voleva scappare in Brasile dalla delusione trovata qui…
    Stò aspettando con impazienza di sapere quale altro scarto riciclato il nostro Trio delle meraviglie ci propinerà per primissima scelta…

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