Incidente di percorso o scommessa persa?

Comincia nel peggiore dei modi la stagione del Torino, con una sconfitta dai più inaspettata contro il Pescara, una formazione di categoria inferiore che ha passeggiato sul campo dei granata, giocando con una sola punta contro una difesa schierata a tre, che all’occorrenza sono diventati cinque, che hanno avuto il demerito di non sapere che pesci pigliare contro una formazione non certamente venuta a Torino per fare la partita. Un Toro senza idee, senza ritmo, senza cattiveria, senza un leader, senza uomini che dimostrano attaccamento alla maglia e soprattutto con pochi giocatori di categoria.

L’unica nota positiva della gara è Bellomo che a soli 21 anni ha dimostrato più dei suoi compagni, come si sta in campo, mostrando lampi di classe, giocando a testa alta, senza paura di osare e di sbagliare, un ragazzo che stasera si è comportato da leader, nonostante la sua giovane età. Nota positiva ma anche situazione su cui riflettere, perché mette in risalto maggiormente tutte le lacune di una compagine costruita scommettendo solamente su elementi, forse di prospettiva ma con zero esperienza in serie A, oppure con trascorsi non certo positivi nella massima serie.

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A questa squadra, dai più sopravvalutata, è mancato innanzitutto un portiere, perché se ancora c’è ne fosse bisogno, Padelli ha nuovamente dimostrato di non essere adeguato (sembra che Pegolo sia finalmente in arrivo), manca un esterno a sinistra, perché D’Ambrosio, fuori ruolo, non ha ripetuto le prodezze fatte nel precampionato contro i dilettanti, manca completamente il centrocampo, con il solo Bellomo, che ha dispetto dell’età ha dimostrato di essere un ottimo elemento, a differenza di El Kaddouri e Farneroud oggetti misteriosi e Brighi troppo soggetto ad acciacchi e infortuni. Ma soprattutto manca una vera prima punta, che sappia trasformare le poche occasioni da goal che una squadra mediocre come il Toro é in grado di costruire. Tra l’altro la gara di stasera ha dimostrato pesanti svarioni anche in difesa.

Cairo si è limitato a fare il proprio mercato coi soli denari ricavati dalla vendita di Ogbonna, dovendo però aggiungere troppi tasselli ad una squadra lacunosa già lo scorso anno, che oltretutto ha perso per strada quattro dei suoi giocatori più forti come Gillet, Bianchi, Santana e Ogbonna. Per ovviare a questa situazione si è reso necessario fare delle scommesse, perché pretendere che un Larrondo (10 goal nelle ultime 4 stagioni in A) diventi decisivo perché veste la maglia granata è un azzardo. Pensare, che Immobile (5 goal in serie A lo scorso anno) possa esplodere proprio al Torino è un’altra scommessa. Sperare che Farneroud ed El Kaddouri con zero esperienza nella massima serie possano risultare decisivi, come può essere definito se non l’ennesima scommessa?

Cairo gioco forza quest’anno, per non spendere del proprio, ha dovuto necessariamente giocare d’azzardo, costruendo una squadra con giocatori di sicura prospettiva, ma senza esperienza in serie A che non possono garantire una stagione senza patemi, perché troppe sono le incognite di una squadra senza un vero leader, con un Cerci costretto a giocare fuori ruolo, e una difesa composta da un portiere quantomeno discutibile e non certamente rinforzata dopo la partenza di Ogbonna dall’arrivo di Moretti e Bovo dal Genoa.

Un gioco d’azzardo del presidente che ha comunque avuto il merito di illudere gran parte dei tifosi granata che, convinti di avere finalmente una formazione competitiva, hanno difeso a spada tratta l’operato della dirigenza, scagliandosi contro chiunque osasse criticare la squadra, insultando anche due granata Doc come Agroppi e Graziani sui social network, rei di aver dichiarato che il Torino avrebbe sofferto come lo scorso anno per salvarsi perchè non ancora competitivo. Il precampionato dei granata, con amichevoli giocate per lo più contro formazioni di dilettanti,  ha gettato probabilmente fumo negli occhi dei tifosi, mascherando le lacune di una squadra mediocre messe in evidenza nella prima partita vera, giocata però contro una formazione di categoria inferiore. Urgono rinforzi, servono ancora quattro giocatori di categoria se non si vuole vivere, come al solito una stagione di patemi e sofferenze fino all’ultima giornata. Ma per fare questo è necessario spendere, investire in una squadra troppo brutta per essere vera, mettere mano al portafogli, cosa che però risulta essere troppo difficile per il presidente Cairo, lo scommettitore.

 

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