Dal vangelo secondo Patrice: “L’unica cosa di cui sono sicuro è che il Barcelona non può avere più fame di noi e qualche volta questo fa la differenza”.
Amen.
Le squadre forti hanno tanti capitani anche se solo uno entra con la fascia al braccio.
Evrà, uno dei capitani, dalla personalità enorme e testa fina ha centrato il punto subito dopo aver passato il turno a Madrid: la fame.
Noi abbiamo la fame, la voglia di vincere e di arrivare in fondo.
Avere la fame non sempre garantisce la vittoria, non averla garantisce sempre la sconfitta.
La fame che ti fa andare al Bernabeu e non perdere la bussola sotto di un gol col Real;
La fame che ti fa tornare in campo dopo l’intervallo prima degli avversari perché te li vuoi mangiare, e te li mangi.
La fame che ti fa guardare negli occhi i tuoi compagni più giovani e ti fa dire “loro non sono più forti di noi”
La fame di Buffon, che un attimo dopo aver urlato tutta la sua gioia, ancora in campo va davanti ai microfoni e dice “io a Berlino non vado a fare il turista”
La fame di Marchisio, che a fine primo tempo di una scampagnata, con gli avversari a giocarsi l’europa e lui col solo obbiettivo di non farsi male dice “abbiamo iniziato male, il secondo tempo dobbiamo fare meglio” e fa meglio.
La fame di Marotta che già pensa alla prossima stagione e programma il futuro.
La fame di AA, che nel futuro ci vive.
La fame di una squadra che vuole vincere tutto, coppa Italia compresa.
La fame di una squadra che vuole dimostrare che l’ex allenatore non giocava alla PS con loro, e dopo 3 scudetti vinti, a fila, riparte in campionato con la voglia di vincere di chi ha la pancia vuota.
La fame rabbiosa di chi non vede mai riconosciuti i propri meriti fino in fondo.
della Juventus 2014-15 rimarrà impresso questo: la fame e “qualche volta questo fa la differenza”.