Derby della Mole: prendete, e gioitene tutti. Tutti i granata, s’intende…

È come L’isola che non c’è, L’isola del tesoro, e Il mago di Oz messi insieme!
cit. Hugo Cabret, di Martin Scorsese

La Juventus è brava, ma le punizioni di Pirlo questa volta non bastano.

Nell’angolo granata abbiamo un campione che come il buon personaggio di Rocky combatte col cuore, non solo con i muscoli.

E vince.

Combattere utilizzando tecnica e sentimento è come combattere avendo a disposizione un pezzo in più. Come avere un cambio a sei marce. La sesta non è da tutti, la possiedono solo quegli autoveicoli dalle grosse cilindrate.

Ed ecco che neanche a farlo apposta torniamo a parlare di motori e di scintille. “Non solo con i muscoli”, dicevamo. Ecco perchè, proprio come Rocky, il Torino entra nelle case e nei cuori dei propri tifosi.

Tutti protagonisti di un grande match quello di ieri pomeriggio all’Olimpico, di un match che i ragazzi di Ventura sentivano fortemente.

Non sono d’accordo con chi ha sostenuto che la Juve abbia giocato meglio del Toro, e che ci stava il pareggio.

La Juventus ha giocato bene sì, ma il Torino ha brillato. L’obbiettivo della Vecchietta era quello di vincere l’ennesima partita, di aggiungerne un’altra alla sua collezione di bambole.

L’obbiettivo dei granata invece era quello di riconquistare il derby dopo ben venti lunghi anni. Ma come i treni di una volta dotati delle carrozze per le auto a seguito che dalla stazione di Porta Nuova scendevano giù fino a Villa San Giovanni, traghettavano lungo lo stretto e sbarcavano a Messina, anche il Torino si è portato dietro più di un vagone, perchè di fatto vincere il derby ha  automaticamente frenato la corsa dei bianconeri, ha posto lo stop alle numerose vittorie consecutive della squadra di Allegri, ha scarabocchiato su quel foglio a quadretti il calcolo matematico per il quarto scudetto.

Darmian, Glik, Quagliarella, Padelli, Maxi Lopez, Martinez, Bruno Peres, Gazzi, ma solo per citarne alcuni. Sarebbe ingiusto non rendere partecipe tutta la squadra di questa gloriosa vittoria. È come un bel western dal finale per niente scontato, perchè per una volta vincono gli indiani, e non gli yankee.

Sarebbe stato un finale ancora meno scontato se fosse stata una giornata all’insegna del fair play e non dell’ennesima violenza. Ma i registi siamo noi, ci mancano ancora troppi corsi d’aggiornamento, e non siamo pronti per mostrarci moderni e mostrare al pubblico un nuovo modo di fare spettacolo.

 

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