Il rinnovato appeal della Europa League e le conseguenze economiche

Per una sera sono tornato indietro di 30 anni, col mercoledì di coppa e tutte le italiane impegnate.

E come 30 anni fa le squadre italiane l’hanno fatta da padrone passando il turno, una cosa che allora accadeva spesso, oggi invece raramente.
Alcuni avversari erano abbordabili come il Celtic o il Trabzonspor, altri alla portata come nel caso di Tottenham e Feyenord mentre il capolavoro l’ha fatto il Torino di Ventura eliminando il Bilbao, che l’estate scorsa aveva cacciato il Napoli dai preliminari di CL.

Fa strano vedere le 5 italiane tutte avanti perché negli ultimi anni ci siamo abituati a vedere le nostre squadre vivere la coppa Uefa (a me piace ancora chiamarla così…) come un intralcio messo in mezzo alla settimana, buono solo a distrarre dal campionato.

Ancora oggi molti di noi juventini rimpiangono l’uscita in semifinale contro il Benfica, accusando squadra e allenatore di essersi concentrati solo sullo scudetto e il record di punti.

In effetti quella della stagione scorsa era un’occasione irripetibile, poter giocare la finale in casa… ma oramai è andata e non è di questo che voglio parlare.

Il punto che mi interessa è esaminare cosa c’è alla base dell’atteggiamento di tutto il calcio italiano che snobbava fino a ieri l’EL, mentre oggi (apparentemente) non più.

Cos’è cambiato?

Innanzi tutto come saprete da quest’anno chi vince l’EL va direttamente in CL e senza passare dai preliminari (Se la vincitrice della UEFA Champions League dovesse qualificarsi automaticamente per la fase a gironi 2015/16 grazie al piazzamento in campionato), contrariamente al passato dove la vittoria della competizione dava soltanto il diritto di giocarsi la supercoppa europea contro la vincente della CL.

È un particolare da poco?

Sembra quasi che le squadre italiane preferiscano un piazzamento in serie A che dia accesso alla CL piuttosto che la vittoria di una competizione europea.
Perché il risultato economico è diventato più importante di quello sportivo?

Cerchiamo di analizzare alcuni dati prendendo i numeri ufficiali forniti dal sito della UEFA (Relazione integrale distribuzione ai club.):

La qualificazione alla CL comporta un bonus di partecipazione per ogni club di 8,6 mln €.
Chi si qualifica per la EL invece ha diritto ad un premio di 1,3 mln, quasi 7 volte meno della CL.

A questi bonus si aggiungono i “performance bonus” in base ai risultati:
1 mln € per ogni vittoria nel girone di CL, e 500.000 € in caso di pareggio
in EL invece 200.000 € a vittoria e 100.000 € per il pareggio (a cui si aggiungono 400.000 euro per il primo posto nel girone e 200.000 per il secondo)

da queste cifre capiamo subito come il volume di denaro che gira in EL è molto inferiore rispetto a quello previsto per le squadre di CL, e questo già lo sapevamo forse, però qualcuno potrebbe pensare che andando avanti in EL si possa guadagnare lo stesso bene.

Prendiamo il caso del Siviglia, campione in carica della Uefa Europa League:
grazie alla vittoria in finale ha maturato dei bonus per un totale di 14.612.120 € di cui 5 mln di Market Pool (per chi volesse saperne di più http://www.fantagazzetta.com/approfondimenti/questioni-di-soldi-market-pool-cos-e-e-o-non-e-uguale-per-tutti-188081)
non male, verrebbe da dire.

Esaminiamo però adesso un’altra squadra spagnola: la Real Sociedad, che ha partecipato alla CL, uscendo subito al girone collezionando solo un pareggio e 5 sconfitte.
Quanto ha incassato in totale?

17.274.000 €, quasi 3 mln in più della vincitrice della EL.

In pratica 6 partite in CL per la Real Sociedad hanno fruttato di più delle 15 che ha dovuto disputare il Siviglia per vincere l’EL.

L’altra finalista di EL, il Valencia (anch’essa formazione spagnola e anch’essa con 15 partite disputate) ha guadagnato in totale 8.212.749 €, una miseria per il calcio di oggi.

E se osservate l’elenco dei totali noterete che solo 6 club sui 32 partecipanti alla CL 2013-14 hanno incassato meno (poco meno) del Siviglia vincitore della EL.
Significa che il discorso che abbiamo fatto per la Real Sociedad vale per tutte le partecipanti alla CL.

Vediamo adesso la differenza tra il Siviglia e la vincitrice della CL, il Real Madrid:
il Club di CR7 e soci ha guadagnato premi dalla UEFA per un ammontare di 57.414.000, quasi 4 volte quanto guadagnato dal Siviglia.
E se togliamo la cifra derivante dal Market Pool, le proporzioni rimangono le stesse: 1 a 4 in favore di chi gioca la CL.
Anche l’Atletico Madrid, l’altra finalista di CL, esce bene dalla distribuzione del denaro ai club:
50 mln € e spicci.

Uscendo per un attimo dal discorso del Market Pool che potrebbe distrarre e che varia in base alla nazionalità della squadra e al piazzamento in campionato nella stagione precedente confrontiamo per ultimo i compensi garantiti dalla UEFA alle squadre che giocano e vincono le due competizioni prendendo per ipotesi un percorso netto fatto di 6 vittorie su 6 partite nella fase a gironi:

Europa League: 9.900.000 €

Champions League: 37.400.000 €

Vedete che torna il rapporto di (quasi) 1 a 4 di cui parlavo sopra.

La semplice qualificazione ai gironi di CL già garantisce un premio pari quasi a quanto guadagna chi vince l’EL.
Il market pool e i performance bonus poi fanno il resto.

Conclusioni.

Le conclusioni sono presto fatte: per una società di calcio oggi rimanere fuori dalla CL è letale.

Vincere l’EL ti garantisce di ingrassare il palmares, non il conto in banca e triste a dirsi oggi conta più il secondo del primo.

Anche e soprattutto in quest’ottica è saggia la decisione della UEFA di garantire il passaggio in CL (male che vada ai preliminari) per chi vince la competizione “minore”, in modo da spronare le squadre a giocarsela.

È soprattutto un vizio italiano quello di snobbare la coppa povera, il “portaombrelli” visto che squadre spagnole e inglesi spesso arrivano fino in fondo, ma è anche comprensibile considerato il momento che il calcio italiano vive, con una lega incapace di fare il suo lavoro (il caso Parma è illuminante) e con una crisi economica di cui non si vede la fine.

È un cane però che si morde la coda: è diventato più difficile qualificarsi in CL da quando i posti disponibili sono passati da 4 a 3 per il discorso del famoso ranking UEFA, e i posti sono diventati 3 perché per troppi anni abbiamo snobbato la ex Coppa Uefa.

Adesso sembra che il vento sia cambiato, anche per convenienza e chissà che a Varsavia il 27 maggio 2015 almeno una delle due finaliste non sia una squadra italiana.

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