Calma:
Calma perché noi gobbi le non vittorie le viviamo come le peggiori irrimediabili sconfitte.
Calma perché prima di parlare di Juve-Inter bisognava far passare almeno un giorno, gran parte impiegato a tenere a bada l’esercito dei catastrofisti sempre sul piede di guerra che intravede la fine del mondo ad ogni mezzo pareggio.
Quella con l’Inter è stata una partita a più facce quindi la valutazione dipende molto da come la si vuole guardare;
Se restiamo al primo tempo, il pareggio è un classico e sacrosanto “2 punti buttati”, ma di quelli da tirare le testate sui muri.
Se invece guardiamo solo il secondo tempo il pareggio è pure un lusso che abbiamo rischiato di perdere in almeno 2 occasioni.
In totale ce la siamo rovinata con le nostre mani col solito copione: partenza forte, vantaggio, freno a mano, pareggio, accelerata improvvisa e sbilanciamento in avanti, rischio di perderla:
Una cosa già vista con la Samp, in parte col Torino e pure col Napoli.
Il nostro vero marchio di fabbrica è il non chiudere le partite quando ce le hai in mano.
In questo la Juve di Allegri è come un round di Mortal Kombat senza l’opzione finale “finish him”, e così l’Inter barcollante del primo tempo ha avuto la possibilità di rimettere a posto la partita al primo vero tiro in porta (e al secondo quasi non riesce ad andare in vantaggio)
Parte del merito va riconosciuto a Mancini, per cui non stravedo (perfetto su di lui Beccantini: “sottovalutato da calciatore, sopravvalutato da allenatore”) ma che è riuscito a tenere alta l’Inter senza mai chiudersi troppo, ma tutto il resto è opera della Juve.
La vittoria era alla portata, l’inter disorganizzata a livelli amatoriali e te ne accorgi quando vedi gli avversari litigare tra loro come si fa al campetto il lunedì sera tra amici, una roba da armata brancaleone, una cosa che non si vedeva in serie A da quando Adriano e Mihajlovic fecero la conta per decidere chi dovesse tirare una punizione (noterete che sono sempre cose di casa Inter…)
Siamo sempre primi e non c’è da disperare ma le ultime partite qualche indizio di crepa lo hanno lasciato.
Il problema, visto dal mio divano, è il centrocampo:
Marchisio è l’unico che regge sia di testa che di fisico;
Vidal sta ritornando lentamente ad essere quello che ricordavamo, ma a un certo punte sparisce e comincia a vagare per il campo.
Pirlo, a quasi 36 anni, di più non può dare e non può sempre farti la magia all’ultimo secondo o infilare la punizione all’angolino.
Pogba è potenzialmente il più forte, ma gli manca sempre un cent per fare un euro; l’emblema è il modo meraviglioso (come fanno solo i fenomeni) in cui dribbla 2 difensori nerazzurri, poi davanti alla porta tira addosso ad Handanovic.
“eh, ma handa è uscito bene” mi dicono
“eh…” rispondo io “ma davanti al portiere hai tutte soluzioni del mondo, devi metterla dentro e lui non l’ha fatto”. Fine del discorso.
Così quando cala la concentrazione e il ritmo rimane solo Marchisio sul pezzo, mentre gli altri fanno fatica a riprendere i giri del motore.
La difesa pur con le sue pecche non la giudico male, finora, considerando le assenze, anzi L’ASSENZA di Barzagli, il leader della difesa degli ultimi 3 anni.
Calma anche per il mercato:
Allegri ha fatto capire che Snejider lo andrebbe a prendere lui stesso a piedi a Istanbul, ma sappiamo bene che è un’aziendalista, non è mica un difetto eh, e se Agnelli glielo chiedesse sarebbe disposto anche a dichiarare che il trequartista non gli serve perché già ce lo abbiamo in casa e si chiama Simone Padoin.
La Juve sul mercato non ha mai fatto il passo più lungo della gamba, spende quando può farlo e non va mai oltre. È la storia che lo dice, mica io, quindi anche nel caso dell’olandese arriverà solo se le cifre saranno accettabili.
La politica della società è corretta: crescere lentamente ma regolarmente, in modo da poter essere sempre competitivi.
L’alternativa sennò è spendere senza criterio col rischio che se un anno fallisci la qualificazione in Champion’s League sono dolori e magari ti ritrovi nel giro di poco tempo… faccio un esempio di pura fantasia… a vendere a società di comodo il proprio marchio, ad avere il primato per indebitamento oppure a impegnare con le banche il centro sportivo di allenamento e altri beni immobili per avere dei finanziamenti.
Scegliete pure cosa è meglio…
Calma quindi, però quando sento le richieste del Galatasaray (solo l’ultima in ordine di tempo che prova a spennare Marotta) un mezzo dubbio che non sappiamo gestirci tanto bene i rapporti con gli altri club mi viene…
Calma anche per gli arbitri:
non è il caso di imparare a suonare il violino, c’è già chi lo fa meglio di noi (e i risultati si vedono) ma non dimentichiamoci nemmeno tutto.
2 partite, 2 episodi, tutti e 2 nel primo tempo, tutti e 2 con la Juve in vantaggio 1-0, con Sampdoria e Inter.
2 rigori evidenti, negati, con rosso incorporato per il difensore.
Magari non si vinceva lo stesso però… non dimentichiamo dicevamo.
E parlando di arbitri passiamo al Gesso:
si è parlato molto (e molto a sproposito) di righe di gesso, di gol non gol, di giudici di linea ecc.
l’episodio di Udine è grottesco per come un arbitro a 20 metri di distanza dall’azione, probabilmente impallato sia riuscito a vedere un pallone oltre la riga (sbagliando) sconfessando il proprio assistente che da 5 metri lo aveva visto fuori (e aveva visto bene).
Chiariamo, per chiunque abbia letto solo testate romane o la Gazzetta (media partner di ASRoma) che quello di Astori NON è gol, di poco ma non lo è.
E non lo dico io, ma il regolamento.
Per il resto dovrebbero bastare le basi di geometria che insegnano alle elementari per arrivare a capire che una telecamera piazzata in tribuna centrale che inquadra la porta non potrà mai darti una proiezione corretta e che solo una immagine in linea con la riga di porta può farti capire se il pallone è entrato o no.
In questi giorni ne abbiamo sentite di ogni per giustificare le porcherie dell’arbitro Guida;
“la palla rimbalza oltre” è vero, ma deve oltrepassare tutta la linea
“i pali sono più grandi delle righe quindi l’assistente non poteva vedere bene” questo è un carpiato fantastico, primo perché è falso; righe e pali devono avere le stesse dimensioni, secondo perché seguendo questa teoria i giudici di linea sono stati messi in quella posizione per valutare i casi di gol non gol, ma quella è la posizione sbagliata… che ci stanno a fare quindi?
“si vede il verde tra il pallone e la linea” oh questa è geniale e io davanti al genio mi inchino e faccio un passo indietro.
La questione però non è se il gol fosse buono o no, quel tipo di problema si risolverà solo con la tecnologia.
Il pallone è in movimento e nessuno può con certezza dire se fosse dentro o fuori quando ballano pochi centimetri.
Quando ci sono i cm di mezzo non è mai un errore.
A meno che non diano un rigore alla Juventus per un contatto avvenuto probabilmente 2 cm fuori dall’area, oppure non segni la Juve dopo una carambola con Llorente in fuorigioco di 21 cm.
Allora, in quel caso e solo in quello, diventa uno scandalo, un segno della malafede arbitrale, del potere corrotto, del sistema che favorisce sempre e solo la Juventus Football Club.
Se invece ti regalano un gol, negano un rigore colossale al tuo avversario ma non hai le 3 stelle sul petto va tutto bene, è stato giusto così e piuttosto di dire il contrario stuprano la realtà, o suonano il violino.
P.S.
Mentre noi parliamo di righe, errori arbitrali e mercato, in seguito all’agguato alla redazione di Charlie Hebdo a Parigi si ricorda l’importanza di un valore fondamentale della nostra cultura: la libertà di parola.
La democrazia è anche questa, ognuno può esprimere le proprie opinioni su tutto, anche quando strampalate o ridicole.
E il bello di vivere in una società libera: tutti possono anche i cialtroni (anche quelli con pochi capelli) possono parlare di calcio:
chi come me scrivendo sulle pagine web di un sito, chi dirigendo un giornale sportivo nazionale.