Ogni stop è solo un altro start è quello che ho pensato provando a fare un bilancio dell’ultimo anno strano e straordinario, iniziato il 15 luglio di un anno fa con le dimissioni di Conte e lo sconforto disperato generale e chiuso esattamente 365 giorni dopo con l’addio ufficioso di Vidal.
Che è un giocatore simbolo come pochi altri, perché a parte gli storici, lui è uno straniero che ha sposato la causa, è arrivato quando la Juve era tutta da rifondare e lui è stato uno dei primi mattoni.
Sembrava nato per giocare da sempre e per sempre nella Juve.
Ma questa è retorica, melassa buona per chi nel calcio vuol vedere altre cose rispetto a quello che effettivamente è: una splendida metafora del vita.
E come nella vita, anche nel calcio ci sono momenti in cui SI DEVE cambiare, andare avanti.
Il segreto sta nel capire quando arriva quel momento.
Poi ci sono i cambiamenti che gli altri ti impongono, anche se tu non lo volevi, e in quel caso l’importante è non rimanere attaccati a qualcosa che non c’è più.
La Juventus FC in un anno ha sperimentato questo e quello.
Poi la vittoria e la sconfitta, tutto.
È il momento di ripartire, perché ogni fine è solo un altro inizio e ha il vantaggio di insegnarci che nessuno è indispensabile per quanto utile possa essere (come accaduto con l’ex allenatore).
E la cosa che ci deve far stare sereni in questo nuovo inizio è la consapevolezza che chi dirige la Juventus ha dimostrato benissimo di saper gestire il cambiamento, imposto o voluto che sia.
Certo non sarà facile ritrovare un genio come Pirlo, un attaccante affamato come Tevez (erano anche cecchini nei calci piazzati, pochi lo ricordano) e anche di Vidal, almeno all’inizio sentiremo la mancanza, perché uno come Arturo, come amava dire Conte “me lo porto sempre in battaglia”.
Ma sarà bello scoprire chi verrà, vivere insieme il prossimo inizio, perché in fondo ogni fine di una storia è solo un altro inizio e “ogni stop è solo un altro start” come cantavano i Casino Royale