Buffon e Pirlo: quando le bandiere diventano ostacoli

buffonpirloIl calcio di Agosto non solo non mi appassiona, ma mi innervosisce, perchè esso accentua i difetti del tifoso medio e dei giornalisti sportivi (ancor più medi). Basta un trofeo TIM qualunque perchè ci sia già chi spara sentenze e una panchina per normale avvicendamento tecnico (visto che le punte sono 6) perchè nasca un “caso Tevez“. Eppure dovremmo ricordarci di quando una certa squadra faceva incetta di trofei Birra Moretti e, talvolta, di Supercoppe italiane vinte di riffa e di raffa salvo poi diventare la barzelletta d’Italia non appena iniziavano le partite vere…

Però poi le partite vengono disputate, i top player veri o presunti iniziano a carburare e i nuovi acquisti cercano di inserirsi e qualcosa occorrerà pur dirla. E se succede che bastino due partite con i titolari in pectore perchè vengano alla luce quelli che, già da mesi, secondo me rappresentano i fattori di rischio per la squadra che deve vincere obbligatoriamente in Italia e facoltativamente in Europa, allora ben vengano anche le partite guardate ad orari improbabili.

Quando, nel corso di una puntata del podcast dei Faziosi, il collega Omar Cecchelani mi chiese cosa manca alla Juve per poter competere anche in Europa, io gli risposi dicendo che ci sono due possibili problemi: Buffon e Pirlo. Due giocatori che possono fare la differenza in positivo quando giocano secondo i loro standard ma che possono diventare protagonisti di infortuni inaspettati quando emergono i loro attuali limiti. In Italia le reti incassate da Buffon su respinta corta e centrale e i palloni regalati all’avversario da Pirlo ai limiti della propria area possono passare in secondo piano, vista la, relativa, facilità con la quale poi la squadra può raddrizzare la partita. Ma in Europa, e lo abbiamo visto contro il Bayern, non ci si può permettere di fare certi errori.

In Italia accade che non solo i tifosi non dispongano della lucidità necessaria a guardare con occhio critico anche le prestazioni dei giocatori più amati, ma anche dirigenti e allenatori mostrano di non essere in grado di gestire la fama e la grandezza di certi campioni. Perché mi rifiuto di credere che davvero Conte non si renda conto di quanti palloni Pirlo regala in fase difensiva e di quanti gol la squadra subisca a causa delle respinte brevi di Buffon.

Probabilmente ancora brucia la vicenda Del Piero, secondo me gestita benissimo ma che ha infastidito gran parte della tifoseria bianconera. E ad ogni modo, siccome non ci sono valide alternative in rosa, bisogna celare i grossolani errori dei due campioni del mondo. Aiutati, e questa cosa non me la spiegherò mai, dagli stessi media che pure nessun problema si pongono quando si tratta di demolire un Conte o un Vucinic.

Prima o poi mi prenderò la briga di realizzare un video con le decine di occasioni create da Pirlo in favore degli avversari e delle reti incassate da Buffon sempre per respinta corta, e centrale, su tiri non irresistibili. Fossi in un allenatore avversario proverei a battere la Juve proprio con questo schema.

Eppure non se ne parla. Non se ne può parlare. I tifosi rispondono nel modo più scontato: con tutto quello che ha fatto Gigi per la Juve… Ecco, questo e’ il punto. Gigi merita un monumento, l’eterno amore dei tifosi italiani e la gratitudine di tutti per quanto fatto con la maglia della Juve e dell’Italia, ma il calcio professionistico è una cosa seria, ci sono in ballo bilanci di centinaia di milioni di euro e un portiere che sbaglia nei quarti di finale di Champion’s League commettendo un errore da portiere di terza fascia non è accettabile.

Mettere in discussione il Buffon o il Pirlo del 2013 non significa affatto ridimensionarne la grandezza passata. Mi sono spesso preso gli insulti da parte di colleghi tifosi bianconeri per il semplice fatto di aver difeso la scelta di Andrea Agnelli di “pensionare” Alex Del Piero. Ma non me ne sono mai pentito perchè Del Piero resta Del Piero, parlano i numeri per lui ed ogni sua rete mi ha fatto godere nei 19 anni in cui ha indossato l’amata maglia bianconera, ma poi c’è altro ed è stupido non comprenderlo. Non è colpa del giocatore, perchè egli è un campione e, in quanto tale, non accetta di essere messo da parte e vuole rispondere con i fatti alle critiche (Del Piero, dopo essere stato dichiarato finito più volte, ha continuato a realizzare decine di reti…); ma è colpa di una mentalità, quella italiana, provinciale e poco meritocratica.

E’ un po’ come quando si sostiene che una fabbrica, prossima al fallimento perchè, magari, produce prodotti ormai fuori mercato (oppure produce con costi tripli rispetto alla concorrenza), non possa chiudere perchè la gente perderebbe il posto di lavoro. In altri paesi ciò non succede perchè mantenere in vita un’azienda morta è un danno per tutti e un’economia più libera e concorrenziale consentirebbe al lavoratore disoccupato di trovare nuova occupazione in breve tempo, formandosi adeguatamente.

Allo stesso modo in Italia Totti, Del Piero, Di Natale, Buffon, Pirlo e via discorrendo non possono essere discussi perchè sono stati grandi campioni. Hanno maturato il diritto quindi di avere il “posto di lavoro” assicurato fin quando lo desiderano, esattamente come un impiegato qualunque. Basti ascoltare, per capirlo, le dichiarazioni di Buffon, secondo le quali lui giocherà (nella Juve, ovviamente) sin quando (lui) riterrà di essere in grado di farlo. Eh no, caro mitico Gigi: giocherai nella Juve sin quando chi di dovere riterrà che tu sia in grado di farlo. Il tecnico, il Direttore Generale, il Direttore Sportivo, non te stesso.

Ora, venendo a noi, non credo si debba convocare Buffon e Pirlo in Corso Galileo Ferraris e donare loro una penna d’oro (Pirlo ne ha già una…) e un biglietto per la metro con tanti saluti. Il rispetto non deve mai mancare verso chi è stato così grande. Però occorre intervenire sul mercato affiancando sia a Buffon che a Pirlo dei giocatori che possano raccoglierne l’eredità già a stagione in corso. I titolari sono loro ma poi, quando gli errori si susseguiranno (e si susseguiranno) ci sarà un normale avvicendamento mascherato da turnover.

Ma tutti sappiamo cosa accadrebbe se, per esempio, Buffon, dopo l’ennesima rete fotocopia incassata, venisse messo in panchina per far spazio, chessò, a un Leali qualunque: diventerebbe un caso tra i media e i tifosi sarebbero pronti a dare battaglia affinchè il campionissimo torni titolare. Se poi egli si macchierà di ulteriori errori pazienza: i giornali parleranno di “presa non sicura” mentre i tifosi daranno la colpa a Ogbonna che ha lasciato che l’attaccante trovasse lo spazio per il tiro…

C’era una volta una Juve che quando vide che il grande Tacconi iniziava a non tuffarsi più o a battezzare fuori tiri che poi finivano in rete, gli affiancò un giovane di nome Angelo Peruzzi…

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  1. [...] porta nella speranza che il portiere sbagli. Come capita nei campionati amatoriali. L’ho già detto in passato, un Buffon che commette questi errori sarà un problema per la Juve, specie in [...]

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