Senza Moggi il calcio italiano è pulito (e la Juve non vince più)

Lo spunto per questo post me lo ha dato, indirettamente, Ivan Zazzaroni sabato scorso quando, durante Deejay Football Club, la trasmissione che conduce assieme a Caressa su Radio Deejay, il noto giornalista ha liquidato le parole di un ospite con la solita frase: lasciamo stare Moggi e quel brutto periodo del calcio italiano. Una frase pronunciata spesso anche da altri maître à penser del giornalismo sportivo italiano, il più militante e fazioso del mondo, capace di spacciare per verità assolute supposizioni, considerazioni da tifoso, ruffianerie varie o, udite udite, le “verità” scritte ogni giorno sulla Gazzetta dello Sport.

Ricordate come erano tutti felici i giornalisti italiani nel Settembre del 2006? Ne avevano, del resto, buoni motivi: l’Italia era Campione del Mondo, Luciano Moggi e Antonio Giraudo erano stati cancellati dal calcio italiano e, ciliegina sulla torta, la Juve era in serie B con qualche punto di svantaggio… Poi, ovvio, come dimenticare che anche il Milan del cattivo Berlusconi, la Fiorentina, la Lazio, la Reggina e l’Arezzo ebbero qualche penalizzazione, in modo da mostrare che non si era voluto solo colpire il vertice del “sistema” ma anche tutti i coinvolti. Ovviamente, tra questi non c’era l’Inter, quella Inter simpatica del simpatico Moratti, quello a cui qualcuno, tiepidamente, iniziava ad attribuire la colpa per le mancate vittorie della sua squadra nonostante le centinaia di milioni (di euro) spesi in pochi anni; no, l’Inter, ormai era evidente, non vinceva perchè era l’unico giocatore onesto seduto ad un tavolo di bari conclamati. Come disse anche il PM del processo denominato Calciopoli, Narducci: “piaccia o non piaccia, non esistono telefonate di Moratti e Facchetti ai designatori arbitrali“. Amen.

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Il campionato ricominciava e, finalmente, sarebbe davvero potuto essere il miglior campionato del mondo. Senza Moggi & C., con Galliani che si era liberato di quel discolaccio di Meani che, di sua iniziativa, cenava con arbitri di Serie A, Collina compreso, finalmente avrebbe vinto il più forte, gli stadi sarebbero stati sempre pieni, l’Italia avrebbe continuato a trionfare in Europa, la violenza negli stadi sarebbe stata debellata e tante altre cose belle avrebbero estasiato i tifosi italiani.

Come però sia potuto accadere che decine di giocatori e calciatori siano stati coinvolti in un giro di scommesse internazionali non si spiega. Oddio, ci hanno provato squalificando Antonio Conte, che, meschino e tapino, non aveva denunciato la combine di fine campionato tra il suo Siena e il Novara nel 2011, ma le accuse erano così risibili che, nonostante l’ingiustizia, quasi più nessuno osa accusare il tecnico leccese di essere personaggio coinvolto in quella vicenda. C’è chi è finito in galera come Mauri e, per pochi giorni, Doni dell’Atalanta, ci sono società che hanno patteggiato perchè coinvolte nell’inchiesta secondo il principio della responsabilità oggettiva ma, tutto sommato, il calcio senza Moggi e Giraudo resta pulito.

Poi, a onor del vero, si sono scoperte cose che pulite al 100% non sono. Come l’aver scoperto che, stranamente, alcune centinaia di migliaia di ore di telefonate intercettate tra Facchetti e Bergamo siano state stranamente non portate a processo e che, ancor più stranamente, sia stato assodato che proprio la squadra che ha avuto un vantaggio in termini di vittorie (scudetti) e denaro grazie alla sua onestà, in realtà sarebbe dovuta essere duramente punita, come appurato dal Procuratore Federale Palazzi nella sua relazione relativa alle vicende del 2006 (qui un articolo di Repubblica: La prescrizione salva l’Inter di Facchetti, fu illecito sportivo) . Ma conosco già il pensiero di molti tifosi e giornalisti perchè mi è stato più volte presentato durante la trasmissione I Faziosi alla quale partecipo: ancora con questa storia? Andiamo avanti, passiamo oltre. Giusto. Come se ad una persona che cerca giustizia per un reato subito nel passato gli si possa dire di guardare avanti e passare oltre…

arrestolotitoO, ancora, scoprire che alcuni dei grandi Presidenti che guidano attualmente il calcio italiano (basti dire che il Consiglio della Lega Calcio è, attualmente, composto da Beretta, Galliani, Cairo, Cellino, De Laurentis, Ghirardi, Guardaldi, Lo Monaco, Percassi, Pozzo e Preziosi con Lotito e Pulvirenti Consiglieri Federali) hanno qualche scheletro nell’armadio non di poco conto. Cellino, ad esempio, è stato arrestato nel 2013 a causa delle vicende dell’Is Arenas, stadio di fatto abusivo e di cui il presidente cagliaritano si vanta al telefono con Lotito (in questo articolo i dettagli della vicenda). Lotito, invece, in passato è stato coinvolto in una vicenda poco chiara relativamente ad appalti della Regione Lazio; una vicenda che lo ha portato anche in galera, così come riporta anche la pagina di Wikipedia a lui dedicata e l’interessante articolo dell’epoca di un quotidiano. E facciamo in modo di dimenticare la valigetta di Preziosi perchè è una vicenda talmente comica da non sembrare neanche realmente accaduta (se però voleste saperne di più, qui c’è un articolo interessante).

Un calcio, quello italiano, che dimentica in fretta certe cose ma fa fatica a raccontare la verità. E, quindi, non ricorda di quando si compravano i giocatori e li si pagava, parzialmente, in nero (vicenda Lentini, per la quale è stranamente intervenuta la prescrizione, vedere articolo) o, ancora, di quando l’onestissima AS Roma, nella persona del compianto suo presidente di allora, Franco Sensi, regalò, per cortesia, dei Rolex d’oro agli arbitri di Serie A (qui l’approfondimento); per tacere poi di vicende come Passaportopoli, nel corso della quale Udinese, Inter (Inter? Davvero?) Lazio, Roma, Sampdoria, Milan e Vicenza vennero sanzionate a causa della naturalizzazione irregolare di giocatori (tra questi Recoba, Dida, Jorginho e Veron) .

Onde evitare di trasformare questo post in una enciclica, occorre tagliare e non raccontare di quando i giocatori vennero arrestati negli spogliatoi al termine di una partita (calcioscommesse 1980), di quando, chiaramente, due squadre si accordano al fine di far pareggiare una partita ( Siena – Torino 2011 e molte altre conclusesi addirittura con il quasi linciaggio di un giocatore reo di aver realizzato una rete non prevista) o, ancora, sul come certi Presidenti hanno reso grandi le loro squadre di calcio, come accaduto a Lazio e Parma ai tempi di Cragnotti e Tanzi mentre rifilavano bond spazzatura ad ignare vecchiette…

Oppure, fingere che la vicenda relativa all’abuso dei farmaci da parte della Juve, conclusasi con la prescrizione della società bianconera (ho già scritto però in questo post perchè quella vicenda sia stata e sia tuttora molto strumentalizzata) sia stata soltanto l’ennesima constatazione di quanto poco pulite siano, storicamente, le vittorie della Vecchia Signora quando, invece, si è trattato dell’ennesima occasione persa da parte del calcio italiano per fare chiarezza su una questione davvero importante quale il doping (qui si riportano le riflessioni di un calciatore coinvolto, Carlo Petrini) nel calcio che pure tanti aspetti (e tante morti sospette) poco chiari presenta.

Meglio non parlarne e meglio terminare questo breve racconto, non prima però di aver tristemente constatato come il calcio italiano continui a non essere riconosciuto come il più onesto del mondo e come le previsioni dei giornalisti italiani nel 2006 non si siano mai realizzate, gli stadi sono vuoti, la violenza non è terminata, il razzismo non è stato debellato e, purtroppo, siccome la Juve continua a vincere è evidente che qualcosa di marcio c’è ancora. Bisogna solo scoprirlo.

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Comments

    • guido says

      e hai fatto bene, grazie, bravo! Perché starsene zitti e farsi buttare sterco addosso da chi non ha titolo a farlo, solo per non abbassarsi al suo livello,a lungo andare è deleterio. Farsopoli insegna…..che le falsità e le accuse infondate vanno rimandate subito al mittente, perché se si accumulano poi c’è chi finisce per crederci! Fino alla fine forza Juve!

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