Aridatece il Milan! Ma anche no…

Si faceva un ragionamento, l’altro giorno, con alcuni amici di fede gobba: “quando ci si giocava gli scudetti con il Milan era tutta un’altra cosa. Non c’era questo clima da caccia alle streghe, non si manipolava la realtà, perlomeno in tv e sui giornali si evitavano sceneggiate e imbavagliamenti vari…Purtroppo, Napoli e Roma non sono in grado di reggere certe pressioni“.

C’è una parte di verità in questo ragionamento: quando la Juve si giocava gli scudetti con il Milan (seconda metà degli anni ’90 e primi anni 2000) non c’èra questo clima assurdo.

Poche polemiche, nessuno scandalo, al massimo qualche battuta. Se proprio c’era chi si lamentava erano la Roma, l’Inter, la Fiorentina, che però, alla fin fine, non si capiva neanche dove volessero andare a parare con le loro polemiche (il famoso e condizionante fallo laterale di Aldair…).

Sul fronte rossonero, invece, nonostante la potenza di fuoco rappresentato dalle reti Mediaset, vigeva una sostanziale correttezza e accettazione dei verdetti del campo.

Dopo calciopoli, negli anni in cui tutti i giornalisti e i tifosi erano felici e contenti perché: “finalmente si è capito, senza Moggi il calcio è pulito” mentre i campionati li vinceva l’Inter, il clima era piuttosto sereno.

Poi è accaduto l’impensabile: la Juventus, dopo la B, dopo il crollo del fatturato e la fuga di alcuni top player, dopo i due settimi posti consecutivi, era tornata a vincere.

Era inaccettabile.

La Juventus, con il suo nuovo stadio gioiello, con l’entusiasmo dei propri tifosi, con una dirigenza nuovamente competente e presentabile, tornava a vincere.

Lo faceva per la prima volta nel 2011/2012, l’anno di Conte e dell’inaugurazione dello Juventus Stadium, e sembrava quasi un avvenimento casuale.

Poi, però, l’ha fatto anche nei tre anni successivi e questo no, non è stato più accettabile.

Le squadre che hanno provato a contendere il campionato alla Juve, dal Napoli alla Roma, hanno sfoderato tutta la potenza del loro vittimismo. Una cosa consueta, ma con degli elementi del tutto inediti, a cominciare dall’intervento a livello mediatico, da parte di giornalisti apparentemente imparziali.

D’improvviso non c’era più l’equidistanza di facciata da parte dei volti noti della tv e di quelli della carta stampata.

Caressa, Zazzaroni, Bergomi, Repice, Pistocchi, Varriale e l’elenco potrebbe continuare all’infinito, hanno sciolto i loro freni inibitori e ormai conducono una battaglia per il calcio pulito che, guarda caso, vede la Juve come ostacolo e nemico principale.

I giornali, poi, non sono mai stati così estremi e sfacciati nel loro odio anti-juventino e il motivo è presto detto: con la crisi dei giornali e la concorrenza del web e dei social network, dovevano necessariamente alzare i toni e fomentare l’odio e la frustrazione del tifoso medio (che magari, nel frattempo, è anche rimasto senza lavoro e non può neanche prendersela con Berlusconi…) al fine di raccattare qualche migliaia di copie vendute in più o i click sugli articoli “spammati” su Facebook o Twitter.

Quel che sta accadendo negli ultimi giorni, con il caso Bonucci – Higuain è davvero clamoroso e non intendo soffermarmici visto che è l’argomento più discusso in Italia, più ancora dell’emergenza economica, dell’ISIS, dei ministri che si dimettono e delle promesse del Presidente del Consiglio non eletto da nessuno.

Si è arrivati ormai all’assurdo, con la manipolazione della realtà. Sconcerti, per dire, afferma con serenità e convinzione che: “la reazione di Higuain è stata causata dalla mancata espulsione di Bonucci“, omettendo il fatto che  Bonucci è stato ammonito per quella protesta mentre l’argentino è stato espulso per una sacrosanta somma di ammonizioni con una scenata da teppista di terza categoria non degna di un campione del genere.

O, ancora, il competente Repice, che dichiara, con convinzione, che Bonucci ha colpito Rizzoli con una testata.

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Mai nella storia del giornalismo italiano era capitata una cosa del genere, ossia la manipolazione della realtà al fine di fomentare il popolo.

E allora, da qui, la riflessione tra tifosi della Juve: ma non sarebbe più bello giocarsi gli scudetti con il Milan, anziché con ambienti così “caldi” quali quello romano e napolenato?

La risposta, purtroppo, è no. No, non sarebbe più bello giocarsela con il Milan perché il risultato, in termini di polemiche e manipolazione della realtà, sarebbe il medesimo.

E il motivo è piuttosto semplice: 20 anni fa c’era la consapevolezza di giocarsela ad armi pari con la Juve. Oggi, invece, non è più così. E non lo è non perché la Juve può godere della protezione da parte della classe arbitrale (e sarebbe bello che qualcuno ne spiegasse i motivi, visto che la dirigenza bianconera è in minoranza in Lega ed è stata sconfitta in FIGC), quanto perché sono venute meno le condizioni che facevano sì che Juve, Milan e Inter, fino a qualche anno fa, potevano essere considerate allo stesso livello.

La Juve, oggi come negli anni della Triade, si alimenta finanziariamente con le proprie forze, senza richiedere interventi da parte della proprietà, mentre Milan e Inter, che una sostenibilità finanziaria non ce l’hanno mai avuta, oggi, non riescono a immaginare una soluzione ai loro problemi.

La Juve ha lo stadio, sta realizzando importanti investimenti immobiliari, sta investendo nei giovani, sta dominando in Italia e sta recuperando in Europa e lo fa raggiungendo il pareggio di bilancio.

Inter e Milan, invece, una volta che i loro proprietari hanno smesso di staccare assegni da centinaia di milioni euro annui per ripianare le perdite, hanno smesso anche di qualificarsi per quella Champions League che, da sola, con i suoi milioni garantiti, fornisce introiti importanti e visibilità mondiale.

I fatturati delle milanesi crollano e le squadre fanno pessime figure in campo.

Questa situazione, agli occhi dei giornalisti più smaliziati e dei dirigenti delle società di calcio, è insostenibile.

Se oggi, al posto di Napoli e Roma ci fosse l’Inter, sappiamo già come andrebbe a finire, perché lo abbiamo visto tante volte. L’Inter ha sempre avuto una mentalità complottista e vittimista nonostante agisse come le altre società (utilizzando le armi a propria disposizione: condizionamenti arbitrali, mediatici e anche altro…) senza però riuscire a vincere sul campo se non quando si è trovata senza avversarie credibili. E ha sempre reagito protestando, piangendo, alludendo ai poteri forti e occulti e cambiando allenatori.

Ma se ci fosse il Milan?

Purtroppo, oggi, non cambierebbe niente e anzi, ho il sospetto che sarebbe anche peggio.

Basti pensare alla caos provocato dal goal di Muntari (che non fu decisivo ai fini dello scudetto, visto che poi il Milan crollò lasciando che la Juve conquistasse lo scudetto) e, ancor di più, dal caso relativo al fuorigioco di Tevez con le linee taroccate e mostrate dal telefonino di Galliani.

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E basta vedere opinionisti come Pistocchi interagiscono con i tifosi della Juve…

Se oggi ci fosse il Milan, al posto del Napoli, a livello mediatico la situazione sarebbe la stessa, se non peggiore, nonostante il tifo milanista sia meno complottista e “chiagni e fotti” di quello napoletano.

Se oggi ci fosse il Milan al posto del Napoli le armi mediatiche di Mediaset sarebbero armate e lasciate libere di esprimersi più di quanto non facciano altro. Certo, cercando sempre di mantenere un minimo di decenza derivante dal fatto che gli abbonamenti a Mediaset Premium arrivano, anche, dai tifosi bianconeri, ma cercando comunque di fomentare il clima di caccia alle streghe.

Perché se fosse il Milan a contendere lo scudetto alla Juve, comunque ci sarebbero i tifosi del Napoli, della Roma, in parte anche dell’Inter e poi, per quel che contano, quelli di Toro e Fiorentina (e Bologna… chissà poi perché…bah) ad unirsi nella crociata contro la “Juve che rubba” (sic).

Il Milan, senza i milioni di Berlusconi e senza la clamorosa immissione di capitali provenienti dall’Oriente (e chissà perché sta vendita non si concretizza mai…), non riesce a trovare il modo per tornare ad essere quel grande club che è sempre stato. Il tutto, mentre la Juve vince, investe e chiude i bilanci in attivo.

Per quel che posso prevedere io, forse è anche meglio che a contenderci il titolo di volta in volta siano il Napoli o la Roma. Club che davvero grandi non lo sono mai stati e quindi urlano e sbraitano convinte, per davvero, di essere dalla parte della ragione.

Se ci fosse il Milan, invece, potrebbero subentrare ben altre motivazioni e mettersi in gioco interessi politici, economici e mediatici che un po’ mi spaventerebbero…

Mi fermo qui però, perché al complottismo credo poco anche se poi, di tanto in tanto, qualcosa di imprevedibile accade e ne paghiamo le conseguenze non solo noi tifosi della Juve ma anche tutto il calcio italiano…

 

Comments

  1. Fabio says

    Ultimamente su twitter ho lanciato l’hashtag #RidatemiLeMilanesi (volendo intendere più che altro il Milan rispetto all’Inter). Non sono del tutto d’accordo con questo articolo, scritto bene e con molti spunti interessanti. Cerco di spiegarmi: è verissimo che Mediaset scatenerebbe le proprie armi contro di noi (lo ha fatto anche nel 2005 nel famoso scudetto vinto a San Siro con gol di Trezeguet).
    Ma c’è una grossa differenza tra la tifoseria del Milan e quella del Napoli.
    Io nella tifoseria del Napoli non noto l’odio sportivo (che ci sta, è anche legittimo se vogliamo), noto odio sociale. Noto un comportamento tipico di una squadra che non ha idea di cosa sia giocare ad alti livelli, noto un comportamento che la butta sul drammatico perchè sa benissimo che questa sarà una chance che forse rivedranno tra 20-30 anni (Juve due mesi in vacanza a -10 dalla vetta dopo due mesi).
    La tifoseria milanista bene o male qualcosa l’ha vinta, è una squadra che nonostante tutto è abituata a stare ad alti livelli e anche durante l’annata 11-12 oltre a degli sfoghi (che posso anche capire) dopo il gol di Muntari non si sono lasciati intortare dal racconto di Galliani che provò a scaricare il barile sul noto antijuventinismo.

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