5 Soldati per due guerre

5 Soldati per due guerre.

Benassi, El Kaddouri, Farnerud, Gazzi, Vives. Sono i 5 soldati (centrocampisti) che da gennaio sono rimasti a disposizione del “Generale” Ventura per affrontare il campionato e l’Europa league.

Ceduti Ruben Perez, Sanchez Mino e Nocerino, con Basha lungodegente e mai entrato nella lista Uefa e con Alvaro Gonzalez (anche lui fuori dalla lista Uefa) in pratica arrivato a gennaio dalla Lazio già infortunato, i sopracitati restano i 5 soldati arruolabili sempre e comunque e che reggono il peso di entrambe le competizioni in cui il Toro è ancora impegnato.

La gara di ieri di Europa League con lo Zenit a San Pietroburgo, ha evidenziato una volta di più, se ancora ce ne fosse bisogno, che il mercato Cairota di gennaio è stato deficitario in un settore dove, di solito, si vincono le partite, il centrocampo.

Benassi (oltretutto ancora in parte di proprietà dell’Inter) è un giovane ragazzo di 21 anni con pochissima esperienza di Serie A e ancor meno in Europa. Ieri sera ha pagato pesantemente, ancora una volta, dopo lo scellerato errore che costò il derby al Toro al minuto 94 del novembre scorso, questa inesperienza. Lanciato titolare da Ventura al posto di Farnerud (o Vives), giocatori di sicuro più esperti del giovane Marco, il ragazzo è entrato in campo subito molto nervoso, commettendo diversi errori nei 30 minuti giocati e peccando, sia nel primo fallo da ammonizione, preso su un calcio d’angolo a favore del Toro per aver atterrato Hulk che gli aveva tolto il pallone, sia nel secondo, evitabilissimo su Witsel.

Ma anche Vives, entrato al posto di Martinez subito dopo l’espulsione di Benassi ha pagato il logorio stagionale che oltretutto grava sui suoi non più giovanili 34 anni d’eta. L’infortunio muscolare che ne consegue nel secondo tempo toglie, non sappiamo ancora per quanto tempo, un altro soldato di centrocampo a Ventura nel già deficitario reparto.

Calcolando la squalifica di Benassi e l’infortunio di Vives, (che di sicuro mancherà domenica nella gara di campionato contro la Lazio) è molto probabile che nel ritorno di Europa League tra una settimana a Torino, il tecnico granata avrà a disposizione solo tre centrocampisti: Farnerud, Gazzi ed El Kaddouri, senza possibilità di cambio, a meno che non si peschi tra i ragazzi della Primavera inseriti come “riserve” nella lista europea.

Come dicevo già il 2 febbraio, al termine del mercato di “riparazione”, in tempi non sospetti, l’aver rinunciato a cuor leggero a Ruben Perez e Sanchez Mino, alla lunga avrebbe pesato sulla stagione granata.

Forse tenere almeno uno dei due, probabilmente Sanchez Mino, giocatore di totale proprietà del Torino Fc, al contrario dello spagnolo arrivato in prestito, avrebbe consentito a Ventura di avere un “soldato” di centrocampo in più per l’Europa e il campionato su cui, continuando a lavorare pazientemente in allenamento, si sarebbe potuto tirar fuori un giocatore utile alla causa in occasioni d’emergenza come appunto questa.

Le colpe in primis, sono senza dubbio della società che ha deciso di cedere i due giocatori (Perez e Mino) ma anche il tecnico, che le ha avvallate e che non ha ottenuto sostituti, non può non avere colpe. Il rischio di arrivare a fine stagione con questi 5 giocatori logori e malconci è già iniziato e mancano ancora 12 gare alla fine del campionato e c’è ancora il ritorno con lo Zenit e non solo, se il Toro sarà bravo e fortunato ad ottenere la qualificazione ai quarti di finale di Europa League.

Tornando alla gara di ieri sera, adesso è facile sparare a zero sulla scelta di Ventura di far giocare Benassi o su Benassi  stesso (5 falli in mezz’ora di gioco), già “reo” dell’errore decisivo al 94’ nel derby, o sul fatto che forse Farnerud dal primo minuto avrebbe garantito più peso specifico ed esperienza in mezzo al campo. Ma io mi soffermerei sul cambio Vives – Martinez effettuato dal tecnico granata subito dopo l’espulsione di Benassi.

Ventura ha fatto quello che avrebbero fatto altri 9 normalissimi allenatori italiani su 10, ovvero ha deciso di coprirsi, chiudendosi in difesa, sperando di portar via lo 0-0, provando a fare barricate. Cinque minuti dopo il cambio, guarda caso, il Toro ha preso gol da Witsel dopo il doppio errore di Padelli, che ha respinto in mezzo all’area il primo tiro dei russi, e di Glik che cadendo non è riuscito ad intervenire sul tiro decisivo del centrocampista belga in forza allo Zenit.

Qualunque allenatore (non italiano) giocando in una coppa europea, avrebbe probabilmente tolto uno tra Molinaro e Moretti, fatto entrare uno tra Farnerud e Vives e si sarebbe schierato con una difesa a 4 (Darmian-Maksimovic-Glik-Moretti), un centrocampo a 3 (El Kaddouri-Gazzi-Farnerud), rimanendo con Quagliarella e Martinez davanti, almeno per sperare di impensierire, di tanto in tanto, magari in contropiede, la difesa avversaria. Ventura ha invece deciso di provare a difendere lo 0-0, rinunciando quasi del tutto alla fase offensiva e lasciando solo Quagliarella là davanti in balia di 4 difensori avversari. Scelta rivelatasi sbagliata esattamente 5 minuti dopo quando Witsel ha bucato Padelli per l’1-0.

Molti obbietteranno che la difesa a 4 non è più nelle “corde” di questa squadra e che il sistema va costantemente allenato per essere poi efficace in caso di utilità e emergenza e che il Toro ormai ha nel suo Dna la difesa a 3 (a 5) di Ventura.

A questi rispondo che, anche volendo rimanere ancorati alla difesa a 3 (a 5), Ventura avrebbe potuto comunque tenere in campo le due punte. Facendo entrare, dopo l’espulsione di Benassi, un marcatore (Bovo) e facendo uscire Molinaro. Piazzandosi con Bovo-Glik-Moretti davanti a Padelli, con Maksimovic a destra (lo stesso Ventura con le “grandi” a volte ha proposto il serbo in quel ruolo per arginare il potenziale offensivo avversario) Darmian a sinistra (peraltro ruolo che Matteo ricopre in campionato per dare spazio a Bruno Peres a destra) Gazzi ed El Kaddouri in mezzo, restando con Quaglia e Martinez in avanti. In questo sistema, volendo, Ventura avrebbe potuto chiedere a Quagliarella di fare la mezzapunta dietro a Martinez cercando di lanciare in contropiede il veloce venezuelano tra le linee della macchinosa difesa russa, in attesa di far entrare poi Maxi Lopez.

Si è scelto invece di arginare lo Zenit, peraltro non riuscendoci, rinunciando a provare a segnare, o comunque ad impensierire in fase offensiva uno Zenit forte, ma non certo trascendentale.

Anche l’ultimo cambio, già sul 2-0 a 15’ minuti dalla fine, Maxi Lopez al posto di Quagliarella, ha sottolineato la paura del tecnico di subire un altro gol, piuttosto che provare a farne uno, magari lasciando, almeno negli ultimi 15 minuti, Quagliarella e Maxi Lopez davanti e togliendo Molinaro, stanco e mai in partita.

Ultima cosa: ma perché ieri sera i pochi calci d’angoli ottenuti si battevano tutti corti con uno scambio, invece che direttamente in area? Far salire costantemente in attacco Maksimovic, Glik e Moretti a saltare in area avversaria e poi non crossare in mezzo, a cosa serve? Proprio su uno di quei calci d’angoli battuto corto Benassi commette l’ingenuità di farsi togliere la palla da Hulk commettendo il fallo della prima ammonizione.

E quell’ultima punizione al 92’ e 30’’ nella trequarti campo russa battuta all’indietro da Farnerud su Gazzi quando ancora una volta tutti i saltatori granata erano piazzati in area in attesa di un cross con palla lunga per le loro teste?

Chissà se mai qualcuno potrà rispondere a questi quesiti, forse banali ma che si sono rivelati fondamentali nell’economia di una gara come quella di ieri sera. Possibile che i ragazzi abbiano fatto questa scelta di testa loro senza il consenso della panchina?

La prossima settimana eliminare lo Zenit con solo 5 soldati di centrocampo… o meglio 3 (probabilmente), sarà impresa ardua. Noi da buoni tifosi speriamo sempre di farcela e ci auguriamo con tutto il cuore che sia così. Se lo Zenit venisse a Torino con la convinzione di essere già qualificato e se il Toro giocasse al 200% delle sue possibilità, è chiaro che qualche possibilità ce l’avremo. Intanto c’è subito la Lazio in campionato, cliente difficile e in un favorevole momento di forma. Ci sarà da lottare anche lì e tanto e sarà difficilissimo ed emozionante, come al solito.

FVCG

Comments

  1. maria says

    Condivido l’analisi. Giochiamoci le partite, passiamo al 343 con quagliarella regista offensivo. Ventura potrebbe farsi perdonare, Vives guarire, Farnerud dare fiato a El Kaddouri dalla panchina, Benassi tornare da dove è venuto con molinaro. Ascolto i podcast più che faziosi siete arguti. E mettiamo un portiere.
    Castellazzi bovo glik Moretti darmian el kaddouri gazzi maksimovic quagliarella Lopez Martinez.

    • Puk says

      Complimenti davvero per il pezzo. Uno dei più seri e competenti da leggere sul toro…
      Anch’io avrei provato a cambiare qualcosa ma alla fine posso capire il mr, forte delle sue convinzioni, in Russia e sotto di un uomo…
      Aggiungo solo che sul primo gol anche Darmian ha le sue responsabilità: si scorda l’uomo che ha di fianco… Lo stesso che la butta dentro.

      • Carlo J. says

        Grazie Puk per i complimenti. Giusta la tua osservazione su Darmian. Purtroppo non sono uno dei migliori estimatori del gioco di Ventura (purtroppo o per fortuna). Si è comportato come avrebbe fatto il 90% degli allenatori italiani. Montella, per dirne uno, invece ragiona in un altro modo. Anche lui a volte sbaglia e a volte indovina ma in Russia avrebbe lasciato dentro le due punte. In 11 era difficile, in 10 difficilissimo uscire con la pelle salva, quindi, almeno io, avrei rischiato di segnarlo un gol. Ciao.

        • Puk says

          La penso come te. Eravamo sempre schiacciati nella nostra metà campo, fin dall’inizio anche in 11 perché Martinez non può tenere una palla spalle alla porta…(infatti io avrei messo subito Maxi). Figuriamoci cosa poteva il solo Quaglia….
          Ma quest’anno il Mr (che non mi sta così simpatico e non stravedo X il suo gioco) ha fatto davvero tanto con la rosa a disposizione, bisogna ammetterlo.
          Chissà cosa combiniamo giovedì sera??…..

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