Ancora il Real.
Così ha deciso l’urna e così sarà di nuovo, Juventus contro Real.
Tenendo conto solo degli ultimi 20 anni abbiamo affrontato 3 volte il Madrid in sfide a eliminazione diretta A/R (1995/96, 2002/03, 2004/05).
I precedenti dicono Juve: li abbiamo sempre eliminati, abbiamo sempre giocato l’andata a Madrid, abbiamo sempre perso la prima e vinto la seconda.
La legge dei grandi numeri direbbe che stavolta è il turno del Real: partono favoriti è vero, ma non troveranno apparecchiato, e hanno già dimostrato di non avere una difesa impenetrabile.
Personalmente non avevo preferenze per il sorteggio: tutte e tre le squadre rimaste sono grandi squadre con grandi rose e le eventuali difficoltà o assenze sono briciole rispetto al valore totale (non a caso Barcellona, Real e Bayern hanno vinto 3 delle ultime 4 CL e almeno una di queste 3 squadre è arrivata in finale nelle ultime 6 edizioni)
Non avevo preferenze particolari ne timori perché consapevole che la gloriosa Juventus FC il suo già l’aveva fatto arrivando a giocarsi l’accesso alla finale di Berlino (già questo fa tremare al solo pensiero), guadagnandosi il posto in prima fascia per i sorteggi dei gironi per la CL 2015-16 e col ruolo privilegiato di outsider, quindi senza paure, senza favori del pronostico senza la pressione che accompagna chi deve vincere;
Barcellona, Bayern, Real: loro devono vincere a tutti i costi, la Juve no.
Per la squadra di Allegri, per il momento, la CL rimane un bellissimo sogno da viversi fino all’ultimo, sperando che la sveglia suoni il più tardi possibile.
Per il futuro invece l’obbiettivo deve diventare quello di arrivare regolarmente tra le prime 4 d’europa, puntando poi a vincere, perché questa è la storia della Juventus, checchè ne dicano i fenomeni del “in europa non vincete mai”… rimandateli a studiare, ne hanno bisogno.
Due parole alla fine le scrivo sulla questione A/R in casa e fuori: cos’è meglio?
Io ho sempre preferito giocare il ritorno fuori.
E quanto più una squadra è forte e convinta dei propri mezzi, tanto più è un vantaggio giocare il ritorno in casa dell’avversario.
Lo so, la mia teoria non è supportata dai fatti, e la storia degli scontri tra Juve e Real dice che è bene giocare il ritorno a Torino ma continuo a pensare che giocare l’andata in casa e sapere al termine dei primi 90 minuti quanti gol hai subito in casa, ti dia un grande vantaggio per la seconda partita.
Se fuori casa riesci a pregiare il conto dei gol fatti in trasferta, la partita si mette in discesa per te rendendo ogni eventuale ulteriore gol mortale per l’avversario.
Staremo a vedere, intanto è bello esserci, è bello immaginare la Juve nel privè di un ristorante di lusso insieme ad altri 3 commensali di prestigio, meritevole di stare dov’è.
Ed è bello sognare di potersi giocare l’accesso ad una finale che a 30 anni da quella del 1985 avrebbe un senso particolare per tutti gli juventini;
Per chi quel 29 maggio c’era all’Heysel;
Per chi la vide in TV e ricorda la telecronaca di Pizzul priva di qualsiasi enfasi;
Per chi come me era piccolo e ha impressa l’immagine di suo padre con le mani sui capelli scuotere la testa addolorato, troppo serio rispetto alla solita gioia che accompagnava le partite della Juventus;
Per chi ancora non era nato.
Per chi a 30 anni di distanza continua a sparlare di Heysel, di morti, di coppa insanguinata non sapendo nulla di quello che accadde realmente.
E infine per quei 39, che come me, te e milioni di altre persone, speravano solo di vedere la propria squadra vincere la “big cup”, il trofeo più prestigioso.
Per tutti loro, anche per loro sarebbe bello sognare un’altra finale di coppa dei campioni con la Juve protagonista.