Si è innalzato il livello medio, quello lo devo dire. Si è innalzato il livello medio perché un ambiente gaudioso e popolare, popolare nella sua peggiore accezione del termine, oserei dire quasi becero, come d’incanto si è trasformato in un ritrovo asettico e ameno. Pareva quasi di trovarsi ad un convegno di promotori finanziari, invece che al solito bar.
Del ragioniere del terzo piano, quello che ieri sventolava la Gazzetta dello Sport mugugnando suoni difficilmente interpretabili, qualcosa tipo “Gomez – blob – Salah – burp -”, mentre briciole di cornetto alla crema gli cadevano dagli angoli delle labbra sulla camicia ex bianca e linda, maculata da due o tre sgocciolate di cappuccino, nessuna traccia. Sparito, volatilizzato, letteralmente nebulizzato, come un Calippo sotto il sole.
E che dire di Giovanni, lo stratega? Il tecnico, anzi: “il tennico”, autorità indiscussa ed indiscutibile, che in gioventù riuscì a giocare una manciata di partite nel Cuoiopelli, in serie C2, ed ancora oggi si diletta di calcio allenando la squadra del Bar Sandro, almeno fino a quando Sandro, il padrone dell’esercizio, non si accorgerà che, a detta dei maligni, nei ritagli di tempo gli allena pure la moglie?
Aveva già stabilito tutto, Giovanni. La partita sarebbe finita 1-1, secondo lui, e in finale la Fiorentina avrebbe affrontato la Lazio che, sempre a suo modo di vedere, farà polpette del Napoli. La Fiorentina in finale, diceva ieri, dovrà solo avere l’accortezza di raddoppiare su Felipe Anderson, e casomai bloccare Candreva sulla trequarti, il resto verrà da sé. La Coppa Italia era già praticamente vinta.
Anche di lui, come del ragioniere del terzo piano, nessuna traccia, al punto che sto pensando di telefonare alla Federica Sciarelli stasera, quella che presenta Chi l’ha visto…
E Franco, il benzinaio? Ieri mattina aveva messo il disco, ad ogni avventore che entrava diceva:”se gli fanno cinque cross a Gomez come minimo sono quattro reti”. Non so a quale Gomez si riferisse, forse a Leroy Gomez, quello dei Santa Esmeralda, quello che cantava Don’t let me be misunderstood, immagino. Stamattina era sul piazzale della stazione di servizio, con una pelle di daino, a lucidare una scassatissima Daewoo Matiz di una pensionata con annesso barboncino obeso, parlavano di medicine e cure termali.
Ma in generale le discussioni vertevano su altri temi: mamma mia, siamo in Aprile e fa un freddo che pare di essere Dicembre, governo ladro, le strade sono piene di buche e il comune cosa fa?, io gli stranieri che delinquono li rimanderei da dove sono venuti, oggi è un’impresa arrivare a fine mese e altri temi di elevato spessore. Di calcio non parlava nessuno.
Ma proprio nessuno…