Figli e figliastri… Perchè nel calcio non siamo tutti uguali…

La terza giornata di campionato termina con una conferma importante, il Torino c’è! Perché mettere sotto il Milan di Balotelli e Kakà per 80 minuti, andare in vantaggio di due goal e subire la più clamorosa delle rimonte con il solito rigore concesso al Milan che ha in Supermario il suo cecchino, che data la sua grande precisione dal dischetto e l’attitudine del Milan di Galliani a farsi concedere e spesso regalare dei calci di rigori, risulta essere un acquisto azzeccatissimo per i rossoneri (6 goal su rigore solo nel girone di ritorno dello scorso anno), significa timbrare il cartellino delle presenze con una prestazione maiuscola, che dimostra però anche come nel calcio italiano esistano due pesi e due misure.

Analizzando la partita di sabato sera comunque è utile sottolineare come l’arbitro abbia sbagliato in una sola occasione, e cioè a fine gara, quando con Larrondo col piede fratturato, e tutto pronto per la sostituzione a un minuto dal termine del recupero, non ha concesso la possibilità a Ventura di eseguire il cambio già pronto, lasciando la possibilità al Milan di rimettere in gioco la palla e grazie allo scellerato intervento di Pasquale, trovando poi un “buon motivo” per concedere quello che forse aspettava da qualche minuto, ovvero un bel rigore al Milan per ristabilire una situazione troppo scomoda per essere vera.

Così è stato, il gioco non è stato fermato, la sostituzione non resa possibile e il Toro ha giocato in inferiorità numerica, nonostante il regolamento dica che un allenatore può e deve essere messo nella condizione di eseguire una sostituzione quando la palla va fuori. Massa avrebbe dovuto fermare il gioco, ed invece la gara è andata avanti e tutti sappiamo  quel che è accaduto dopo.

galliani-larrondo-massa

Le successive proteste di Ventura e Cairo hanno scatenato la goffa risposta di Massa che sembra aver detto di non essere  un medico e di non poter sapere che Larrondo potesse avere un piede fratturato. Qualcuno dovrebbe spiegare al signor Massa che il regolamento non prevede che un giocatore sia moribondo per poterlo sostituire, quindi la sua goffa quanto assurda spiegazione somiglia molto alla necessità di giustificare una decisione che “guarda un po’” ha favorito proprio il Milan.

Ancor più irritanti le frasi del signor Galliani: “Le proteste di Ventura e Cairo? E’ l’arbitro a dover fermare il gioco, le regole sono chiare. Se l’arbitro non ferma il gioco si deve proseguire, è una cosa che vale per tutti“. Neanche il buongusto di fare come il proprio allenatore Allegri che, molto onestamente, ha ammesso di aver provato la furbata di far ripartire il gioco in superiorità numerica. Ma Zio Fester lo conosciamo tutti, bravo a fare il moralista parlando di regole quando le decisioni arbitrali gli danno ragione, ed il primo a sbraitare rischiando l’infarto, quando le cose gli girano male.

Si dice che a fine anno torti e favori arbitrali si dovrebbero compensare, non influenzando minimamente la classifica, quindi se così fosse il Toro avrebbe già un credito di almeno 3-4 punti, ma c’è anche chi come il Milan riesce a far meglio, perché ha il potere di compensare i torti ricevuti, non solo nell’anno in cui questi vengono subiti, ma mantenere il credito per gli anni successivi, perché dal famoso goal fantasma di Muntari non convalidato contro la Juventus, e con il polverone alzato proprio dal signor Galliani, da Allegri, da giornali e media storicamente molto vicini al Milan (chissà come mai…), i rossoneri non solo non hanno più subito torti arbitrali, ma sono stati capaci di farsi concedere la bellezza di 11 rigori solo lo scorso anno, molti anche discutibili, e già due quest’anno. Ogni minimo contatto nell’area degli avversari del Milan viene punito con un calcio di rigore, che Balotelli, tra l’altro anche allenato visto la frequenza con cui si presenta sul dischetto, trasforma a ripetizione.

Un credito, quello maturato con il famoso goal di Muntari, che sembra non essersi ancora esaurito visto la gara di sabato contro il Torino. Viene da chiedersi, quanto andrà ancora avanti questa situazione, perché se dovesse durare almeno fino a fine stagione, mi sentirei di annoverare il Milan tra le favorite per la vittoria finale del campionato, perché è sempre più facile giocare 12 contro 11 che ad armi pari.

Dall’altra parte ci sono i figliastri, quelle squadre come il Torino, il Catania, il Chievo, le neo promosse, le provinciali, che non sono affatto tutelate dagli arbitri, e un episodio a loro favore contro una grande è sempre meno evidente di quando succede il contrario, e quindi il Toro si vede negare un rigore sacrosanto nel derby dello scorso anno su Jonathas, penalizzato a fine gara sabato contro il Milan, ad essere una delle squadre ad aver ricevuto meno rigori in assoluto nella scorsa stagione. E questo accade a tutte le provinciali!

La famosa sudditanza psicologica esiste,  su questo non ci sono dubbi e i tifosi da anni si augurano che non ci sia malafede, e mi sento di escluderlo, perché diventerebbe inutile anche guardare il calcio se il pensiero fosse quello, ma nulla mi distoglie dal pensare che in Serie A ci siano figli e figliastri, e il più forte, non solo dal punto di vista sportivo, viene protetto ed aiutato laddove un figliastro sta per compiere l’impresa di fermarlo. Perché un figlio è sempre un figlio e va difeso sopra ogni cosa, anche quando è un diavoletto.

 

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