Dopo Juve-Fiorentina: dalla parte dei ragazzi

DALLA PARTE DEI RAGAZZI

Dato che prendiamo maledettamente sul serio il motto di Boniperti “vincere non è importante, è la sola cosa che conta”, siamo ovviamente tutti delusi e amareggiati per il risultato nell’andata della semifinale di Coppa Italia. Se consideriamo che di solito anche un pareggio ci crea scompensi umorali di un certo livello, perdere in casa con la Fiorentina ci fa letteralmente andare via di testa ed infatti giovedì sera i social network ribollivano di rabbia e delusione. Si sono scatenate autentiche cacce al colpevole che sono andate oltre la normale critica.
A questo punto io mi schiero dalla parte dei ragazzi, i nostri giocatori.
Nessuno cerca scuse, ma è bene cercare per lo meno di capire cos’è successo.

TENUTA FISICA

Confrontando i tabellini delle partite contro Tottenham, Inter e Juventus, si può notare che tra i viola, a parte Neto, solo Badelj ha giocato tutte e tre le partite, tutti gli altri sono stati fatti ruotare.
Noi invece contro Borussia, Roma e Fiorentina abbiamo giocato con Bonucci, Marchisio e Vidal sempre in campo, Pereyra e Tevez due partite e mezzo (entrati prima della fine del primo tempo), Pogba due su tre solo per permettergli di recuperare un leggero infortunio.
Non mi stupisce quindi che le prestazioni peggiori siano state proprio del centrocampo: Marchisio che perde palloni sanguinanti, Vidal che finisce la benzina dopo dieci minuti, Pogba col freno a mano tirato (ma siamo sicuri che stesse bene?). Aggiungiamo poi un Pereyra più fumoso del solito e Tevez che girava a vuoto.

FORMAZIONE SBAGLIATA?

Giovedì sera la Juventus si è presentata con un 4-3-3. Caceres terzino destro, Padoin terzino sinistro, Bonucci e Ogbonna centrali; a centrocampo Marchisio regista, Vidal e Pogba interni; in attacco Llorente prima punta, Coman esterno sinistro, Pepe esterno destro.
Per capirla bisogna destreggiarsi tra infortuni (Romulo, Asamoah, Marrone), recuperati di fresco (Barzagli, Matri, Sturaro) e l’esigenza di far rifiatare i titolari (Tevez, Morata, Lichtsteiner, Evra, Pereyra).
A posteriori sono tutti bravi a fare la formazione, ma con Pirlo fuori le scelte a centrocampo erano obbligate, forse Sturaro in piena forma avrebbe preso posto degnamente a centrocampo.
Il mio dubbio principale riguarda San Padoin (cit.) dove lo metti sta e di solito non sfigura o, per lo meno, non si vedono disastri particolari. Metterlo però di fronte al migliore (e più veloce) esterno del campionato è un suicidio, soprattutto se gli si da’ anche il compito di salire e spingere. Il gol di Salah non è tutta colpa sua, si è trovato da solo contro un avversario più veloce e tecnico. In altri sport come basket o rugby verrebbe definito un mismatch: quando un giocatore si trova a difendere contro un avversario superiore a lui dal punto di vista fisico.
Un altro punto di domanda riguarda Coman: il ragazzo ha una tecnica eccellente, ma ha lo stesso difetto di Morata appena arrivato, deve ancora capire come ci si muove nel campionato italiano, da’ sempre l’impressione di essere leggero e poco cattivo sulla palla. Ricordamoci che ha 18 anni, deve crescere e maturare, ma forse non era la partita per lui. Richards, Rodriguez ed il killer Kurtic sono troppo ruvidi e smaliziati per il Coman di oggi. Tra un anno o due ne riparliamo.

ATTEGGIAMENTO MENTALE

L’altro grande imputato è l’atteggiamento mentale. Vedere Marchisio, uno dei miei idoli assoluti, perdere malamente un pallone sui piedi di Salah mi fa stare malissimo; ugualmente difficile da accettare è la leggerezza con cui prendiamo il primo gol o la totale mancanza di lucidità negli ultimi 30 metri.
La nostra natura è difficile da cambiare, sono 20 anni che non vinciamo la Coppa Italia, ma sono pure 19 che non vinciamo nulla in Europa. La squadra aveva (ed ha) la testa solo per la partita con il Borussia.
Abbiamo dato quasi tutto quello che avevamo martedì in Champions, siamo riusciti a tenere alta la tensione per la partita con la Roma (anche se siamo durati fino al 70°), ieri sera, no, scusate. Ci hanno provato ma la testa era vuota. Il calendario ha voluto che incontrassimo uno dei nostri avversari più accesi che hanno giocato e vinto in casa una partita di Europa League senza eccessive difficoltà per poi andare a vincere con l’Inter senza pressioni di classifica. Noi invece abbiamo giocato sul filo del rasoio in Champions e abbiamo dovuto rimettere subito l’elmetto per la Roma con l’idea di chiudere o quanto meno non riaprire il discorso scudetto.
E adesso il ciclo ricomincia: a Dortmund andremo senza alcun bonus, un errore e siamo fuori (come se non fosse già successo in passato…), con il Sassuolo lunedì dovremo fare la partita, contro una squadra che ci ha messo in difficoltà in passato per mantenere la distanza di sicurezza per lo scudetto.
Le dichiarazioni prepartita di Allegri e dei giocatori che “la Coppa Italia è un obbiettivo” non mi hanno mai convinto. Lo si è visto ieri sera e contro il Parma: la frase completa secondo me è “la Coppa Italia è UNO degli obbiettivi, che sarà giocato con le risorse disponibili dopo aver accomodato i primi due: scudetto e arrivare più avanti possibile in Champions”.
Se avessimo vinto in maniera ampia all’andata di Champions, e trionfato a Roma, magari si poteva pensare a qualcosa di diverso in Coppa con la Fiorentina, ma nella situazione attuale il poco che avete visto era il massimo che potevano dare.
Fabio Cocco
twitter: @yattaran

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